Roma ha sempre rappresentato qualcosa di particolare nella storia d'Italia. Il suo valore simbolico peraltro va al di l� del nostro Paese: si connette alla civilt� occidentale e alla trama del cristianesimo. Sessant'anni fa, la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, fu un grande evento. Quella battaglia ebbe un'importanza strategica notevole. Attrasse le forze tedesche nella lotta inscenata ad Anzio e Cassino, indebolendo la resistenza nazista allo sbarco in Normandia. Due giorni dopo la liberazione di Roma, gli Alleati si attestarono con successo sulle coste settentrionali francesi per procedere verso Parigi. L'epopea dello sbarco in Normandia � stata pi� volte celebrata. Ma anche la liberazione di Roma merita di essere ricordata. In fondo il regime fascista era cominciato, ventidue anni prima, con la marcia sulla capitale. La liberazione di Roma era un messaggio agli italiani: gli Alleati lottano per la vostra libert�. Finiva un periodo tragico per la capitale: dalla razzia degli ebrei romani, il 16 ottobre, alle Fosse Ardeatine. Quel 4 giugno � rimasto nella memoria come un giorno di gioia. Una folla festosa accolse gli Alleati, gente di tanti paesi e di tante razze. Una testimone dell'ingresso delle lunghissime colonne di mezzi alleati, attraverso Porta San Giovanni, racconta lo stupore di fronte a tanta forza militare e il senso di sgomento di fronte alla follia della guerra contro Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. I cimiteri militari intorno a Cassino o ad Anzio richiamano ancora oggi la vicenda di tanti giovani (inglesi, americani, francesi, polacchi, italiani, soldati dell'impero britannico e francese) caduti per evitare che non solo Roma ma l'intera Europa fossero dominate dal folle totalitarismo nazista. Con la liberazione di Roma emergeva forte come mai il senso di una comunit� di destino tra italiani, francesi, americani, inglesi. Era una scelta storica da cui non si poteva tornare indietro, non una politica congiunturale. Negli anni successivi le piccole o le grandi divergenze tra europei o tra europei e americani non hanno mai scalfito quel destino comune, cementato nei sacrifici della seconda guerra mondiale. La liberazione di Roma cost� tanto sangue. Ma non si combatt� come, follemente, Hitler o lo stesso Mussolini avevano pensato. Negli ultimi mesi era risuonato forte l'invito di Pio XII a risparmiare Roma: �Chiunque osasse levare la mano contro Roma sarebbe reo di matricidio...�. Fu un piccolo-grande capolavoro di mediazione di papa Pacelli, convinto da sempre che si potesse evitare la guerra e non si dovesse perdere l'umanit� durante la guerra. L'evento della liberazione di Roma richiama dunque anche la figura di Pio XII, il cui messaggio, come quello dei papi del '900, rappresenta una memoria costante dell'orrore della guerra. Il 4 giugno i romani festeggiarono gli Alleati. Il giorno dopo, erano in piazza San Pietro ad acclamare Pio XII per la "salvezza" di Roma. Dopo tanto soffrire, con istinto sicuro la gente (che pure negli anni precedenti si era lasciata andare a tante ubriacature per il regime) riconosceva da dove veniva la propria libert�. Poi riprese la vita: si stamparono giornali e si riprese a discutere. Cominciavano quelle battaglie politiche che avrebbero caratterizzato i decenni successivi della nostra storia. Quelle giornate della prima settimana del giugno 1944 restano per� come un riferimento profondo. Sessant'anni dopo, mentre la maggior parte dei testimoni � scomparsa, la memoria della liberazione non passa
Andrea Riccardi
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