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AGI |
25/06/2004 |
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La burocrazia soffoca la vita degli immigrati, vanificando in parte i vantaggi offerti dal provvedimento, "certamente opportuno", di regolarizzazione mirata dell'ottobre 2002, del quale hanno usufruito in poco piu' di 700.000. Lo afferma la Comunita' di Sant'Egidio, denunciando "l' infittirsi del sistema dei controlli e la troppo breve durata dei dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, anche se rinnovati a soggetti presenti in Italia da molti anni". Tali permessi, infatti, "non possano superare il limite del biennio attualmente previsto in questi casi, come anche nei casi di lavoro autonomo e ricongiungimento familiare". Secondo la Comunita' di Sant'Egidio, "in pratica la gran parte degli immigrati in questo momento deve rinnovare il permesso di soggiorno con una frequenza che non supera il biennio, per di piu' sottoponendosi, se non l'ha gia' fatto al momento del rilascio iniziale, anche ai rilievi dattiloscopici". Tutto questo provoca, si legge in una nota, "una sostanziale paralisi del sistema, con prenotazioni degli appuntamenti tra i 10 ed i 14 mesi secondo il carico di lavoro dei diversi commissariati". E cosi' "ormai nella maggioranza dei casi il tempo necessario al rinnovo quasi eguaglia quello di validita' del permesso di soggiorno". "Il risultato - lamenta la Comunita' di Sant'Egidio - e' che la vita dell'immigrato regolare viene continuamente interrotta nel suo svolgersi, costretta per lunghi periodi ad una stasi forzosa: per un verso non puo' uscire dall'Italia in quanto il transito in altri paesi gli viene impedito dall'assenza di un titolo valido e comunque una volta uscito non potrebbe far rientro regolarmente; questo mentre aumentano le incertezze anche nella vita in Italia. Per esempio nel caso di un cambiamento del lavoro, cosi' come per l'iscrizione ad un corso di formazione professionale pubblico o convenzionato, e nella partecipazione agli esami per il rilascio della patente di guida, la frequenza ad un corso universitario)". Per ovviare alla situazione, occorre stabilire, afferma la nota, che "l'amministrazione puo' esercitare la facolta' di proroga del titolo di soggiorno in scadenza di cui dispone, commisurando la proroga proprio al tempo che le occorre per pronunciarsi sulla richiesta di rinnovo".
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