Comunità di S.Egidio


 

22/04/2004


Cittadinanza agli immigrati: raccolta di firme
Organizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio

 

Venerd� 23 e sabato 24, dalle 15 alle 19, sotto i portici del Broletto, la Comunit� di Sant'Egidio raccoglier� firme a sostegno della proposta di legge per la cittadinanza agli immigrati, che proprio in questi giorni inizier� il suo iter parlamentare. �E' un'iniziativa di carattere civile �ha spiegato Daniela Sironi, responsabile della Comunit� per Novara e per il Piemonte, nel corso di una conferenza stampa alla quale, nel pomeriggio di marted� scorso, hanno partecipato anche Gianfranco Giromini, responsabile della Scuola della Pace, e Bellamy Okot, ugandese, nata a Pavia quindici anni fa e residente a Novara, dove frequenta il Liceo Scientifico - non la raccolta di firme per un referendum. Un'altra manifestazione � prevista per il 27 aprile, quando dovremmo andare in delegazione a Torino presso il Consiglio regionale. Vogliamo dare, alla citt� e alla Regione, un segnale forte su un tema, quello del diritto alla cittadinanza, che ci sembra particolarmente importante per il futuro dell'Italia inserita in un contesto europeo�. L'iniziativa "Bambini d'Italia" della Comunit� di Sant'Egidio � stata recepita da uno schieramento parlamentare trasversale, cos� che due sono le proposte di modifica della legge sulla cittadinanza (n. 91 del 5.2.1992, sostitutiva di una risalente al 13 giugno 1912, dunque all� et� giolittiana e peraltro meno restrittiva in quanto prevedeva un periodo di cinque anni prima che fosse possibile richiedere la cittadinanza) depositate in Parlamento: una dell�onorevole D'Alia, dell'Udc, e un'altra del gruppo Realacci, comprendente deputati della Margherita, dei Ds e dei Verdi.

�La nostra attuale legislazione - ha affermato Sironi - � la pi� restrittiva in Europa: prevede infatti dieci anni di residenza, pi� un iter burocratico di almeno due anni prima che la richiesta venga accettata. In Germania ne bastano otto, in Francia e in Inghilterra cinque. Essa vale per gli adulti, mentre per i minori nati nel nostro Paese o che in et� anche giovanissima si siano ricongiunti con i loro genitori non esiste alcuna normativa. La nostra proposta prevede che allo "ius sanguinis", di carattere etnico, subentri lo "ius 1oci", di carattere territoriale e culturale, in vigore gi� in Australia, Canada e Stati Uniti: la cittadinanza per chi � nato nel nostro Paese se i genitori sono regolarmente presenti in Italia da due anni, dopo sei anni di presenza continuativa per i minori figli di stranieri e per gli adulti in possesso dei requisiti economici e culturali adeguati.

Questi bambini, che oggi non sono cittadini di nessun Paese, parlano, vestono, studiano, fanno sport come e con i nostri figli, acquisiscono la nostra mentalit� e cultura, questi ragazzi sono il futuro dell'Italia di domani�.

Nadia Butini