MILANO � Professor Agostino Giovagnoli, � un tempo di terrorismo e di guerra diffusa. Il dialogo � sempre pi� faticoso. E allora che vuol dire, oggi, dialogare con l'Islam o con le altre religioni?
�E' vero - risponde il docente di storia contemporanea all'Universit� Cattolica - il dialogo � sempre pi� faticoso, ma al tempo stesso � come dire sempre pi� necessario perch� viviamo in un mondo di guerre diffuse. Ci sono tante identit�, culture, nazionalit� diverse, ovviamente tante etnie diverse e il dialogo significa imparare ad accettare le diversit� dell'altro senza rinunciare alla propria. Un equilibrio difficile da perseguire ma anche una necessit�. La necessit� del mondo globalizzato�. Qualcuno sostiene che la via del dialogo sia un'ingenuit� della Chiesa cattolica, "segnale" di un Occidente che non ha pi� voglia di combattere.
Lei cosa risponde?
�Il dialogo, inteso come rinuncia, non serve a nessuno. Per�, prima di tutto, bisogna chiedersi dove portano le armi. Le armi - purtroppo - chiudono un problema (quando ci riescono) e ne aprono altri dieci. Solo un piccola parte dell'Islam � terrorista, ma se noi scegliamo la via della guerra totale, l'Occidente contro l'Islam, la dimensione diventa veramente terrificante. Il dialogo non � una strategia ingenua; � una strategia che vuole isolare il terrorismo per combatterlo meglio�
Si pu� combatterlo dando anche spazio ai musulmani moderati che hanno lanciato un manifesto, appunto, contro il terrorismo...
�E' un fatto positivo. Bisogna per� allargare il discorso�.
In che senso?
�I firmatari dell'appello hanno gi� accettato i valori e la cultura dell'Occidente, la democrazia, la laicit� dello Stato. In Italia c'� un milione di musulmani stranieri che vanno "conquistati" attraverso la scuola, il giusto riconoscimento di alcuni diritti, l'esigere da loro il rispetto dei loro doveri. In questo modo trasmettiamo la cultura e la civilt� che possono far emergere una diga, molto pi� efficace delle armiu, contro il fanatismo e il terrorismo islamico�.
In realt� qual�� la soluzione dei problemi?
�E' l'integrazione. Tutte le istituzioni (dalla scuola ai Comuni) debbono porsi questo problema�.
Cosa si aspetta da questo meeting?
�Tutti siamo sconvolti dal terrorismo nel mondo e, per�, percepiamo anche dei segnali differenti: una volont� di integrazione. Siamo su un crinale in cui vediamo molto chiaramente la deriva fondamentalistica e terroristica da una parte, come il rischio del futuro delle religioni e del mondo e dall'altra, invece, una strada completamente diversa che bisogna costruire in fretta. Credo che questo meeting si collochi in un momento giusto per fare emergere le possibilit� che sono davanti a noi�.
Agostino Giovagnoli
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