Comunità di S.Egidio


 

17/03/2004


UN FUTURO DI PACE E DI GIUSTIZIA
AL DI LA' DELLE NEBBIE DEL PRESENTE

Tutto il mondo � rimasto attonito di fronte al grande male prodotto dai tragici attentati che hanno colpito Madrid e con essa l'Europa. Ormai � divenuto possibile colpire un gran numero di innocenti con facilit� e ferocia. E ora, dopo la Spagna, sull'Europa tutta pesano oscure minacce di altro terrore e violenza. Tanto che molti europei, come negli Stati Uniti dopo l'11 settembre 2001, avvertono un senso di maggiore incertezza e insicurezza, e sono preoccupati per la propria vita, ansiosi per i pericoli che il domani potr� riservare. Quale sar� il domani? Il mondo di oggi appare pi� insicuro rispetto al recente passato. In giro per il mondo c'� odio. C'� rabbia, in tanti luoghi. Ci sono poteri oscuri. Ci sono disegni di violenza e di terrorismo. C'� gente che sfrutta il dolore e la rabbia di tanti. Tuttavia, quella della paura � una risposta illusoria. Con la paura si crede di proteggersi, di difendersi meglio dagli imprevisti, di monitorare i pericoli. Ma si rischia di concentrarsi esclusivamente sul presente, il proprio presente, e su poco altro.

 

Conversione dalla paura

Manca cio� un pensiero, una visione del futuro; mancano sogni per il futuro. Lo abbiamo gi� scritto sulle colonne di questo giornale mentre si entrava nel nuovo millennio. Ma ancor pi� oggi, sotto la presa dell'emergenza, chi guarda al futuro con fiducia e si preoccupa di costruire una prospettiva? Con quali sogni i giovani guardano al domani? Con quali speranze i poveri possono sperare il proprio futuro? Quali immagini del domani si disegnano davanti a noi e a tanti?

La paura, l'egoismo, il senso di insicurezza rubano il futuro e ci chiudono ansiosi nel presente. C'� un grande silenzio sul futuro. Sembra di essere sprofondati in un grande presente, quasi spaventati di quello che il domani potr� riservarci.

� in questo clima che la Chiesa vive la Quaresima del 2004. Tempo di preghiera, digiuno, solidariet� con i poveri. Tempo di ritorno al Signore, con tutto il cuore. L'invito � quello a percorrere un cammino di conversione dalla paura, dall'incertezza per il futuro, dalla rassegnazione, per ritornare al Signore. Come vivere questo cammino in un oggi in cui sembra cos� difficile sperare sul domani?

Ges� mostra una via evangelica. I discepoli sono chiamati a fidarsi del Padre, abbandonandosi a lui. La Parola di Dio illumina la confusione che caratterizza questo nostro tempo. Chi si rifugia nel Signore, non resta confuso nell'odio per il nemico, nel desiderio di vendetta, nella paura che rende disinteressati a tutto e a tutti. La Quaresima chiede una preghiera incessante, e proprio questo � il primo modo di rifugiarsi nel Signore. Nella preghiera si guarda al presente, ma si apre anche lo sguardo sul futuro. Si scopre che esso non ci � stato rubato dalla paura e dall'insicurezza, dai disegni dei violenti. Dio parla del futuro del mondo; parla del nostro futuro. � quello che Ges� indica quando chiede di cercare "prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6, 33). Il futuro � il regno di Dio. Il futuro � la giustizia, quando la morte, il dolore, la malattia, la fame non domineranno pi�. Il futuro � la pace, che trasformer� le armi in arnesi di lavoro. Il regno di Dio non � lontano. A chi � smarrito e spaesato nel presente Ges� ripete, come all'inizio della sua predicazione in Galilea: "Convertitevi, perch� il regno dei cieli � vicino" (Mt 4, 17).

C'� un futuro di pace e di giustizia al di l� delle nebbie del presente. Queste visioni del futuro nutrono il nostro cuore e la nostra vita. Sono quelle immagini, magari piccole e imperfette, che parlano di un futuro migliore, di cui � ricca la vita della Chiesa: l'amore per i poveri, la solidariet� per i sofferenti, la memoria di chi � lontano, la lotta per la dignit� dell'uomo, l'impegno per la pace e la riconciliazione. I cristiani si muovono tra queste icone, belle e umane, del futuro. E sono chiamati a moltiplicarle e a mostrarle a tutti, come ha invitato a fare Giovanni Paolo II nella preghiera dell'Angelus di ieri: "Soprattutto coloro che credono in Dio, Creatore e Padre di tutti gli uomini, devono sentirsi impegnati ad operare per l'edificazione di un mondo pi� fraterno e solidale, nonostante le difficolt� e gli ostacoli che possono incontrarsi in questo doveroso e indilazionabile cammino".

La decisivit� della Quaresima

La Quaresima, in questi giorni di dolore, mostra ancora di pi� - se possibile - la sua decisivit�. L'invito alla preghiera risuona in questi giorni di lutto e di insicurezza come forza e speranza. La preghiera, infatti, � la forza debole dei credenti. Lo avvertiamo con chiarezza oggi, mentre ci si sente impotenti di fronte alla violenza, alla guerra, a tanto dolore. La preghiera dei poveri, dei deboli, degli umili, di quelli che non possono molto o nulla, � forte perch� Dio l'ascolta. In questi giorni in tante chiese d'Europa e del mondo si � pregato per la pace. Da tanti luoghi di culto, dai pi� noti a quelli pi� sperduti, si � levata e si leva l'invocazione per la pace, per la protezione di tutti, per la riconciliazione. Forza ma anche speranza. La speranza di preparare un mondo nuovo dove non ci sar� lutto, pianto e lamento. La speranza di un futuro di pace per il mondo. Questa speranza scuote la rassegnazione che � nel cuore dell'uomo e che si respira nell'aria, soprattutto nei momenti difficili. Ecco il senso profondo della Quaresima che stiamo vivendo: pregare con fede e insistenza. Qui si trovano la forza e la speranza.

Gli avvenimenti dell'11 marzo chiamano tutti a guardare la vita con uno sguardo pi� maturo, consapevole di tante vanit� e di troppo sperpero del bene e delle energie di amore. L'invito alla conversione ci chiarisce che se non ci si converte, si finisce per spegnersi, rassegnandosi ad una esistenza che non ostacola lo spirito di male e di morte. Invece Ges� chiama alla conversione, perch� il regno di Dio non � lontano, anzi � vicino. Per questo, senza paura e senza rassegnazione, ma con uno spirito serio e grave, i cristiani meditano sul presente e sul futuro del mondo con la forza e la speranza che vengono dalla preghiera e illuminati dalla Parola del Signore.

Marco Impagliazzo