Comunità di S.Egidio


 

Corriere Mercantile

29/05/2004

La Comunit� di Sant'Egidio ha realizzato "Dove 2004" per i clochard genovesi. Un fenomeno in forte ascesa.
"Guida Michelin" per i poveri
Contiene gli indirizzi utili per lavarsi, mangiare e dormire

 

Mancano solo le �stelle�, ad indicare la qualit� delle strutture segnalate, ma per il resto merita davvero la definizione di �Guida Michelin per barboni�, come gi� infatti viene chiamata. E' "Dove 2004", agenda realizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio che raccoglie non solo gli indirizzi utili dove i senza fissa dimora possono lavarsi, mangiare, dormire qui a Genova, ma ci sono anche altre sezioni in pi�: dal memento iniziale, raccolta di dati anagrafici che, in molti casi, rischia li diventare l'unico "documento" di chi vive sulla strada, alle pagine dedicate al lavoro e formazione, divenute ancora pi� necessarie dopo che il tragico crollo del museo della Darsena che ha portato a galla il problema del lavoro nero. Non manca poi l'indirizzo delle Biblioteche cittadine perch� con i poveri, nuovi o vecchi che siano, �che spesso non sono in grado di esprimere le proprie capacit�, � importante andare al di l� dei bisogni primari, spingendoli a leggere un libro o a tentare di imparare un mestiere�, spiega Gianni Carosio, curatore di questa "guida", giunta alla sua terza edizione (l'ultima risaliva al 1999)ma che forse per la prima volta (grazie alla collaborazione del Rotary genovese) si presenta con una completa veste tipografica.

Il libretto si chiude con lo cartine topografiche di Genova, per chi non � della citt�. E gli stranieri che si rivolgono alla Comunit� di Sant'Egidio, al centro 'Genti di Pace" di via Giustiniani, sono sempre di pi�: tra il novembre del 2003 e il maggio di quest'anno i volontari hanno distribuito 4100 pacchi alimentari agli stranieri e 1350 agli italiani. Gli immigrati che periodicamente chiedono aiuto alla Comunit� sono 680 (un centinaio in pi� rispetto all'anno scorso), hanno in media 35 anni e sono per la maggior parte ecuadoriani, ma anche rumeni, peruviani, marocchini e dell'est europeo. �Genova � una citt� in trasformazione - raccontano i volontari - e la nostra "guida" cambia con essa. Si � ampliata infatti la parte dedicata a parrocchie e centri d'ascolto e quello che viene fuori � un affresco della carit� della nostra citt�. Un indirizzario che, come rileva Andrea Chiappori responsabile della Comunit� di Sant'Egidio di Genova , �non � solo una raccolta di dati utili, ma � anche il frutto del nostro lavoro. Noi non siamo portatori de denuncia, raccontiamo solo la realt�, una storia quotidiana dove il numero delle persone che finiscono nel disagio � in costante aumento�. E se i "clienti" non si presentano al centro, � la Comunit� che li raggiunge sulla strada, con la distribuzione notturna di panini, pasti caldi e, in inverno, coperte. �Un gesto - ricorda don Antonio Lovato, responsabile diocesano dei centri d'ascolto - con il quale si vuole soprattutto mantenere un rapporto di persona con gente abituata ormai a sentirsi anonima tra la folla, quando addirittura non da fastidio�. Gente di strada, destinata a rimanere sulla strada: questa "Guida" (pubblicata in 3500 copie) � dedicata a loro. A chi vive in stazione perch� il grande dramma delle rotture familiari lo ha strappato dalla normalit�, a chi (soprattutto donne) traumi e problemi psichiatrici ne hanno fatta una "diversa" ed a chi, non trovando un lavoro, � via via scivolato nell'emarginazione.

Assistiti in aumento

I numeri attestano una realt� sempre pi� cruda: cresce, e pure in maniera elevata, il "popolo degli invisibili". E non si tratta pi� solo di stranieri, immigrati trovatisi in emergenza, ma anche di italiani, gente che come ha detto Andrea Chiappori, responsabile genovese della Comunit� di Sant'Egidio, proviene da �percorsi normali�, quelli che fino a poco tempo fa garantivano una certa tranquillit�. Oggi, a fronte di 415 stranieri che ogni due settimane ritirano in via Giustiniani il pacco di alimenti, ci sono anche 260 italiani, di cui 61 sono senza fissa dimora: 20 vivono per strada e 41 in precariet� (baracche, roulotte, istituti). Ma il dato pi� allarmante riguarda i pensionati: un anno fa erano 20, oggi sono 94, pari al 36,15% del totale. Sono quegli anziani che, come ha ribadito don Antonio Lovato, �hanno una casa, ma non ce la fanno pi� ad arrivare a fine mese�. E ogni quindici giorni, come rivela una volontaria, alla distribuzione, ci sono almeno otto "nuovi clienti" in pi�.

Miriana Rebaudo