Comunità di S.Egidio


 

11/08/2004

LA STORIA
Che fine ha fatto Giovanni Cobre?

 

Che fine ha fatto Giovanni Cobre? Da un po' di giorni i volontari di Sant' Egidio cercano il barbone, chiamano ospedali e centri di accoglienza ma la ricerca s' infrange contro un' obiezione all' apparenza insuperabile: �Ci dispiace, ma c' � la legge sulla privacy e non possiamo dire nulla a proposito di un eventuale ricoverato �.

� scomparso nel nulla, eppure era una vecchia conoscenza per chi si occupa di �homeless�: Giovanni Cobre, infatti, � stato per anni e anni una mezza istituzione nella zona di San Pietro, dove oggi risulta irrintracciabile. Per chi lo conosce e lo assiste da anni questa scomparsa appare piuttosto inspiegabile. Da qui la ricerca, nella speranza che non sia destinata a restare senza esito. Ed ecco allora l' appello lanciato attraverso questo giornale, utilizzando anche una vecchia foto del clochard.

Che fine ha fatto Giovanni Cobre, il clochard di casa a San Pietro?

�Stiamo cercando un amico che vive in strada nella zona di San Pietro, a Roma, e che ci siamo persi - spiega Carlo Santoro ([email protected]) -. Nessuno lo ha visto da un paio di mesi. Lo abbiamo conosciuto nel 1984. Si fa chiamare Giovanni Cobre, sebbene possiamo presumere che il suo vero cognome possa essere Ghebre e che lui, per tagliar corto, l' abbia voluto rendere pi� "normale" anche per dimenticarsi l' Eritrea, dalla quale veniva ma di cui non ama affatto parlare. Giovanni si impone subito per la sua allegria, per la sua favella, per le sue trovate geniali. Dai suoi racconti si intuisce che � arrivato in Italia nel 1960 con i frati cappuccini e che, probabilmente, era un novizio e l' intenzione era quella di farlo studiare a Roma. Quasi subito deve aver subito l' esperienza manicomiale e non solo nella Capitale, ma anche in altre citt�, sicuramente a Bergamo�.

�Giovanni fa spesso una descrizione dettagliata della vita all' interno del manicomio - prosegue il volontario di Sant' Egidio -. Ma riesce a raccontare tutto con il sorriso, persino eventi sicuramente non piacevoli come l' elettroshock. Compresa la storia che diceva di aver vissuto nel manicomio di Bergamo, dove ha sostenuto di aver incontrato Paolo VI che non era morto ma si trovava l� perch� non aveva pagato la luce... Giovanni spesso ti spiegava le sue teorie e le sue invenzioni. Molte di esse erano di una certa complessit�. Su tutte forse la pi� interessante, sebbene forse di difficile realizzazione, era quella della Via Crucis sportiva, una sorta di maratona per i santi e per preti, ma non solo, allo scopo di tenere in forma il corpo e lo spirito...�.

Alla fine degli anni ' 80 il caso di Giovanni viene monitorato, osservato, studiato. La sua storia finisce sul volume �Essere barboni a Roma�, edito nel 1990 dalla Caritas. Chi lo conosce ricorda il suo eterno grido �Viva la Repubblica� ma anche i regali pi� strampalati che faceva ai suoi interlocutori: un pupazzo, una pallina, una radio (tutti frutto della sua attivit� di ricerca nei rifiuti in giro per la citt�), donati senza potergli dire di no. � sopravvissuto finora alla morte di altri compagni di strada, come Arturo o come Zerisghi, suo vecchio amico e conterraneo che gli voleva bene.

�All' inizio dell' estate 2003 - racconta Santoro - per caso siamo venuti a sapere che Giovanni si trovava ricoverato alla rianimazione dell' ospedale Nuovo Regina. Era in coma e ci rimase per 20 giorni. La causa? I medici supponevano un' intossicazione causata da qualche cibo. Improvvisamente, dopo 20 giorni esatti, Giovanni riapre gli occhi e ci saluta. Dopo qualche giorno esce dall' ospedale e ricomincia il suo solito tran tran. La mattina di fronte alla Chiesa della Traspontina a San Pietro, il pomeriggio in giro, a via Dandolo o in altre mense. La notte? Nessuno sa dove in realt� andasse a dormire. Questo - come molti clochard - preferisce non rivelarlo�.

�E ora, qualcuno pu� aiutarci?�, chiede il volontario. Chiunque ne sappia qualcosa � pregato di contattare Sant' Egidio allo 06.57300510.

Paolo Brogi