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25/07/2004 |
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Si mobilitano le Istituzioni locali e nazionali per affrontare l�emergenza caldo. Ma le associazioni mettono in guardia: il pericolo maggiore � la solitudine. |
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L� "ecatombe degli invisibili": � passata cos� alla storia l'estate dello scorso anno per i 30mila morti in pi� rispetto all'anno precedente, a causa del gran caldo. Ecco perch� il Ministero della Salute, con le Istituzioni locali, si � mobilitato per elaborare strategie e piani di intervento volti ad aiutare gli anziani a fronteggiare l'ondata di caldo: consigli utili, numeri a cui fare riferimento in caso di bisogno di aiuto, raccomandazioni e suggerimenti. Ma c'� chi -come la Comunit� di Sant'Egidio- lancia uno slogan: "Sole s�, soli no". Lo slogan � diventato un minuscolo strumento di "buone pratiche", una sorta di "Bignamino" in forma di depliant, che porta come sottotitolo: "14 consigli per difendersi dal grande caldo" e che pubblichiamo perch� le quattordici piccole grandi idee suggeriscono agli anziani una piacevole ma serena "way of life" per l'estate. �"Sole s�, soli no"... � il nostro slogan per l'estate 2004 - spiega Bianca Frattini, responsabile del Servizio anziani della Comunit� di Sant'Egidio - questa estate deve segnare un salto di qualit� nella consapevolezza di una societ� che, proprio perch� ha raggiunto uno dei pi� alti gradi di civilt� cui � legittimo aspirare, � anche una "societ� anziana". Quel che � successo l'anno scorso non vuoi dire che l'estate sia un tempo nemico dei vecchi. Il vero nemico � la solitudine. Ecco perch� "sole s�", a patto che si aggiunga subito dopo: "soli no"�. A Napoli il totale degli anziani tra i 65 e gli 85 anni � di 160.794 unit� e quello degli ultraottantacinquenni � di oltre 16.000 con un'incidenza sul totale dell'intera popolazione anziana (pi� del 9%) tra le pi� alte d'Italia. Anziani fragili. Anziani a rischio, perch� soli (il 26,8% del totale) di cui oltre 9000 (il 45,3% degli ultraottantacinquenni), vivono da soli con le difficolt� e la fatica che facilmente si pu� immaginare. Ma a rischio anche perche sopravvivono con la pensione minima, convivendo con patologie croniche (in Campania 350.000 anziani soffrono di almeno due malattie croniche). A Maggio 2003 a Napoli gli ultrasessantacinquenni che vivevano da soli erano 42722, cio� il 24% del totale, il 20,6% delle famiglie contro il 13% del resto d'Italia. In Campania l'opinione pubblica non ha registrato una mortalit� di anziani particolarmente elevata l'estate scorsa. Eppure nel periodo l� giugno/31 agosto 2003 a Napoli si � registrato un numero di decessi negli ultrasessantacinquenni di 1458 unit� contro le 1231 del periodo corrispondente del 2002, con un incremento numerico di 227 unit� e percentuale del 18,4% (Dati Istituto Superiore di Sanit�). Forse tale sensibile aumento della mortalit� degli anziani in Campania ha fatto meno notizia che altrove perch� nella nostra Regione potremmo dire "ordinariamente" si vive meno e si ha una qualit� di vita peggiore che nel resto d'Italia. Ecco qualche dato. Si muore di pi� che nel resto d'Italia (ad es. il tasso di mortalit� della classe di et� 80-84 anni � in Campania del 105,2/1000 contro il 91,0/1000 della Puglia Fonte 1STAT-Servizio "sanit� e assistenza"). Si vive con poco: a Napoli tanti, troppi, dei circa 177 .000 anziani vive in stato di povert�: oltre 32.000 vivono di pensione minima, mentre oltre 26.000 recepiscono soltanto la pensione sociale, cio� il 33 % dei nostri vecchi stenta a procurarsi il necessario. �Insomma - spiega Mario De Finis responsabile del Servizio anziani della Comunit� di Sant'Egidio - l'emergenza estate non � che la punta di un iceberg contro cui rischiano di infrangersi ed incagliarsi le nostre scelte politiche ed economiche, ma anche i modelli culturali dominanti e, in definitiva, le nostre scelte di vita�. L'impegno di Sant'Egidio per gli anziani � cominciato nel 1975. Da allora, la Comunit� si � radicata in molti quartieri, in sette istituti e in due ritiri comunali, dove segue circa 700 anziani. Ad agosto sono previste visite domiciliari, controllo telefonico coloro che non hanno la possibilit� di uscire. Ma l'appello lanciato dalla Comunit� di Sant'Egidio punta soprattutto a modificare uno stile di vita invitando tutti ad una maggiore attenzione all'altro: �E allora -conclude Bianca Frattini- il familiare, il medico, il vicino, il portiere, il negoziante, l'assistente sociale, tutti noi possiamo contribuire a comporre con buone pratiche, che non costano molto, anche in termini di tempo, una rete di fiducia e sicurezza attorno ai pi� fragili, con una vigilanza affettuosa e intelligente. Le morti evitabili pesano su tutta la societ� e sono un brutto segnale per tutti, mentre lo spezzare l'isolamento di tanti crea una nuova cultura della vita�
Rosanna Borzillo
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