Altro che prima della Scala, qui c�� il mondo, tutto, e il mondo, oggi, dentro questo teatro che sembra un�astronave, ha voglia di guardarsi in faccia, di parlarsi, di capirsi. Il mondo ha fatto anche ventimila chilometri per venire qui a costruire il grande edificio della pace, ha il capo coperto dal kippah, dal turbante, dalla papalina, oppure nemmeno un capello fuori posto come Prodi (abbronzatissimo) e Frattini (sorriso stampato, ad ogni intervento distribuisce applausi e cenni di approvazione). Il mondo si tiene per mano, per un giorno si far� fotografare cos�.
Un enorme arcobaleno di religioni, di culture, di idee. Ci sono tutti ma proprio tutti, emoziona vedere fianco a fianco anime e vestiti opposti nei pensieri, nei colori; �� solo attraverso la conoscenza reciproca che si pu� creare la pace�, dice a un certo punto il presidente del Senegal Abdoulaye Wade (autentica star, seguita da un codazzo di gorilla e giornalisti). Ed � proprio cos�. Conosciamoci. Ci sono i cristiani e i protestanti, i vescovi, i cardinali, gli imam, i politici, ci sono rabbini e guide buddiste: tutti insieme e non uno che non ascolti gli interventi dell�altro, tutti l� incollati alle poltrone, aggrappati alle cuffiette per la traduzione. � una platea in mocassini e ciabatte, i giapponesi hanno le infradito, i marocchini le tipiche babbucce colorate, tanti sandali anche, e quando all�inizio il servizio d�ordine accompagna gli ospiti ai propri posti � un caotico e meraviglioso incrociarsi di interpreti, portavoce, delegati. Bisognava vederlo scendere le scale degli Arcimboldi Tep Vong, capo spirituale dei buddisti cambogiani, 73 anni, un omino alto 1,50 avvolto in una tunica arancione: �Pace�, dice camminando sottobraccio ad un vescovo del Vaticano (�Certo che qui non � come la Scala...�). Carlo Fontana, padrone di casa, scivola fuori da un corridoio di servizio; all�inizio se ne sta l� immobile, osserva il muro umano che parte dal palco e sale fino ai loggioni. Entra Prodi, da lass� parte un �Bravo!�: � il prologo al discorso sull�Europa �nuova potenza civile�, sulla �democrazia come unica risposta possibile al terrorismo�. Dir� Frattini che tra il discorso suo e quello del presidente uscente della commissione europea �c�� stata assenza di incompatibilit�. Le prime dieci file della platea ricordano i vecchi spot multietnici e multicolor di Oliviero Toscani: a sinistra gli ortodossi in total black (sono vescovi russi e romeni), a destra le decine di "famiglie" e sottofamiglie religiose giapponesi (hanno nomi cos�: Hoomoto, Ten ri Kyo, Rin Zai Zen, Sotto Zen). In mezzo, dietro alle grisaglie istituzionali (Albertini, Ferrante il prefetto, Penati), in tunica blu e oro i capi delle chiese protestanti africane. India presente, Marocco presente (c�� il portavoce del re). Ecco gli ayatollah iraniani, fanno ciao con la mano al capo degli islamici italiani Abd Al Wahid Pallavicini, barba bianca e moglie giapponese. Lorella Cuccarini, qui in veste di moderatrice, da il benvenuto a tutti. Accanto c�� Jean Daniel, che in vita sua non ha mai fatto pubblicit� a una cucina. Applausi, colori. Quelli della Comunit� di Sant�Egidio devono sentirsi pi� leggeri della colomba che campeggia sullo sfondo del palco. Il fondatore Andrea Riccardi dice che � nel pozzo antico delle religioni che si trova la sorgente per il Nuovo Umanesimo. Prodi si fila gli occhiali e batte le mani. Coro di bambine, la canzone della �Vita � bella� di Benigni. Sorride il rabbino capo Giuseppe Laras, chiss� cos�avranno da dirsi lui e l�elegante presidente senegalese quando cala il buio in sala. Assai commovente era stato il minuto di silenzio per il massacro in Ossezia (una lacrima segna il viso di una donna in chador seduta in prima fila). � in quel momento che si � materializzata sul palco la sedia a rotelle del reverendo shintoista Yasumi Hirose; ma i pensieri dei duemila degli Arcimboldi sono ancora ghiacciati dalla testimonianza di Theofan, vescovo di Beslan (�Quei poveri bambini li hanno massacrati cos�, a fucilate...�). Dev�essere colpa del fuso orario se nelle fila degli Hoomoto qualche palpebra comincia a calare. Quelle di Frattini si schiudono davanti al rappresentante degli sciiti iracheni Jawad Al-Khalisi. �Che piacere conoscerla... sediamoci al tavolo�. Segue incontro riservato nella pancia del teatro. �Cosa si sono detti? E chi lo sa...�, sorride un�interprete. Fuori dal tempio della lirica le auto blu scaldano i motori. Il Nuovo Umanesimo s�ha ancora da fare. L�umanit� varia che lo vuole costruire si da� appuntamento a domani.
Paolo Berizzi
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