ROMA - Mettere l'Africa nell'agenda politica internazionale. O, pi� semplicemente, aprire il sipario su quello che sta accadendo a pochi chilometri dall'Europa: sulle 15 guerre dimenticate, sull'Olocausto in corso che non fa notizia ma che sta uccidendo milioni di uomini, donne e bambini di Aids, di fame, di malattie curabili con pochi euro.
Forse, un primo risultato i promotori della manifestazione lo hanno ottenuto. Se non � ancora "l'Africa nel cuore", come recita lo slogan, � l'inizio di una presa di coscienza sulla pi� grave emergenza planetaria, che oggi porter� a Roma decine di migliaia di persone (partenza alle 15 da piazza Barberini e concerto a piazza del Popolo con Youssou N'Dour, Turci, Gazz� e Silvestri).
Insieme, formeranno un corteo per l'Africa mai visto in Occidente, per chiedere la cancellazione del debito, l'embargo della vendita di armi, la distribuzione gratuita di medicine, la promozione della democrazia.
Il 17 aprile come l'8 marzo o il primo maggio, spera il sindaco di Roma Veltroni, tra i promotori di "ItaliaAfrica 2004" insieme a Cgil, Cisl e Uil, Fao, Comunit� di Sant'Egidio, Wwf, Unicef, Ong.
Arriveranno nella capitale presidenti di Regione e primi cittadini, sindacalisti, volontari, immigrati per una mobilitazione, si augurano gli organizzatori, che dovrebbe riempire, pioggia permettendo, piazza del Popolo. Hanno aderito anche i presidenti di Camera e Senato, Casini e Pera, e ieri � arrivato a Veltroni un telegramma dal segretario di Stato Vaticano con la "benedizione" del Papa.
"Giovanni Paolo II - scrive Sodano - rivolge ai partecipanti un beneaugurante pensiero e auspica che l'iniziativa contribuisca a suscitare una presa di coscienza sui gravi problemi del continente". Il telegramma arriva mentre � in corso il convegno di apertura in Campidoglio su "Europa e Africa, un destino comune".
C'� il presidente dell'Unione africana Chissano, quello del Burundi, il sottosegretario agli Esteri Mantica. Mentre Nelson Mandela invia un messaggio. "Cos� com'� avvenuto per la fine dell'Apartheid - scrive - il sostegno della comunit� internazionale � decisivo per la rinascita del Continente Nero".
"Noi che stiamo su quest'altra sponda - dice poi Veltroni - dobbiamo cambiare rotta, ridurre gli squilibri, combattere povert� e fame". Come? "Coltivando un nuovo sentimento per l'Africa", suggerisce il fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, Andrea Riccardi.
Che ricorda "l'urgenza preliminare a tutto, quella dell'Aids. Perch� gli africani - aggiunge - stanno sparendo. Il diritto alle cure, alle nostre cure dell'Occidente e non solo all'unica elemosina del mondo, la monoterapia, deve essere un diritto umano, adesso disatteso". Il motivo di tanta indifferenza? Forse, s'indigna Savino Pezzotta, leader Cisl, perch� "per gli europei una vacca vale pi� di un bambino nero. Ma l'Africa � il grande sud dell'Europa. Il banco di prova della nostra civilt�".
Alberto Mattone
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