Non � solo questione di un grande passato. �La fede cristiana rappresenta anche il presente e il futuro dell'Europa�. E il Papa lo scrive a chiare lettere nel messaggio indirizzato ai partecipanti all'Incontro ecumenico di Stoccarda, letto ieri in Germania dall'arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici. Storia e nuova evangelizzazione, ecumenismo e ruolo del Continente al di l� delle sue stesse frontiere. Non mancano certo nel testo pontificio i temi che hanno caratterizzato il magistero europeo di Giovanni Paolo II, specie negli ultimi due anni. E infatti Papa Wojtyla scrive: �La luce del Vangelo ha illuminato la storia dell'Europa, generando una comunione fra vari popoli accomunati dalla stessa sorte�. Ma �non si tratta solo di una storia ormai passata�. �Parlando del cristianesimo in Europa - afferma il Pontefice - si allude anche al suo passato pi� recente, al presente e al suo futuro�. A tal proposito Giovanni Paolo II non manca di ricordare che tra i "padri" dell'Unit� europea molti erano �plasmati dalla fede cristiana�. E che �fin dall'inizio la Santa Sede ha sostenuto l'integrazione� tra le nazioni del continente �sottolineando che la riuscita duratura di una tale unione dovrebbe essere legata al cristianesimo come fattore di identit� e unit�.
Per tale motivo il Papa saluta con soddisfazione l'Incontro ecumenico di Stoccarda. �Con l'entusiasmo della loro fede cristiana e la loro coscienza di essere europei - sottolinea nel messaggio - molti membri di movimenti spirituali dimostrano cos� la loro fiducia nel futuro di un'Europa illuminata dal Vangelo�. Inoltre �nell'impegno di realizzare una societ� pi� umana, aperta agli altri e solidale nell'amore non dobbiamo stancarci di dischiudere il nostro cuore al Vangelo�. �I cristiani di molti movimenti spirituali radunati a Stoccarda - prosegue il testo - danno conferma che il Vangelo li ha portati a superare il nazionalismo egoistico e a vedere nell'Europa una famiglia di popoli, ricca di variet� culturale e di esperienze storiche�. L'Europa di domani, scrive Giovanni Paolo II, �ha bisogno di questa coscienza per prendere parte ai grandi eventi a cui la storia la chiama�.
Di qui l'altra sottolineatura del Papa. �L'Europa unita - afferma, infatti - non pu� pensare solo a se stessa, e limitarsi al suo bene all'interno delle frontiere. L'Europa � chiamata a servire il mondo, in particolare le sue regioni pi� povere e dimenticate, soprattutto l'Africa che � segnata da cos� tanti, gravi problemi. Non si pu� costruire una casa comune in Europa, senza occuparsi del bene dell'intera umanit�. Infine l'accento sul dialogo ecumenico, che �contribuisce a sviluppare un'identit� europea fondata sulla fede cristiana�. E conclude ricordando che sar� la nuova evangelizzazione �a costruire una societ� pi� umana che rispetti la vita� e a �realizzare una presenza generosa sullo scenario del mondo�.
Mimmo Muolo
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