Si chiama "Progetto Dream'' e vuole realizzare un sogno: sconfiggere l'Aids in Africa, o almeno limitarne la diffusione evitando il contagio dalle mamme sieropositive ai neonati, rendendo accessibili a tutti le cure attualmente esistenti ma molto costose e, per questo, precluse a chi non vive in Occidente. Il programma portato avanti dalla Comunit� di Sant'Egidio e finanziato dalla banca Unicredit � destinato quest'anno a crescere con l'apertura di nuovi centri di cura in sei Paesi dell'Africa.
Degli obiettivi del progetto si � discusso nel corso di un convegno organizzato a Genova, a Palazzo Ducale, al termine del quale � stata inaugurata una mostra fotografica con gli scatti di Francesco Zizola e Massimo Mastrorillo allestita nella sede centrale di Unicredit.
Una rassegna di immagini dal forte valore simbolico per raccontare la tragica condizione dei malati di Aids in Africa, ma anche il riscatto possibile da una condizione disperata di degrado e emarginazione, fino alla speranza di un'esistenza normale. Testimoniata da dati sorprendenti: come l'aspettativa di vita alla nascita dei neonati figli di mamma sieropositiva in Mozambico, incredibilmente molto pi� alta di quella dei bambini sani. Paradosso solo apparente nella realt� africana dove la mancanza di condizioni igieniche adeguate rende il parto un momento critico e dove essere assistiti in ospedale � comunque un privilegio.
Alla cerimonia di inaugurazione della mostra hanno partecipato fra gli altri l'arcivescovo di Genova, cardinale Tarcisio Bertone, il sindaco di Genova Giuseppe Pericu, l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, e il presidente della Comunit� di Sant'Egidio, Mario Marazziti.
�In due anni sono stati aperti 13 centri di cura in Mozambico, che si occupano di 4 mila 315 persone - spiega Marazziti - e, entro quest'anno, il progetto Dream partir� anche in Malawi, Guinea Conakry, Guinea Bissau, Angola, Swaziland e Sud Africa�.
Grazie all'impiego del cosidetto cocktail di farmaci � stato possibile far nascere da mamme sieropositive il 97 per cento di bambini sani, offrendo nello stesso tempo alle madri la possibilit� di curarsi e di allungare la propria aspettativa di vita.
La realizzazione del progetto � stata possibile anche grazie all'abbattimento dei costi della cure: utilizzando farmaci prodotti in India - stessa formula ma fuori dal giro delle multinazionali - curare un malato di Aids costa 300 dollari l'anno, contro i 12 mila spesi nei Paesi occidentali.
Il progetto � stato finanziato principalmente da Unicredit che ha stanziato 5,5 milioni di euro per la partenza del programma, garantendone il sostegno per gli anni futuri.
�Siamo un'azienda e come tale dobbiamo produrre utili, ma abbiamo anche una scala di valori articolata e complessa - dice l'amministratore delegato Profumo - Per questo abbiamo pensato di annoverare fra i nostri soci le persone che pi� hanno bisogno�.
La piaga dell'Aids � dilagante in Africa dove 30 milioni di persone sono sieropositive o ammalate, con percentuali di incidenza dell'infezione che variano dal 15 al 30 per cento a seconda dei paesi. Undici milioni di bambini sono orfani a causa dell'Hiv: sono gli orfani dell'Aids. �Questo progetto e questa mostra - dice il cardinale Bertone - rendono evidente a tutti che � possibile fare qualcosa e non ha senso rassegnarsi, pensando che l'Aids in Africa sia una piaga inarrestabile�.
Bruno Viani
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