OGGI l'obiettivo � la Russia, domani pu� essere qualsiasi altro paese: Dio non voglia, ma anche l'Italia pu� essere un obiettivo�. Theofan, vescovo di Beslan, dell'esarcato dell'Ossezia, presente a Milano all'Incontro fra le religioni promosso da Sant'Egidio e iniziato ieri, racconta alla Stampa il dramma che ha vissuto davanti alla scuola dove centinaia di bambini sono morti. �Ero a cinquanta chilometri quando sono stato avvisato del sequestro. Sono corso a Beslan, ho fatto subito un appello televisivo ai terroristi, ma senza nessuna risposta�. Poi si � precipitato davanti alla �Scuola 1�, per cercare di parlare con i criminali; ma anche l� senza successo. �Quando � arrivato il pediatra, da Mosca, per visitare i bambini, i terroristi gli hanno risposto che poteva entrare, ma che l'avrebbero ucciso. E intanto avevano steso nella palestra un filo, e avevano fatto appendere ai bambini delle granate al filo, come se fossero delle ghirlande. E intanto avevano minato tutto il perimetro�.
Il vescovo Theofan � un uomo imponente, con grandi occhi chiari, una lunga barba bianca che vibra di emozione mentre racconta gli orrori di cui � stato testimone. �Hanno ucciso gli uomini, subito, e hanno obbligato i bambini pi� grandi a gettare i corpi dei loro genitori fuori dalla finestra�.
Intanto il vescovo era stato chiamato al Centro operativo; ma �non ho potuto resitere dentro il Centro operativo e sono corso verso la scuola. Appena arrivato, stavano sparando. Ho visto un adolescente nudo, con una gamba piena di sangue, che non si reggeva in piedi. L'ho preso letteralmente tra le mie braccia e l'ho messo nella mia macchina; e proprio in nel momento in cui prendevo tra le mie braccia questo ragazzino uno di quelli che stavano combattendo vicino a me contro i terroristi � stato colpito da un proiettile ed � caduto�.
Il vescovo si interrompe, come per trovare la forza di continuare a raccontare; sdegno e passione si mescolano nella voce, che a tratti trema: �Ho portato il ragazzino all'ospedale e sono tornato di nuovo. In quel momento la sparatoria � scemata, e ho visto una cosa terribile, che probabilmente non dimenticher� mai. A causa dell'esplosione delle bombe sistemate dai terroristi � crollato il soffitto e ha preso fuoco. E la maggioranza dei bambini � morta per quest'esplosione. Ho visto questi piccoli corpicini bruciati, i corpi uno sull'altro... che sentimento pu� essere! Un sentimento profondo di sofferenza e di tristezza�.
E' difficile interrompere quel fiume di emozioni e di ricordi. �Nella prima dichiarazione ho detto: questi uomini non sono uomini. Solo dei diavoli mascherati da uomini possono compiere tali misfatti. Sono andato all'ospedale e ho visto una cosa terribile. I medici mi hanno detto: i bambini che sono stati feriti sono in gran parte feriti alla schiena. Perch� i terroristi hanno sparato ai bambini alle spalle quando loro fuggivano�.
Che cosa ha provato?
�Da una parte � stato sentimento di impotenza, e poi dall'altra parte ho visto la follia che aveva preso i padri, le madri di questi bambini. Ho capito con grande chiarezza che non pu� esistere un terrorista buono. E' tutta demagogia. Un terrorista � un assassino e soprattutto chi uccide i bambini�.
Che fare, adesso.
�La prima cosa che ho detto al popolo � stato di chiedere il perdono. Ho detto che anche io sono colpevole. Forse � successo questo perch� ho pregato malamente, poco. E adesso la cosa pi� importante � cercare di salvare il popolo da una rabbia incontrollata. Fare in modo che questi misfatti non generino delle risposte analoghe. Affinch� non ci sia una contrapposizione di carattere etnico�.
Che cosa pensa dell'Islam?
�Non si pu� mettere sullo stesso piano un muussulmano bravo e onesto con un terrorista. Mussulmano non vuol dire terrorista. Non sarebbe giusto. Il compito pi� importante � tranquillizzare la gente affinch� la ragione predomini sui sentimenti perch� non ci siano pi� fatti del genere�.
La politica che cosa pu� fare?
�Quello che mi aspetto � che ci sia una condanna chiara e una decisione chiara di opporsi al terrorismo senza usare doppi standard. E' impossibile dire che in un luogo un terrorista � un combattente per la libert�, e in un altro luogo � un criminale. Un terroista � sempre e ovunque un criminale, sia che attacchi le torri di New York, sia che faccia un attentato alla stazion di Madrid, sia che faccia esplodere autobus a Beer sheva in Israele o ancor pi� quando questi atti sono rivolti contro i bambini. Fra i terroisti che sono stati uccisi c'erano dieci arabi. Per quale libert� sono venuti in Russia, per uccidere centinaia di bambini? E' un segno evidente di questo terrorismo internazionale�. Qual � la soluzione? �La via d'uscita � unica: bisogna far capire loro che i terroristi non possono essere accolti in nessun paese, da nessuna forza politica. Solo allora capiranno che sono fuori della societ� umana. Purtroppo abbiamo dei fatti in cui persone che hanno compiuto o pianificato crimini simili a quelli di Beslan hanno ottenuto asilo in Inghilterra o negli Stati Uniti dove vengono considerati combattenti per la libert�. Dobbiamo uscire dalla concezione della contrapposizione che ci portiamo dietro dai tempi della guerra fredda. I blocchi usavano ogni tipo di risorsa compresi i terroristi per sostenere i propri interessi. Ormai viviamo in un tempo nuovo. Bisogna capire che il terrorismo � una minaccia comune al mondo. Anche noi siamo colpevoli, entrambe le parti che si contrapponevano, siamo colpevoli di aver contribuito alla formazione di questo terrorismo, e solo insieme lo possiamo sconfiggere, altrimenti sar� una guerra senza fine�.
Marco Tosatti
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