Comunità di S.Egidio


 

08/04/2004


Mantenere viva la memoria della moltitudine di persone che nei nostri giorni ha versato il sangue per Cristo
La Veglia di preghiera presieduta dal Cardinale Giovanni Battista Re nella Basilica di Santa Maria Maggiore su iniziativa della Comunit� di Sant�Egidio

 

L'icona dei �Nuovi Martiri� venerata nella Basilica romana 
di s.Bartolomeo all'Isola, �Memoriale ecumenico� dedicato a quanti sono stati uccisi perch� cristiani

�Volevo seguire Ges� e scelsi di essere tra i poveri. Per lui feci una scelta di povert� radicale, anche se povera come un vero povero non potr� mai esserlo... La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho sperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo, la sua perversit�, la sua crudelt�, la sua iniquit�. E ne sono uscita con la convinzione incrollabile che ci� che conta � solo amare. Ed � allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta�: sono parole di Annalena Tonelli, la volontaria italiana sessantatreenne, che il 5 ottobre del 2003 � stata uccisa nel suo ospedale in Somalia, dopo trentaquattro anni trascorsi tra quel Paese e il Kenya.

II suo � uno dei nomi che sono risuonati, marted� 6 aprile, nella Basilica di Santa Maria Maggiore durante la Veglia di preghiera organizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio in ricordo di quanti negli ultimi anni hanno dato la loro vita per il Vangelo.

Questa celebrazione in memoria dei �nuovi martiri� e dei testimoni della fede, che la Comunit� promuove il marted� santo, � diventata un appuntamento tradizionale della Settimana Santa romana.

� significativo, infatti, che proprio nei giorni in cui l'attenzione della Chiesa si concentra sulla passione di Ges�, si faccia memoria di una moltitudine di donne e di uomini che nella nostra epoca �hanno effuso il loro sangue per amore del Vangelo, per amore di Cristo, dei suoi fratelli�, come ha osservato nella sua meditazione il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che ha presieduto la veglia di preghiera. La connessione tra martirio dei cristiani e passione di Ges� � profonda. Dalla testimonianza di quanti hanno dato la loro vita per il servizio al Vangelo scaturisce un'umanit� disarmata, che non si sottrae alla croce per amore.

I loro itinerari sono segnati da scelte ordinarie di carit�, in contesti di straordinario pericolo.
La loro forza � consentita nell'avere lasciato levigare la propria umanit� dal Vangelo, dallo Spirito, dalla fedelt� al Signore Ges�.

Di fronte a un'assemblea numerosa e composita che riempiva la Basilica, insieme al Cardinale sono intervenuti rappresentanti ortodossi, delle antiche Chiese orientali, anglicani, evangelici, quasi a riflettere quell'unit� che i cristiani hanno manifestato proprio nell'ora della prova nel corso del Novecento.

E quell'ecumenismo dei martiri, che � �forse il pi� convincente� (Tertio Millennio adveniente, 37), indicato con chiarezza da Giovanni Paolo Il durante la Via crucis del 1994: �Noi siamo uniti in questi martiri tra Roma, tra la "montagna delle croci" e le Isole Solovki e tanti altri campi di sterminio. Noi siamo uniti sullo sfondo dei martiri: non possiamo non essere uniti�.

Trentacinque sono i nomi ricordati durante la celebrazione, appartenenti a cristiani che hanno perso la loro vita nel corso del 2003.

Tra questi � anche quello di Mons. Michael Courtney, Nunzio Apostolico in Burundi, ucciso alla fine di dicembre non lontano dalla capitale del paese africano.

L'Africa, con i suoi drammi della povert�, delle pandemie, delle guerre, costituisce un terreno privilegiato di testimonianza cristiana.

Tanti sono stati i nomi ricordati di missionari, preti africani, laici, volontari, che hanno perso la vita in diversi paesi di quel continente: Uganda, Kenya, Sudan, Nigeria, Rwanda, Burundi, Guinea Equatoriale, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Congo Brazzaville, Somalia, Mozambico, Angola, Sudafrica, Etiopia, Madagascar...

Questo lungo elenco di paesi traccia come una geografia del dolore dell'Africa ma anche quella di una vitalit� della fede, che costituisce un segno eloquente di un' alleanza particolare tra le Chiese e questo continente.

