Comunità di S.Egidio


 

18/07/2004


Anziani, "Sole s�, soli no"
Progetto Sant'Egidio contro l'emergenza caldo.

 

Domani i lettori, acquistando il Secolo XIX, troveranno nelle edicole di tutta la Liguria anche un pieghevole dal titolo significativo: "Sole s�, soli no". La pubblicazione, che propone quattordici consigli utili per difendersi dal grande caldo, � a cura della comunit� di Sant'Egidio e ha il patrocinio del Secolo XIX, della Provincia di Genova e del Comune di Savona. Un ringraziamento particolare va proprio agli edicolanti liguri, che hanno deciso di sostenere questa iniziativa, rinunciando al compenso contrattuale dovuto per la distribuzione degli allegati al giornale.

Accanto ai consigli utili per l'estate anche l'impegno a fare compagnia alle persone pi� sole e pi� povere

Andrea Chiappori, responsabile di Sant'Egidio, spiega l'importanza delle iniziative per prevenire le morti estive degli anziani e trasformare l'emergenza caldo in una possibilit� concreta per un nuovo tipo di assistenza.

Emergenza caldo, emergenza anziani. Non a livelli dell'anno scorso, per fortuna, ma la situazione deve essere comunque tenuta sotto controllo. Le persone di una certa et�, soprattutto quelle che hanno problemi di salute e sono debilitate nel fisico, devono prestare particolare attenzione soprattutto in estate. Il calore e l'umidit� possono mettere a dura prova la gi� ridotta capacit� dell'organismo di adattarsi.

Proprio per aiutare gli anziani a vivere meglio, la Comunit� di Sant'Egidio ha lanciato il progetto "Sole s�, soli no". Accanto a consigli utili per l'estate (norme di comportamento da tenere sia in casa sia all'aperto), i volontari della comunit�, presenti e impegnati in tutta la Liguria (a Genova la sede � in piazza della Nunziata 4, telefono 010.2468782), sottolineano come il primo aiuto � quello di fare compagnia agli anziani, alle persone sole.

Andrea Chiappori, responsabile di Sant'Egidio, spiega l'importanza del progetto, delle iniziative per prevenire le morti estive degli anziani e trasformare l'emergenza caldo in una possibilit� per un nuovo tipo di assistenza.

Nel concreto, in che modo Sant'Egidio tenta una risposta alle tante difficolt� quotidiane che vivono gli anziani?

�Oltre a questa iniziativa "Sole s�, soli no", che in Liguria pu� avere una cos� capillare diffusione grazie alla Provincia di Genova e alla Circoscrizione quinta del Comune di Savona che hanno contribuito alle spese di stampa, al secolo XIX e agli edicolanti che lo distribuiscono, la Comunit� di Sant'Egidio potenzia durante l'estate la sua presenza particolarmente negli istituti di ricovero. Infatti, la quasi totalit� dei decessi lo scorso anno � avvenuta proprio negli ospiti. Le cause di quel che � accaduto sono molte e complesse. Penso che gli enti che gestiscono queste strutture e gli enti pubblici che hanno responsabilit� di controllo debbano mettere in atto una profonda riflessione e una revisione dell'intero sistema di assistenza agli anziani. Per quel che riguarda noi, la nostra amicizia con gli anziani dura dal 1972, con una attenzione fedele alle persone e ai loro problemi. L'amicizia � stata la strada che ci ha aiutati a penetrare in profondit� nel "continente anziani". Aiutarli nei momenti difficili della loro vita � stato restituire loro un senso, una ragione per vivere a partire dalla convinzione che l'esistenza � sempre un valore.�

Qual � il desiderio di un anziano, di chi rischia di essere emarginato, dimenticato, o addirittura annullato nella societ� di oggi?

�E' quello di rimanere nel suo ambiente, nella sua casa, nel suo quartiere. Negli ultimi trent'anni abbiamo lavorato in una prospettiva totalmente alternativa a quella del ricovero: gli anziani vivono, guariscono, reagiscono meglio alla malattia e all'invalidit� se possono rimanere nella loro casa. Invece, si assiste a un repentino deterioramento sia fisico sia psichico quando sono costretti al ricovero in istituto. Questo viene vissuto nella maggior parte dei casi come una condanna all'isolamento, che toglie all'anziano la voglia di vivere, perch� difficilmente riescono a sopportare il distacco dal proprio ambiente familiare, non solo dalle persone ma anche dalle mura domestiche, dagli oggetti, dai ricordi.�

Quali sono i soggetti pi� a rischio, le persone pi� povere nella realt� economica e sociale di oggi, a Genova e in Liguria?

�L'impoverimento di fasce consistenti della popolazione � da mesi un tema all'ordine del giorno. L'aumento dell'attivit� dei nostri centri di sostegno a cittadini italiani e stranieri che non riescono a provvedere alle loro necessit� ne � una testimonianza inequivocabile. Se devo individuare una fascia della popolazione che oggi fatica a sopravvivere, allora dico gli anziani. Il 44 per cento dei pensionati iscritti al fondo lavoratori dipendenti dell'Inps ha una pensione inferiore a 500 euro mensili. I pensionati, sia ex dipendenti sia autonomi, che hanno un reddito mensile inferiore a mille euro sono l'84,5 per cento del totale. Sono i pi� vecchi le persone pi� a rischio sopravvivenza.�

Vecchiaia come causa di povert�, dunque.

�S�, ma c'� anche un altro aspetto del problema. L'invecchiamento demografico produce un fenomeno paradossale: uno dei migliori frutti della societ� del benessere, l'aumento dell'et� media, diventa condizione e causa di un processo inarrestabile di decadenza. Esiste ormai una tendenza culturale sempre pi� ampia che identifica la vecchiaia come la causa di un impoverimento generale della societ�. Per questo c'� un richiesta pressante di orientare in modo diverso la spesa sociale, presupponendo un eccesso ingiustificabile di risorse a favore della terza et�.

Ma mi domando e vi domando: "Sono i vecchi a renderci pi� poveri?". La tendenza culturale � questa, ma i dati che ho citato prima dimostrano esattamente il contrario. In realt�, gli ultra ottantenni sono sempre in aumento. Nel 2025 sarannol'8 per cento degli italiani. Questo comporta un carico assistenziale aggiuntivo, che deve essere modulato sulle singole esigenze. Accettarlo e farlo diventare dato acquisito dell'organizzazione sociale e delle decisioni politiche sarebbe un gran bel passo avanti.�

Paolo Cavallo