Comunità di S.Egidio


 

03/07/2004


SE SCOPPIA L'EMERGENZA AFRICA

 

Non sappiamo quando. Forse fra un anno, forse fra un decennio o pi�. Ma prima o poi qualcuno lancer� l'allarme. Scoppier� l'emergenza Africa�. Improvvisamente scopriremo che quel continente che appare oggi ai pi� come un buco nero geopolitico, ignorato dai media, pesa eccome sulle nostre vite. Ascolteremo profezie apocalittiche, affronteremo ondate xenofobe e razzistiche. Combatteremo nuove formazioni terroristiche, non pi� mediorientali ma eruttate dal vulcano africano che oggi ci illudiamo stia dormendo.

Non � consigliabile affrontare i problemi quando sono gi� esplosi. Ma il destino dell'Africa sembra scritto. Finch� potremo, la ignoreremo. E quando la scopriremo sar� forse tardi.

Tanto pi� utile � la lettura del libro che lo storico Andrea Riccardi e il saggista Mario Marazziti, rispettivamente iniziatore e portavoce della Comunit� di Sant'Egidio, hanno dedicato al continente africano e ai suoi mille legami con l'Europa (Eurafrica, Leonardo International, pagg. 128, euro 13). Un volume appassionato, ricco di informazioni poco note e di proposte concrete. Soprattutto, fecondato dall'esperienza sul campo di chi l'Africa la conosce per esperienza diretta. Oggi l'Africa non compare nelle mappe strategiche dell'Occidente. Il politologo americano Samuel Huntington, creatore della fin troppo celebre teoria sullo �scontro delle civilt�, esclude dalla sua cartografia l'intera Africa subsahariana. Terra nullius. Certo, quella parte del pianeta produce tra l'1 e il 2% delle ricchezze mondiali. Sembra interessare solo per le sue ricchezze naturali - diamanti, petrolio eccetera - e per i rischi di diffusione delle epidemie. O come teatro di confronto geopolitico fra potenze esterne, Stati Uniti e Francia su tutte. Pi� recentemente, i media hanno cominciato a sondare il filone dei network terroristici diffusi in profondit� nell'Africa nera. Ma se qualcuno recidesse il cordone ombelicale mediterraneo che connette l'Europa all'Africa, le conseguenze sui mercati finanziari internazionali sarebbero pressoch� nulle.

Quanto a noi italiani, la tendenza � a ridurre la questione africana all'immigrazione. Si costruiscono scenari inquietanti, quasi fossimo minacciati da un'invasione nemica. Si ingigantiscono le cifre della presenza �extracomunitaria� nel nostro paese, sollecitando gli istinti xenofobi e razzisti. Si bollano spesso come �clandestini� - termine carico di valori semantici negativi - profughi che cercano da noi un rifugio dalle guerre e dalle persecuzioni.

Non la schiuma della terra. Anzi, molto di frequente l'�lite di societ� percorse da conflitti e vendette etnico-religiose. �E' chi ha studiato, che lascia l'Africa�, ci ricordano gli autori. La lascia per cercare da noi ci� che non spera pi� di trovare in casa.

Il filo rosso che connette i casi di studio e i temi principali del libro � l'idea di �Eurafrica�. A prima vista, un ossimoro. A ben guardare, uno spazio effettivo. Di pi�: una risorsa potenzialmente decisiva. Per il futuro degli africani, ma anche per il nostro. La geografia e la storia - troppo spesso tragica - impediscono di pensarci estranei, nel bene e nel male, alla contaminazione reciproca con gli africani: �L'instabilit� africana non lascer� immune l'Europa nel lungo periodo. Nel continente africano girano tante armi e tanti armati. La povert� di milioni di persone � gi� essa stessa un elemento di instabilit�. (...) La stabilit� e la sicurezza dell'Africa sub-sahariana � una condizione della sicurezza europea�, scrivono Marazziti e Riccardi.

E' bene ricordare i rischi, le minacce. Ma gli autori hanno il merito di rimarcare che i problemi comuni possono essere affrontati. Non sono tutti irresolubili. L'Africa non � condannata a un destino perverso. Non dall'ottimismo della volont� n� dal facile �buonismo�, ma da una rigorosa analisi dei problemi e delle risorse a disposizione per affrontarli dovrebbe prendere slancio quel senso di comunanza eurafricano di cui noi abbiamo urgente bisogno. Nel nostro primario interesse.

Lucio Caracciolo