Comunità di S.Egidio


 

06/09/2004

DUOMO - All�inaugurazione
Dall�altare la condanna della strage di Beslan

 

MILANO � Due predicatori per la stessa pagina evangelica ieri mattina, in Duomo, alla solenne celebrazione presieduta dal cardinale Dionigi Tettamanzi con la presenza dei rappresentanti delle Chiese cristiane. Dopo l'arcivescovo ha infatti preso la parola il pastore riformato Jean-Arnold de Clermont, presidente della Kek, l�organismo che riunisce tutte le chiese europee delle diverse confessioni (da quella ortodossa a quelle evangeliche).

Una condanna senza appello: �La strage di Beslan � stata inutile, vile e spietata�, ha detto Tettamanzi. �Lo Spirito fa sgorgare in noi un�accorata preghiera per i bambini e tutte le persone che hanno trovato la morte. � lo stesso Spirito che crediamo sia ancora il protagonista del nostro incontrarci - tra uomini e donne di religioni e culture diverse - nel comune e condiviso intento di invocare e cercare vie di pace per l�intera umanit�. Ancora: �� lo stesso Spirito che continua a donarci la speranza che anche il cuore pi� indurito dell�uomo pu� sempre aprirsi alla conversione e che la barbarie del terrorismo cessi d�insanguinare la Terra�. Il discepolo, allora, ascolti �con il discernimento evangelico, la singola persona e una diversa tradizione religiosa per ritrovarvi, accanto anche ai limiti che provengono dalla fragilit� umana, i frutti che provengono dall�azione dello Spirito�. Prendendo spunto da una lettera dell�apostolo Paolo a Filemone, padrone di uno schiavo, il porporato sostiene che la parola evangelica rigenera anche le relazioni sociali. �Oggi - ha aggiunto - viviamo in un mondo dove si sono formate altre, nuove e non meno gravi forme di schiavit�: quelle prodotte dalla miseria e dalla guerra, dall'ingiustizia sociale e dai soprusi dei potenti, dai miti del successo e dalla manipolazione del consenso. Anche per tutto questo invocheremo insieme il dono della pace�.

�Quanto � avvenuto con la schiavit� - ha concluso Tettamanzi - potrebbe avvenire anche con la guerra: non pi� il ricorso a conflitti bellici per risolvere i problemi e le tensioni internazionali. Lo vogliamo sperare nella certezza che l�umanit� � in cammino e che Dio non l�abbandona a se stessa. Questa � la speranza cristiana che ci muove nella storia e ci riunisce in questi giorni d'incontro ecumenico. La nostra speranza � donec veniat: finch� il Signore venga, perch� solo lui � il nostro shalom�. Dal canto suo Jean-Arnold de Clermont: �Forse, in un mondo secolarizzato, orientato verso la soddisfazione delle aspirazioni individuali, ci� che minaccia il discepolo � il conformismo. L�incapacit� di trovare le strade della rottura, della rinuncia e dell�impegno. Ges� ci chiede di passare ogni giorno dallo statuto dell�eletto a quello del partigiano. L�eletto � colui che si sa amato, chiamato. Il partigiano � colui che ama a sua volta e risponde alla chiamata�.

G.C.B.