Comunità di S.Egidio


 

01/04/2004


Povert�, vecchi da morire
Sono milioni, in Italia, gli anziani a rischio di sopravvivenza. La maggior parte di loro � costretta a vivere con pensioni di vecchiaia che non superano i 500 euro, l'assistenza domiciliare � carente e i sussidi di accompagnamento vengono spesso negati. L'allarme in un'indagine della Comunit� di Sant'Egidio: �Siamo vicini all'eutanasia sociale�

 

Spaccano il centesimo, indossano abiti e scarpe di seconda mano o vecchi di decenni, non usano il telefono, evitano di accendere gas e riscaldamento e il bucato preferiscono farlo a mano per risparmiare energia elettrica. E nonostante le spese alimentari rappresentino tra il 25 e il 60% delle loro uscite, vanno avanti a latte e fette biscottate, carne e pesce sono merce rara mentre l'olio � un bene prezioso che viene scrupolosamente centellinato. Per molti di loro persino il caff� al bar � un ricordo del passato. Sono milioni, in Italia, gli anziani a rischio di sopravvivenza: uno su tre - per la precisione - di quanti vivono con la sola pensione di vecchiaia. Fasce di reddito basso o medio basso a rischio di vita. Responsabile del colpo di grazia - dicono in molti - il passaggio all'euro che ha determinato un incremento di spesa - rispetto al dicembre del 2001 - pari al 200%.

L'allarme � stato lanciato ieri dalla Comunit� di Sant'Egidio nel corso della presentazione di un'indagine che degli anziani documenta le condizioni di vita. E lo fa scontrino alla mano. Oltre a raccogliere ed elaborare dati Istat e Inps, infatti, i volontari della comunit� hanno seguito passo passo - e per un intero mese - un gruppo di 20 anziani, hanno fatto la spesa con loro o per loro, ne hanno raccontato le storie.

�Gli anziani sono l'altra faccia dei nuovi poveri�, afferma il portavoce della comunit�, Mario Marazziti. E aggiunge: �Quello della vecchiaia � diventato il tempo della rinuncia. Rinuncia a una vita dignitosa, ai rapporti sociali, alla normalit�.

Quindi lascia parlare i dati: su circa cinque milioni e mezzo di pensioni di vecchiaia, ben 1.880.454 - pari al 34% del totale - sono inferiori ai 500 euro mensili. La quasi totalit� del reddito viene assorbita da generi alimentari, ticket sanitari e medicinali, affitti, acqua e luce. E il resto � meno di una mancia.

La situazione naturalmente peggiora in presenza di problemi fisici e di �non autosufficienza�: in questi casi il bilancio � negativo e per sopravvivere non bastano neanche 1.200 euro al mese. Il rischio � quello di una vera e propria �eutanasia sociale� anche perch� scarsa efficienza dimostra il sistema dei servizi domiciliari.

Gli anziani che in Italia ricevono assistenza sanitaria a casa sono, infatti, lo 0,9% contro il 20% dell'Inghilterra e dei Paesi scandinavi, il 10% della Germania, l'8% della Francia e il 6% della Repubblica Ceca. Una percentuale troppo bassa anche perch� - spiega Marazziti - il modello �tutto ricovero, niente domicilio� si � dimostrato insostenibile: sia per i livelli raggiunti dalla spesa sanitaria nazionale che per l'impossibilit� di garantire un'alta qualit� dei servizi.

Per non parlare dei cosiddetti �ricoveri incongrui�. A causa del protocollo che fissa i tetti temporali delle degenze, infatti, accade spesso che gli anziani vengano dimessi dagli ospedali senza aver raggiunto la guarigione. Ci� porta a un moltiplicarsi dei ricoveri e, dunque, dei costi. Meglio un sistema misto capace di prevedere una molteplicit� di servizi pi� elastici.

Asciutte le proposte della comunit� di Sant'Egidio: predisporre una rete di servizi di protezione per l'assistenza socio-sanitaria e domiciliare, aumentare i contatti sociali di �quartiere� o di �palazzo� e creare cos� una rete di sostegno agli anziani pi� soli, vittime privilegiate del freddo e del caldo. E sono di ieri i risultati forniti dall'Istituto superiore della Sanit�: l'anno scorso i morti per caldo sarebbero stati 7359 in pi� rispetto al 2002, con un incremento pari al 19,1% nelle citt� pi� popolate e del 13% nei centri pi� piccoli. L� dove, appunta, le reti di relazione si rivelano pi� solide.

Ma ci� che sta maggiormente a cuore alla Comunit� � l'istituzione di una sorta di �fondo pensione� per i �non autosufficienti�. Il testo di legge gi� esiste - dicono a Sant'Egidio - ed � stato approvato circa un anno fa dalla commissione affari sociali della Camera. Allora si erano trovati tutti daccordo - maggioranza e opposizione - ma quel voto unanime si � perso tra i corridoi di Montecitorio. Del resto � difficile pensare che una legge che prevede un incremento dell'Irpef del 7% possa essere messa in calendario proprio quando il governo decide che l'Irpef deve essere abbattuta.

Tra gli scandali denunciati, anche quello relativo al sussidio di accompagnamento che - pur nel caso di riscontro di una invalidit� del 100% - non scatta pi� automaticamente. Da che le Asl si sono trasformate in vere e proprie aziende, le procedure burocratiche sono diventate sempre pi� farraginose e possono passare anche sette o otto mesi prima che il diritto al sussidio venga riconosciuto. Un tempo troppo lungo per chi � solo, allettato e con pensioni da fame.

Un altro paradosso - secondo i rappresentanti della comunit� - � costituito dalle Residenze sanitarie assistenziali che da soluzioni temporanee sono diventate definitive e che dell'antico cronicario avrebbero cambiato solo il nome. Nelle Rsa si entra e l� si rimane.

E se qualcuno pensa che le case di riposo possano rappresentare ancora un'alternativa - quantomeno economica - si sbaglia. Negli �istituti�, l'assistenza sanitaria � a carico degli anziani che alle spese generali peraltro �compartecipano� insieme ai comuni. Anche qui il resto � mancia.

Iaia Vantaggiato