Comunità di S.Egidio


 

01/06/2004

Disabili: celebrazioni e iniziative promosse da un movimento sorto all'interno della Comunita' di Sant'Egidio
Un'amicizia che valorizza e coinvolge le diversita'

 

La Liturgia Eucaristica per i disabili, organizzata annualmente dal movimento de "Gli Amici" della Comunita' di Sant'Egidio, si tiene ormai per tradizione nel periodo compreso tra il tempo della Pasqua e del Corpus Domini. L'evento si inserisce nel cammino di catechesi, che ormai da 25 anni la Comunita' compie per i disabili mentali, non solo a Roma, ma anche a Genova, a Firenze, a Napoli ed a Wurzburg, nel sud della Germania. Un percorso che ha trovato la sua esemplifiaczione nel libro "Gesu' per amico", in cui si raccoglie il tentativo di fornire un annuncio pieno e completo del Vangelo alle persone con minorazioni psichiche.

Intorno agli anni '70 vivevano a Trastevere, nei pressi del monastero di Sant'Egidio, numerosi adulti disabili mentali, persone spesso sole, prive di amicizia e di relazioni. Quando Sant'Egidio si popolo' di giovani stuf\denti, la chiesa ed il monastero divennero luogo di accoglienza per tutti loro. Da allora l'amicizia con i disabili mentali e' diventata una costante di tutte le Comunita' di Sant'Egidio in ogni parte del mondo, nel pieno convincimento che essi siano quei "piccoli" di cui parla Gesu' (Mt 11,25).

Ieri mattina, domenica, all'appuntamento per la Celebrazione Eucaistica nella Basilica di santa Anastasia erano presenti quasi 800 persone tra disabili e loro parenti: la maggior parte della Comunita' di Sant'Egidio, ma anche provenienti da altri istituti, come la Torretta di Genzano e il Fatebenefratelli, da centri residenziali di Tor Lupara, un comune vicino Mentana, e da Tivoli.

"Quello che colpisce e' come il Vangelo - ha commentato Antonella Antezza, responsabile per i disabili mentali della Comunita' di Sant'Egidio - trasforma la vita e i nostri disabili ne sono la testimonianza vivente. Il nome del movimento "Gli Amici" rispecchia il carisma di queste persone che vivono nell'essenzialita' dei rapporti e sentono forte il senso dell'amicizia".

Antonella parla del grande lavoro svolto insieme con i disabili mentali della Comunita' durante l'anno come la preparazione della Liturgia, l'organizzazione nel periodo estivo di piccole feste in struture residenziali e la realizzazione nel mese di settembre di una mostra di quadri dipinti da disabili, utilizzando il ricavato della vendita delle opere per ristrutturare un ospedale della Comunita' in Guinea Bissau.

"Si cerca di creare una rete di solidarieta' e di amicizia - ha continuato Antonella Antezza - che coinvolga a diversi livelli il mondo dei disabili e lo faccia emergere all'emrgere all'esterno".

La Celebrazione e' stata preceduta dalla lettura di un testo da parte di una giovane disabile, in cui si e' sottolineato la necesita' di comunicare il Vangelo a tutti, impegnandosi per la pace e per i condannati a morte, con la consapevolezza che "nessuno e' cosi' povero o debole da non poterlo fare, da non poter aiutare qualcun altro".

E' stata poi esposta una copia dell'icona della Pentecoste della Basilica di Santa Maria in Trastevere. Poco dopo sono stati fatti cadere davanti all'altare, tra canti festosi, petali colorati, segno dello Spirito Santo.

"Lo Spirito Santo - sottolinea don Matteo Zuppi, parroco di Santa Maria in Trastevere - rende piena di colori la nostra vita. Dio non vuole il grigio ma vuole la liberta' nei cuori pieni di colori. Gesu' era andato al cielo - ha continuato - e i suoi discepoli erano spaventati. Il mondo spesso mette paura, sembra una Babele, in cui nessuno sa ascoltare e capire l'altro. Gli uomini diventano aggressivi e violenti. C'e' la guerra e le tante piccole guerre quotidiane: prendere in giro, rispondere male, alzare la voce, guaerdare con insolenza, alzare le mani".

"A un certo punto - ha concluso - avviene qualcosa di straordinario, dal cielo scende su tutti quanti lo Spirito Santo: un fuoco di amore che rende pieni di entusiasmo e di amicizia. E' l'inizio della comunita'. E' una luce che ognuno ha negli occhi. Noi non ci vergognamo piu' perche' il Signore ci vuole bene. Oggi, allora, festa di Pentecoste e' la festa della Comunita', e' la festa di Gesu' Cristo che ci vuole amici. Siamo o no il movimento "Gli Amici"? Lo siamo perche' lo Spirito di Dio ha voluto cosi'. Infine Pietro parla a tutti. Anche noi dobbiamo parlare a tutti e dire che vogliamo la pace e che nessuno sia messo a morte. C'e' bisogno di uomini e donne che parlino la lingua dell'amore".

La Liturgia Eucaristica si e' conclusa sulle note festose dell'inno, dalla mimica avvincente, del movimento "Gli Amici" che hanno accompageato il momento di festa finale organizzato nell'assolata piazza antistante.

Pier Vincenzo Rosiello