MILANO, 8 GIU - In un contesto internazionale �denso di conflittualit� trasversale, economica, politica, religiosa, l'unica risposta � il dialogo� perch� �non ci pu� essere il bene per un clan, un'etnia, una nazione, ma solo il bene dell'umanit� ha detto oggi l'arcivescovo di Milano, presentando l'incontro internazionale per la pace, previsto dal 5 al 7 settembre.
�� sempre pi� urgente - ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi - che i leader e le persone di buona volont� si incontrino. Le diverse religioni hanno tutte un contributo di sapienza spirituale da offrire. Il dialogo � l'unica via che pu� portarci alla conoscenza reciproca, al riconoscerci e
rispettarci�.
Tettamanzi ha detto di voler interpretare il titolo dell'incontro (�Il coraggio di un nuovo umanesimo�) da teologo e da pastore, �in modo molto popolare, ma non per questo meno profondo: bisogna onorare con coraggio profetico - ha detto - la centralit� dell'uomo, consapevoli che proprio la dignit� dell'uomo � la cosa pi� grande, che va al di l� di ogni interesse, non � scambiabile e vendibile�. Il coraggio di un nuovo umanesimo, dunque, deve significare �centralit� del singolo uomo, quindi di tutti gli uomini: se ci si concentra sul singolo uomo - ha detto l'arcivescovo - nessun volto pu� diventare un nemico. Il bene � di tutti o non � di nessuno, non pu� esserci il bene per il proprio clan, per un'etnia o per
una nazione, ma solo il bene dell'umanit�.
Tettamanzi ha anche invitato a leggere in modo critico espressioni come 'villaggio global�: �la globalit� c'� certamente - ha detto - ma ci sono davvero in questo villaggio i rapporti umani e umanizzanti? Non ci pu� essere globalizzazione umana e umanizzante se non nella solidariet� e per la solidariet�. Da questo punto di vista, l'incontro di Milano � l'occasione per la citt� di presentarsi come capitale della ricerca spirituale, che significa religiosa e di preghiera, ma che vuol dire anche ricerca culturale, in intima connessione con la spiritualit�, perch� il nucleo pi� profondo di ogni cultura umana � il rapporto dell'uomo con l'assoluto, con la trascendenza�.
L'incontro di settembre � quindi �un'opportunit� offerta a tutti per conoscere altre religioni e altre culture, per vedere che ciascuno, dal suo punto di vista, vuole essere operatore di pace�. Bisogna �impegnarsi a conoscerci e riconoscerci, anche nei limiti e nelle manchevolezze di ciascuno�. � indispensabile essere �consapevoli della dignit� di ogni essere umano, dell'unicit� e irripetibilit� di ogni persona: altrimenti nasce l'oggettiva ingiustizia che fa nascere conflitti e intolleranze�. La Diocesi Milanese non teme che l'incontro possa essere strumentalizzato in chiave politica: �esiste una politica sana e una politica non sana. Ci� che facciamo ha una valenza culturale che ricade anche sulla
societ� e sulla politica�. In questo senso quindi, senza etichette, l'incontro di Milano vuole essere politicamente importante.
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