Tanti sono stati i nomi di testimoni pronunciati in questa veglia di preghiera, da quello del primo Vescovo della Chiesa ortodossa russa ucciso dai bolscevichi, il Metropolita di Kiev, Vladimir; al Cardinale Posada Ocampo, Arcivescovo di Guadalajara in Messico; da don Pino Puglisi prete di Palermo, a Mons. Oscar Romeno, Arcivescovo di San Salvador, fino ai numerosi preti colombiani e ai cristiani del Pakistan.

Per ognuno di loro una candela accesa � stata collocata su due candelabri disposti di fronte all'altare maggiore, mentre l'assemblea cantava il Kyrie eleison

La bellezza dei canti, lo splendore della Basilica, la profondit� dei gesti, il messaggio dei �nuovi martiri� si sono come fusi in una liturgia solenne e toccante.

Le processioni con cui sono state portate fino all'altare alcune croci, una per ogni continente, hanno suggellato le diverse litanie di testimoni della fede.

Il Cardinale Re ha espresso il senso della memoria di questi testimoni: �La loro fedelt�, i loro gesti e la loro testimonianza rimandano alla pietra sulla quale edificare la nostra vita; rimandano al coraggio delle scelte e alla seriet� della vita cristiana: sentiamo un debito profondo verso quei cristiani, che, anche nella loro umilt�, con la loro vita e la loro morte indicano Cristo. Perch� a noi non � chiesto di meno: amare la vita, amare la Chiesa, amare i piccoli, essere donne e uomini di pace. Sino alla fine. Ed essi ci dicono che � possibile�.

Particolarmente densa di significato e di commozione � stata la memoria di un giovane ruandese, Evariste Kagorora, ucciso davanti alla chiesa della Sainte Famille a Kigali, dove si era rifugiato per sfuggire al genocidio che nel corso del 1994 si � consumato nel paese africano e di cui proprio in questi giorni si ricorda il decennale.

Prima di morire Evariste aveva consegnato alla sorella la sua Bibbia, dicendo: �E la mia vita, � ci� che ho di pi� prezioso�.

Quella Bibbia non � andata perduta e costituisce oggi uno dei segni visibili, una delle �reliquie� dei testimoni della fede, che sono conservate nella Basilica di san Bartolomeo all'Isola Tiberina, divenuta luogo memoriale ed ecumenico dei �nuovi martiri�, e animata dalla Comunit� di Sant'Egidio.

La Basilica di san Bartolomeo, dove � venerata un'icona dei �nuovi martiri�, consacrata solennemente nel 2002 dal Patriarca ortodosso di Romania Teoctist e dai Cardinali Ruini, Kasper e George, � divenuta meta di numerosi pellegrini che vengono a pregare in comunione con i testimoni della fede.

Il messaggio della Celebrazione ecumenica del 7 maggio 2000 al Colosseo e l'invito a non disperderne l'eredit� e a consegnarla �a un perenne dovere di gratitudine e a un rinnovato proposito di imitazione�, formulato dal Papa nella Novo Millennio ineunte, non sono rimasti senza frutto.

Ne � stata una manifestazione evidente la partecipazione di popolo alla cerimonia di ieri nella suggestiva cornice della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove accanto a religiosi e religiose, si potevano vedere anziani, stranieri immigrati, numerosi giovani, seminaristi dei collegi romani, adulti provenienti dai diversi quartieri di Roma, pellegrini giunti da differenti paesi a Roma per la Settimana Santa.

La memoria di coloro che hanno offerto la loro vita a testimonianza dell'amore per Cristo e per il Vangelo accompagna l'itinerario dei cristiani nel cuore della settimana santa. II loro numero cresce con continuit�.

Sono della notte tra il 30 e il 31 marzo scorso gli avvenimenti pi� recenti che sono stati ricordati durante la veglia. In quella notte, infatti, � stato ucciso a Gulu, nel nord Uganda, Padre Luciano Fulvi, un missionario comboniano di settantasei anni. Il suo nome si aggiunge a quello di altri cristiani uccisi nei primi mesi dell'anno in corso.

�Esultano in cielo i santi martiri, che hanno seguito le orme di Cristo; per suo amore hanno versato il sangue e si allietano per sempre nel Signore...� recita l'Inno dei Santi Martiri, il cui canto si � udito ieri durante la liturgia.

Ne � rimasto per tutti un impegno, come ha avuto modo di rilevare il Cardinale Re: �Non si pu� accogliere la memoria, senza allo stesso tempo decidere, scegliere, indirizzare la nostra umanit� alla medesima fedelt�, alla stessa audacia evangelica�.

Marco Impagliazzo