Comunità di S.Egidio


 

31/08/2004

Domenica l'Incontro Interreligioso
Assisi trapiantata a Milano

 

Dal 5 al 7 settembre si incontrano a Milano leader religiosi delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali su invito della Comunit� di Sant'Egidio e del cardinale Dionigi Tettamanzi. Un appuntamento di questo tipo non pu� essere scontato in una stagione segnata da tanti conflitti, scontri tra culture, mondi religiosi e civilt�. E infatti ci siamo forse troppo rassegnati a questa realt� di incomprensione. L'abbiamo persino teorizzata. Tanto che alcune religioni ci appaiano quasi condannate a un destino di violenza o, almeno, di contrapposizione. L'evento milanese vuol essere segno di speranza: il futuro non pu� consistere nello scontro. Dentro il mondo contemporaneo, infatti, si vive sempre pi� insieme tra gente di religione e di cultura diverse. Nella stessa Milano, ci sono comunit� di immigrati che, con storie e fedi diverse, vivono accanto ad altre comunit� maggioritarie, figlie dell'antica tradizione cristiana di queste terre. Non � un fenomeno che riguarda solo l'Europa occidentale. Genti varie si avvicinano in tanti punti del mondo. Tuttavia, proprio nel tempo della globalizzazione, scoppiano conflitti identitari che ci sorprendono per la loro violenza. Sono quasi la ribellione ad una globalit� che appare livellatrice in parecchi suoi aspetti.

Il meeting di Milano non intende essere un abbraccio facile davanti alle telecamere, n� l'enunciazione di generici buoni propositi. Anche se i buoni propositi e i buoni sentimenti sono talvolta importanti per ispirare i popoli. Si sa che persistono differenze profonde su diversi profili. Il che non va neutralizzato con un vago spirito di tolleranza. Ma non pu� significare nemmeno trovarsi per forza destinati al conflitto. Nello scenario della globalizzazione (cos� diverso da quello di vent'anni fa su tanti aspetti) siamo arrivati con la preziosa eredit� di Assisi. Nel 1986, in clima ancora di guerra fredda, Giovanni Paolo II convoc� i leader religiosi del mondo all'insegna del legame profondo tra pace e preghiera. Ebbene, quello "spettacolo" di Assisi non poteva restare congelato nell'immobilismo, una bella splendida icona. Era piuttosto il germe di un cammino che andava sviluppato. Ed � stato proseguito sugli scenari pi� diversi lungo gli anni; da Varsavia nel 1989, quando vacillava il regime comunista, a Bucarest nel 1998, un incontro che apr� la strada al grande viaggio di Giovanni Paolo II, il primo in un Paese ortodosso.

In questi anni lo spirito di Assisi si � approfondito: uomini e donne di religione diversa si sono a loro volta immessi in questo cammino. Lo si � visto con chiarezza quando, all'inizio del 2002, il Papa stesso ha voluto invitare i leader religiosi nuovamente ad Assisi, dopo l'11 settembre, per pregare per la pace. L'incontro e il dialogo sono maturati. Non un itinerario nel relativismo. Pi� si va in profondit� alla propria fede, e pi� emerge un modo sincero di incontrare l'altro. Identit� e dialogo non sono in contraddizione: senza una fede vissuta non c'� incontro con i mondi religiosi altrui. La grande sfida del nostro tempo non � quella di rinunciare alle proprie radici. Non � nemmeno quella di rifiutare l'altrui diversit�, barricandosi in se stessi.

Il cammino che parte da Assisi ha creato, lungo quasi due decenni, una trama di amicizia e di incontri; ha posto le basi di una "civilt� del convivere". Per questo genti di religioni e culture diverse si incontrano a Milano. Lo si fa, quarant'anni dopo l'Ecclesiam Suam, l'enciclica in cui Paolo VI chiam� la Chiesa ad un approfondimento della propria coscienza e al dialogo. Oggi tali passi sono, almeno per noi cristiani, una necessit� vissuta e condivisa da molti sui pi� diversi scenari del mondo.

Andrea Riccardi