Comunità di S.Egidio


 

19/04/2004

CARCERE - L'ultima tendenza del volontariato da casa
I molti �amici di penna� dei condannati a morte

 

�Sono recluso nel carcere di San Vittore, vorrei corrispondere con persone buone di cuore per alleviare le mie giornate di sofferenza e solitudine. Se potete, allegate un francobollo per la risposta. Giacomo Garaffa, Piazza Filangeri 2, 20123 Milano�. L'annuncio, pubblicato giorni fa su un settimanale, appare singolare nella forma. Nell'era di Internet, c'� ancora chi usa carta e penna per comunicare sensazioni, emozioni e sofferenze. Ma Giacomo non � il solo detenuto che comunica col mondo esterno attraverso l'antico metodo. Da circa tre anni, infatti, la Comunit� di Sant'Egidio ha avviato una campagna di corrispondenze coi detenuti di tutto il mondo, soprattutto quelli, in penitenziari americani e russi, condannati a pena capitale. Come Vladimir, dalla Siberia, che scrive: �I giorni passano tutti uguali e niente li distingue l'uno dall'altro, si differenziano solo per il nome del giorno e del mese e passano come se fosse un unico, banale e infinito giorno...�. O Jo Mario Trevino, texano: �Mio carissimo amico, quando riceverai questa lettera non sar� pi� tra i viventi, ma questo � Ok perch� andr� in un posto migliore, dove dolore e sofferenza non esistono pi�, per cui, per favore non essere triste. Sono stato fortunato a essere benedetto da tanta amicizia, nel mio viaggio verso il cielo�. �La solidariet� della gente comune - dice Stefania Tallei responsabile dell'iniziativa chiamata "amico di penna" - ci d� molta consolazione e porta una luce fin nel buio del braccio della morte. Tanti segni ci permettono di capire che la mentalit� nel nostro mondo sta cambiando e che sono sempre di pi� quelli che si uniscono a noi in questo progetto�. Per concludere: �Credo che stiamo cominciando a realizzare il sogno pi� grande: abolire la pena capitale, rompendo il muro della solitudine e del silenzio che circonda i bracci della morte. Ci siamo accorti che i condannati a morte non sono "mostri", ma persone. Anche in chi ha fatto del male, troviamo persone molto sole, desiderose di amicizia e di riscatto�. Partecipare all'iniziativa � semplice: basta inviare una mail a [email protected] o collegarsi al sito della Comunit� di Sant'Egidio (www.santegidio.org). In base alle proprie conoscenze linguistiche, si verr� messi in contatto con un detenuto. Dal maggio del 2001 ben 3500 persone di 60 paesi diversi hanno aderito all'iniziativa e 800 sono i detenuti che scambiano corrispondenza con il mondo esterno. Varie decine gli italiani, soprattutto tossicodipendenti. Il progetto, che non ha costi se non quelli per buste e francobolli, prevede l'individuazione di detenuti attraverso associazioni, siti internet di condannati a morte (come quelli americani) o la rete di contatti di Sant'Egidio.

La Comunit� di Sant'Egidio � nata a Roma nel 1968, su iniziativa di un gruppo di liceali, per ascoltare e mettere in pratica il Vangelo. Da allora la comunit� � molto cresciuta, e oggi � diffusa in pi� di 60 paesi di quattro continenti. Conta circa 40.000 membri, incalcolabile il numero di quanti sono raggiunti dalle diverse attivit� di servizio della comunit�. Impegnata su diversi fronti, lavora per la pace e per il dialogo. Celebri sono le negoziazioni e le riconciliazioni condotte sulla via della pace in Algeria, Mozambico e Guatemala e le missioni umanitarie in Kosovo, Albania, Burundi, Sud Sudan e America Latina. Dal 2000 la comunit� ha intrapreso a livello internazionale assieme ad altre organizzazioni una battaglia per una moratoria mondiale di tutte le esecuzioni capitali. Determinante il contributo anche nella messa al bando delle mine antiuomo, e nella campagna per la liberazione degli schiavi, laddove questa pratica inumana � ancora diffusa.

Michele Novaga