Dopo il �grido di dolore� per la pavidit� dei cristiani d'Occidente nel contrastare l'Islam, lanciato a Roma prima dell'estate, il presidente del Senato Marcello Pera ha fatto a Berlino un altro accorato appello alla mobilitazione generale contro il pericolo musulmano. A Roma s'era fatto schermo di alcuni prelati e delle caute affermazioni del cardinale Ratzinger; a Berlino, di De Gasperi addirittura. Insomma ci si � messo anche lui, cristiano per modo di dire, nel gruppo dei �difensori della fede� di dubbia affidabilit�, quasi non bastassero Oriana Fallaci, don Baget Bozzo e Ida Magli, per citare alcuni corifei.
Alla follia omicida del terrorismo si dovrebbe dunque rispondere con la guerra preventiva e totale contro l'Islam come tale, tutto ormai nelle mani di fondamentalisti impastati di odio per l'Occidente e la Cristianit�. Altro che �scontro di civilt� da contrastare con le armi della giustizia e della ragione, senza proclamarsi �razza superiore�. Bisogna andare per le spicce e mettere a punto la grande armata in vista di una nuova Lepanto che spazzi via gli infedeli e li riduca all'impotenza per almeno altri quattro secoli. Non dice le stesse cose ogni giorno anche Bush, che chiede la rielezione in nome di una lotta planetaria al terrorismo?
In questo clima infuocato, appare ingenuamente temerario - se mi si passa l'ossimoro - il discorso che porta avanti la Comunit� di Sant'Egidio, con la sua testarda fiducia nella forza della conoscenza, del rispetto reciproco e del dialogo tra religioni e culture diverse, su cui costruire un nuovo ordine mondiale. Religioni e culture: il coraggio di un nuovo umanesimo � infatti il tema della XVIII edizione degli Incontri internazionali della pace che, su sua iniziativa e con il pieno appoggio del Papa, della Chiesa italiana e della diocesi di Milano, si tiene nella capitale lombarda dal 5 al 7 settembre.
Sant'Egidio non arriva all'appuntamento soltanto sotto la spinta dello �spirito di Assisi� che soffia dal 1986, quando tutto cominci� sulla tomba di Francesco e con la partecipazione personale di Giovanni Paolo II. Vi porta anche un bagaglio di competenze, provate sul campo con notevoli successi, dal Mozambico, nel 1992, ai giorni nostri. Il piccolo gruppo, raccoltosi attorno a Santa Maria in Trastevere a Roma, si � nel frattempo infoltito e oggi sono pi� di 40.000 gli aderenti al movimento, presenti e operanti in una sessantina di nazioni.
Non fanno i �buoni� e non sono �buonisti�, quelli di Sant'Egidio. Non sono �quattro spensierati� che parlano a vanvera, anzi il punto di forza delle loro iniziative di pace sta proprio nel confronto diretto, anche aspro, con la realt� del mondo d'oggi, le sue complessit� e contraddizioni, viste e vissute da vicino. Non sono osservatori disincantati, ma testimoni, attenti a cogliere i segni dei tempi. La fede che li anima � un di pi�, non un sostituto ascetico delle necessarie competenze per far fronte agli immensi problemi che agitano il mondo d'oggi.
A Milano non si celebra la sagra delle religioni, dell'abbraccio indiscriminato �tanto siamo tutti uguali e una religione vale l'altra�; del sincretismo religioso che non sa e non vuole distinguere fra il buono e il cattivo, il vero e il falso, il giusto e l'ingiusto. Al contrario, il dialogo si fonda sul rigoroso rispetto delle specifiche identit� e mira alla collaborazione possibile tra �diversi� che tali sono e vogliono restare. Il fatto che su tutto questo si invochi insieme, in maniera solenne e nelle modalit� proprie di ciascuno, la benedizione di Dio, comunque riconosciuto e adorato, pu� dar fastidio solo a chi presume di avere in mano le chiavi del cuore degli uomini. O le armi per mettere ordine nel mondo. Una ricetta che finora si � rivelata ovunque esiziale: missili e cannoni, anzich� stanare e punire i malvagi, hanno aperto il vaso di Pandora e tutti possiamo costatare che cosa ne sta venendo fuori.
Leonardo Zega
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