Una cittadinanza europea aperta, da affiancare a quella di nascita, la facilitazione della cittadinanza italiana per i figli degli immigrati regolari, ormai in crescita esponenziale nelle nostre scuole. Sono alcune delle proposte di Andrea Riccardi e Mario Marazziti della Comunit� di Sant'Egidio contenute nel libretto, snello ma sapiente, �Eurafrica�, presentato venerd� da Centro missionario diocesano, Celim e Cesvi, coinvolti dalla nuova segreteria Cisl di Gigi Petteni in un momento augurale di ripresa di collaborazione sul territorio intorno a un tema che sta a cuore a tutte le organizzazioni.
All'incontro era presente il vescovo monsignor Roberto Amadei. Hanno inoltre partecipato l'autore Mario Marazziti, storico, dirigente Rai, portavoce della Comunit� di Sant'Egidio per l'Africa dove ha condotto anche operazioni di mediazione internazionale, e Savino Pezzotta, segretario generale Cisl, da sempre attento osservatore dei problemi dello sviluppo e principale promotore della ripresa di un ruolo del sindacato nei confronti dell'Africa. Se i mali dell'Africa � cos� simili ai cavalieri dell'Apocalisse: guerra, fame, peste e morte � continuano a oscurare le potenzialit� di un continente colmo di risorse, se i fondi della cooperazione italiana sono ridotti allo 0,13 del pil (contributi alle agenzie internazionali compresi), se le �lite africane continuano a esprimere il peggio di s�, se l'Africa � assente dalla riflessione geopolitica e economica internazionale (passati i blocchi, sepolti i complessi di colpa postcoloniali dell'Occidente) quale � la strada per riportare attenzione sul continente?
Savino Pezzotta non ha dubbi: �Dell'Africa, o se ne fa un problema politico, o non se ne fa nulla�. E il problema politico, ha chiarito Marazziti, pu� essere posto solo dall'Europa. Se non per amore, per interesse. L'Europa (e in particolare l'Italia) vecchia, che non regger� a lungo � per puro gap demografico � le spinte competitive delle grandi centrali della globalizzazione nelle Americhe e in Asia. L'Europa ha senso ormai solo congiunta all'Africa. Contigua da sempre, da sempre teatro di correnti migratorie. Migrazioni da governare per quanto possibile. Da mitigare negli aspetti pi� disperati e violenti riportando un minimo di sviluppo sensato nel continente. Sviluppo che non pu� esistere (� stato dimostrato in questi trent'anni nei quali la crescente instabilit� politica ha sradicato le pianticelle pazienti della cooperazione) scollegato dalla pace. �Se l'Africa affondasse, la borsa non batterebbe ciglio�, ha commentato amaramente Marazziti.
L'Africa non affonda, ma i gommoni s�, la speranza s� e chi pu� sapere fino a quando il tollerante islam africano rester� tale? Se non per amore, almeno per interesse nazionale la questione africana va affrontata. E questa volta con lungimiranza e intelligenza politica, lasciando da parte i sostegni ai governi di paglia e di sangue e gli aggiustamenti strutturali dell'Fmi e della Banca mondiale che, tagliando i pochi fondi per scuole e sanit� per recuperare il debito internazionale, hanno messo in ginocchio Paesi dove la fame era ignota. Che fare sul territorio, dal territorio? Petteni per la Cisl, don Giambattista Boffi dall'osservatorio della missione, Maurizio Carrara e Andrea Milesi, presidenti rispettivamente di Cesvi e Celim, ong impegnate l'una soprattutto in campo sanitario contro l'Aids e l'altra in campo agricolo e educativo, sanno per esperienza che la strada � lunga, ma che tuttavia non pu� non essere percorsa: sensibilizzazione culturale, azioni legislative, progetti di sviluppo, reti di accompagnamento, formazione di quadri affidabili, valorizzazione delle intelligenze sono i punti dell'agenda.
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