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06/03/2004 |
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Dall'11 al 16 luglio si svolger� a Bangkok la (Quindicesima Conferenza biennale sull'Aids. Migliaia di ricercatori parteciperanno a questo incontro che metter� in luce i risultati scientifici acquisiti e le prospettive dei pi� recenti studi sulla sindrome da immunodeficienza acquisita, lo stadio pi� avanzato dell'infezione da Hiv, che si manifesta quando le difese immunitarie sono gravemente compromesse, tanto da non pi� riuscire ad arginare tumori ed infezioni opportunistiche. Bersaglio del virus dell'Hiv sono i linfociti, cellule fondamentali per guidare la risposta immunitaria, che durante l'infezione vengono inattivate o distrutte. In tutto il mondo, nonostante l'impegno degli scienziati e gli ingenti mezzi finanziari, non � ancora stato messo a punto un vaccino in grado di prevenire lo sviluppo delI'Aids. Negli ultimi venti anni si sono compiuti progressi nella comprensione dei meccanismi che portano allo sviluppo della malattia e all'azione della terapia antiretrovirale. Ma la capacit� dell'Hiv di subire mutazioni mette in difficolt� il nostro sistema immunitario che, dopo essere stato prontamente attivato dalla presenza dell'agente virale, combatte l'infezione, ma noti riesce ad eliminarla. In alcuni tessuti, come hanno dimostrato recenti studi, si instaurano veri e propri serbatoi di cellule infette, apparentemente a riposo ma pronte a mettersi in funzione riprendendo la produzione di Hiv. Per anni si sono studiati i vaccini ricombinanti che introducono nell'organismo porzioni innocue di virus per innescare l'attivazione immunitaria. Vi sono due tipi di vaccino. Il primo, AidsVax, � stato messo a punto da una industria biotecnologica californiana (VanGen) ed � sperimentato in 56 Centri di ricerca statunitensi, in 17 istituti di Bangkok in Thailandia ed in Olanda. Il secondo (Alvac) � stato realizzato dalla societ� Aventis Pasteur e viene sperimentato assieme al primo. Altre strade battute nella ricerca di un vaccino preventivo sono ferme alla prima fase di sperimentazione. Si punta a terapie semplici, efficaci e ben tollerabili, per aumentare l'aderenza del paziente al trattamento e quindi le probabilit� di successo. Mentre avanza la ricerca crescono anche le vittime: si stima che i morti per Aids siano oltre 3 milioni all'anno; 5 milioni i nuovi casi, 40 milioni le persone con Hiv-Aids. Oltre il 70 per cento di queste persone vive nell'Africa subsahariana, un altro 16 percento nel sud est asiatico. Nel 2001 la Conferenza internazionale tenuta nel mese di luglio, a Durban, in Sud Africa, ha contribuito a spostare l'attenzione del inondo industrializzato sulla situazione (lei Paesi in via di sviluppo alle prese con l'epidemia di Aids. Una epidemia che rende drammatiche anche altre malattie di cui soffre in particolare il continente africano, quali la malaria e la tubercolosi. Queste patologie uccidono ogni anno oltre 6 milioni di africani. Per questo � stato costituito un Global Fund to Fight Aids, Tubercolosis and Malaria, una alleanza indipendente tra pubblico e privato per raccogliere, gestire e distribuire i fondi per combattere la crisi globale provocata da queste tre malattie. Partecipano a questa Alleanza governi, industrie farmaceutiche, fondazioni. Ipotizzata per la prima volta nel giugno del Duemila durante la riunione dei G8 di Okinawa, il Global Fund ha ottenuto l'appoggio e il riconoscimento di Kofi Annan, segretario generale dell'Onu. Secondo gli esperti questo Fondo dovrebbe essere dotato ogni anno di dieci miliardi di dollari. Gli Stati Uniti hanno versato 1,3 miliardi di dollari durante il G8 di Genova, un primo sostanzioso contributo. In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative per cercare di arginare queste malattie che in alcuni Paesi africani stanno acquisendo dimensioni devastanti, un flagello che far� sparire intere popolazioni comprese tra i 20 e i 50 anni: resteranno solo orfani e vecchi. In Mozambico (18 milioni di abitanti, 300mila orfani a causa dell'Aids, 220 dollari il reddito annuo pro capite) si sta realizzando per combattere la diffusione dell'Aids un Programma Dream. Si seguono protocolli disegnati su linee guida internazionali per curare secondo le pi� moderne terapie le persone con infezione da Hiv e prevenire la trasmissione verticale. La comunit� di Sant'Egidio ha in cura oltre tremila persone, di cui mille in terapia antiretrovirale. Unicredito ha sposato questa iniziativa. Farmindustria, l'Associazione delle industrie farmaceutiche italiane, sosterr� per 10 anni questo programma socio-sanitario, sia con finanziamenti sia con la disponibilit� di farmaci. Esperti vengono gi� formati in Italia ed in Mozambico in scienze biochimiche, virologia, medicina sperimentale per poter svolgere attivit� di monitoraggio e cura.
Luigi Cucchi
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