Comunità di S.Egidio


 

25/08/2004

Bignardi al meeting
Un'unit� come dono al paese

 

Miracolo a Rimini? La presidente dell'Azione Cattolica, Paola Bignardi, parla al meeting di Cl. � davvero sorprendente? Un muro che cade (come qualcuno ha scritto)? Semmai � qualcosa che cresce. L'evento di ieri a Rimini non � proprio l'incontro di quarant'anni fa tra Paolo VI e l'ortodosso Atenagora, dopo quasi mille anni di scomuniche. Perch� allora tanta enfasi massmediale? Magari per leggervi alternativamente disegni papali o mani vescovili o esigenze della politica... In realt�, si tratta di un evento, quello di Rimini, rivelatore di una trama di fatti e incontri che attraversa e interpella da anni i cattolici. Va ricordato agli smemorati. E poi un cattolicesimo italiano al plurale non � una sorpresa: mai � stato un monolite. Lo hanno abitato una variet� di esperienze. La stessa Azione Cattolica, negli anni '50, era nota per i suoi dibattiti interni (che Pio XII giudicava laceranti). Altri dibattiti ci sono stati negli anni da poco trascorsi, e forti anche, come il vescovo Betori osservava giorni fa su queste colonne.

A ricordare il clima degli anni '70 e '80, direi che c'era allora un problema di orientamento di fondo. Lo sciolse il Papa nel convegno ecclesiale del 1985. L'evangelizzazione degli uomini e della cultura del Paese: questo il vincolo che accomuna e lancia tutti i soggetti. Ma c'erano a quel tempo identit� forse pi� adolescenziali, a ridosso ancora del clima postconciliare.

Il nostro cattolicesimo si presenta anche oggi con volti differenti. I movimenti sono diversi tra di loro: l'ordito spirituale di un focolarino � differente da quello di un ciellino. Alle spalle c'� per� una coscienza maturata in lunghi anni ed emersa con forza nel 1998, nell'incontro voluto da Giovanni Paolo II alla vigilia di quella Pentecoste. Si concludeva come un itinerario cominciato vent'anni prima, all'avvio del p ontificato (ma i prodromi c'erano gi� con Paolo VI). Il Papa voleva riconoscere nella Chiesa il tessuto carismatico dei movimenti. I quali - va detto - erano stati considerati piuttosto ai margini dell'ecclesialit� ufficiale, seppur con qualche eccezione. Papa Wojtyla non ha avuto paura di parlare di unit� della Chiesa, ma anche di amarne il vissuto multiforme. E lo ha fatto con un coraggio che va ben al di l� di tante geometrie ecclesiali. Almeno dal 1998, � iniziato un percorso di incontri e di stima tra movimenti e associazioni, di inviti reciproci e di sostegno. Si tratta di un percorso di progressiva maturit�, in cui nessuno ha titoli "messianici", ma tutti si riconoscono elementi e carismi di un unico popolo. Questo cammino dura dunque da almeno sei anni. L'evento paneuropeo di Stoccarda (piuttosto singolare nel suo genere) nasce dai movimenti. L'invito dell'Azione Cattolica a Cl e ai movimenti italiani per il prossimo 5 settembre a Loreto si colloca in questo solco. E cos� l'incontro della Bignardi a Rimini. � ormai impensabile essere assenti ai grandi momenti degli uni o degli altri.

Ma c'� un altro fatto su cui conviene riflettere. Dal mondo dei cattolici viene una serie di iniziative di respiro culturale e di coinvolgimento "popolare": Rimini, Loreto, l'incontro interreligioso di Milano e tanto altro. Ci sembrano espressioni di vitalit� che si stagliano in una stagione, che nel suo insieme pare purtroppo non cos� tanto abitata da idee e dibattiti. � una vitalit� che dice qualcosa all'Italia e che la proietta in una prospettiva pi� larga. Nasce dal reticolo capillare e multicolore, dunque pi� comunicativo, del cattolicesimo italiano. E tuttavia � una vitalit� che � ben lungi dall'autocelebrarsi. Che ha pudore di s� e consapevolezza dei vuoti, come dei problemi. Sarebbe un 'illusione, se no. I vescovi recentemente hanno ricordato: c'� una fede da comunicare. A Loreto - si legge nell'invito dell'Azione Cattolica - �noi vorremmo gridare a tutti che non ci vergogniamo del Vangelo; che vogliamo far arrivare al maggior numero possibile di persone la buona notizia��. Le voci hanno tonalit� diverse, si dipartono da luoghi differenti, ma la coscienza � comune. Cos� come il rispetto offerto e atteso da tutti.

Andrea Riccardi