Giuseppe Laras, lei � il rabbino capo di Milano. � giusto dialogare con l�Islam?�Non solo � giusto ma � anche necessario. L�Islam � un mondo molto variegato. E bisogna parlare con tutte le sue componenti disponibili al confronto e all�ascolto. Apprezzo l�occasione di dibattito organizzata dall�Arcidiocesi e dalla Comunit� di Sant�Egidio. La comunit� ebraica italiana e internazionale � stata invitata e parteciper� con grande interesse. Arriver� anche il rabbino capo di Israele, Yona Metzger�.Da domenica ci saranno a Milano 350 leader religiosi di tutto il mondo, esponenti della societ� civile e intellettuali. Fra questi anche personalit� del mondo islamico, componenti del consiglio degli Ulema in Iraq e dell�autorit� palestinese. Siete pronti a dialogare anche con loro?�Certo. Lo scopo e il senso dell�incontro � proprio sottolineare che il dialogo fra le fedi pu� dare un grande contributo alla costruzione della pace. Bisogna parlare con l�Islam moderato e cercare il confronto anche con le altre correnti. Se accettano l�invito a dialogare, � gi� un primo passo nella buona direzione. Ben vengano i leader sunniti e sciiti, che dall�Iraq hanno accettato di venire a Milano�.Ma non c�� il rischio di dare un�apertura di credito a forze e persone che hanno rapporti poco chiari col terrorismo?�Credo che la Comunit� di Sant�Egidio abbia selezionato molto bene gli ospiti del vertice interreligioso. L�Islam comunque � una realt� molto composita, eterogenea. Non c�� un�autorit� unica come nella chiesa cattolica. E credo che in un vertice di questa importanza sia giusto sentire diverse voci del mondo islamico. Il dialogo deve essere portato avanti con tutte le persone disponibili a confrontarsi serenamente e ad ascoltare�. Voi ebrei patite particolarmente le conseguenze del conflitto mediorientale. Quale contributo concreto pu� portare il dialogo fra le fedi, quando proprio la religione viene invocata per giustificare il conflitto fra i popoli?�Noi uomini di fede possiamo dare un contributo alla causa della pace con la testimonianza della nostra volont� di andare verso la composizione dei conflitti. Dall�interno del mondo islamico fondamentalista oggi vengono segnali di ferocia. In quel mondo sar� necessario un lungo lavoro, per far emergere le componenti moderate. Per arrivare alla pace, per�, ci vuole uno sforzo da parte di tutti. All�interno di ciascuna delle grandi fedi c�� molto da fare�.Eppure proprio in nome di Dio gli uomini fanno la guerra. �Chi si ritiene depositario di una verit� superiore, diventa intollerante. Noi ebrei assieme ai cristiani e ai musulmani dobbiamo andare al di l� degli elementi che ci separano, e risalire al concetto che ci unisce, l�appartenenza alla grande famiglia umana, che precede addirittura quello della religione. Siamo fratelli membri della stessa grande famiglia�.Come possono i laici, gli atei, credere nell�impegno sincero degli uomini di fede per la pace?�Capisco che il momento non ispira fiducia. Sono giorni drammatici, arrivano notizie sempre pi� inquietanti e qualcuno potrebbe essere tentato di perdere la speranza. Io personalmente resto speranzoso, forse addirittura ottimista. L�aspetto messianico della mia religione mi porta a pensare il cammino dell�umanit� come un progresso verso qualcosa di positivo. Certo ci vogliono coraggio e fede per andare avanti�.Perch� secondo lei � stata scelta Milano quest�anno come sede dell�incontro?�In questa citt� il dialogo fra le religioni � una realt� molto consolidata. Ricordo il grande lavoro avviato dal cardinale Carlo Maria Martini. Un�opera che il suo successore, l�arcivescovo Dionigi Tettamanzi, ha ripreso e sta portando avanti con grande lungimiranza�.Eppure c�� chi critica quest�atteggiamento di apertura della Curia.�Chi critica non capisce che questa � l�unica strada per arrivare alla pace. Il cammino da fare � lungo e ci vorranno tanti piccoli gesti concreti di buona volont�. Tante piccole e grandi testimonianze quotidiane. Ci vuole un nuovo umanesimo, come dice il titolo dell�incontro dei prossimi giorni�.Gli islamici chiedono una grande moschea per pregare a Milano e una scuola per i loro figli dove si insegni il Corano. Che ne pensa?�Non spetta a me giudicare. Ma credo che chi rispetta la legge abbia diritto a spazi per praticare il proprio culto. L�importante � la tolleranza. Mi sembra che nel mondo islamico milanese ci siano componenti moderate, che vanno aiutate e incoraggiate. Il cammino verso l�integrazione � lungo e faticoso, ma possibile con la buona volont� di tutti�.Gli uomini che sono ai vertici delle istituzioni religiose prendono l�iniziativa politica in sostituzione di chi guida le istituzioni civili?�La religione da sola non basta ovviamente a risolvere la crisi politica internazionale. � urgente un risveglio della societ� civile e di quella politica. Noi siamo disposti a fare la nostra parte, ma tutti devono rimboccarsi le maniche�.
Zita Dazzi
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