Comunità di S.Egidio


 

06/09/2004

Il dialogo nonostante tutto
�Dialogo, risposta al terrorismo�
Il meeting della Comunit� di Sant'Egidio rilancia la strada dell'incontro tra religioni Il cardinale Ruini: passare dall'etica alla politica. Prodi: sulla strage Putin dia chiarimenti

 

Prima New York, poi Casablanca, Bali, Gerusalemme, Istanbul, Bagdad, Madrid, Riad e Beslan. Cristiani, ebrei e musulmani. L'itinerario del terrorismo di matrice islamica si dispiega a tutte le latitudini e non c'� religione di appartenenza che possa bastare da riparo. Due guerre sono state scatenate per fermarlo - Afghanistan e Iraq - con esiti non proprio rassicuranti. Che fare allora di fronte a questa nuova forma di totalitarismo che pretende di piegare con la barbarie chi non accetta il ricatto? Dialogo di questi tempi � diventata una parola irrisa, sintomo se non sinonimo di debolezza e di cedimento, quando non di collusione con il nemico. �La pace, che oggi ci appare lontana e che non � in nostro potere, potr� diventare realt� in un domani vicino, se oggi uomini e donne di buona volont�, a qualsiasi fede o cultura appartengano, si uniscono ad invocarla come dono dall'alto e a costruirla dentro i processi della storia�, ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi durante la Messa in Duomo, aprendo il 18� incontro interreligioso promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio e dall'Arcidiocesi milanese. Tre giorni per 36 incontri tra rappresentanti delle diverse confessioni, della societ� civile, del mondo politico e della cultura sul tema �Religioni e culture: il coraggio di un nuovo umanesimo�, nel solco del vertice di Assisi del 1986, fortemente voluto da Giovanni Paolo II. Sull'evento aleggia la strage indicibile di Beslan e l'irrisolta crisi mediorientale, aggravata dal conflitto iracheno. Ma se si allarga lo sguardo al di l� degli eventi pi� noti, emerge un mondo che reclama un cambiamento di marcia.

�Siamo usciti dall'ordine gelido della guerra fredda per entrare nel disordine caldo� ha detto Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, durante l'assemblea d'inaugurazione della tre giorni, al Teatro degli Arcimboldi di Milano. La globalizzazione ci ha messo davanti il pianeta sconfinato, �il mondo vecchio sembra finito ma non siamo alla fine del mondo. Oggi mancano una visione ed una governance globale, la cultura della globalizzazione stenta�. � come se fossimo inadeguati, con il pensiero troppo corto e arretrato rispetto alle novit�. �L'uomo spaesato - dice ancora Riccardi - si sente attratto dal fanatismo. C'� una realt� con la quale dobbiamo imparare a fare i conti�. L'immigrazione, ma anche il terrorismo e le guerre ci portano in casa luoghi e culture lontani. Studiarli e conoscerli non � una sconfitta ma un vantaggio. Senza ingenuit�. �Ci sono differenze sostanziali tra le religioni - aggiunge ancora Riccardi - ma, seppure tra identit� forti, il dialogo � la strada per favorire l'incontro. Le religioni possono insegnare la pazienza della ricerca della pace. La pazienza � senso della realt�, mai rinuncia alla speranza. La pazienza � arte del dialogo. La pazienza � necessaria in un mondo complesso�.

Il dialogo � anche il primo passo per affrontare le cause che sono all'origine del terrorismo. �Si tratta, in prima battuta - ha detto il cardinale Camillo Ruini intervenendo all'assemblea - di sconfiggere il terrorismo internazionale, contrastando le sue tragiche manifestazioni, con coraggio ed energia, ma anche, e pi� radicalmente, di affrontare le cause che lo generano, sia culturali e morali, sia economiche e politiche�. Cresce l'urgenza �di passare dall'etica alla politica - ha argomentato ancora il presidente della Cei - ovvero di tradurre in termini politicamente efficaci l'istanza etica della pace, in particolare rinnovando e rafforzando, rendendo pi� autorevoli e praticamente efficaci le strutture e le istituzioni che possono assicurare un giusto ordine mondiale, come anzitutto le Nazioni Unite�. Ma attraverso quale via? �Si tratta di percorrere - sostiene il cardinale Ruini - un cammino storico, come tale non astratto ma aderente alla realt�, nel quale si fanno man mano i passi concretamente possibili e che proprio cos� pu� portare a risultati oggi apparentemente utopici�. �La libert� religiosa - afferma ancora il porporato - deve essere fondata e legittimata non, come spesso � avvenuto, attraverso il relativismo e il misconoscimento dell'identit� propria delle singole religioni, bens� in virt� della dignit� che appartiene intrinsecamente ad ogni persona e dell'indole stessa della verit�, che non pu� essere accolta autenticamente se non nella libert�. Pertanto, come la solidariet�, cos� anche la libert� religiosa, premessa di ogni altra libert�, � un valore che va "dilatato" e praticato a livello mondiale, se vogliamo costruire su solide fondamenta la pace e la concordia tra i popoli�.

Va evitata la scorciatoia dello scontro di civilt�, �una visione apocalittica del mondo che non ha fondamento� secondo il presidente della Repubblica del Senegal Abdoulaye Wade, che ha invitato per� gli intellettuali musulmani ad alzare la voce contro chi falsifica l'Islam per i suoi tragici disegni di morte.

Ma � la parola dialogo che ritorna pi� spesso negli interventi. Romano Prodi - che in precedenza, a Cernobbio, aveva detto di essere fermo sulla necessit� di chiedere informazioni aggiuntive a Vladimir Putin �sui lati oscuri� che avvolgono la strage di Beslan, come �si usa tra Paesi amici� - dopo aver definito �consolante essere qui in giorni cos� difficili: vuole dire che dopotutto non abbiamo paura�, ai detrattori del dialogo ricorda che �non � la risorsa del debole, di chi si arrende per timore� e che in fondo � la prassi all'origine della nascita della nuova Unione europea a 25, da Ovest a Est, in un continente che pure si era dilaniato a suon di guerre e totalitarismi (nazifascismo e comunismo). �Stiamo insieme malgrado le diversit� - ha ricordato il presidente della Commissione Ue - e oggi siamo un modello per altri: ad esempio per l'Africa che vuole investire sull'Unione africana�.

Eppure proprio l'Europa viene accusata di debolezza verso il terrorismo di matrice islamica ed i suoi patrocinatori. Prodi raccoglie uno scroscio di applausi quando dice che �il terrorismo non si combatte con le guerre�. Prima di lui il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva sostenuto che il nostro continente non deve �rinunciare ad incidere nella storia e trovare quindi una nuova ambizione�. L'Europa deve diventare �ponte tra le culture ed i mondi, senza timidezza e paura. E l'Italia, in Europa, casa del dialogo�.

Da qui la proposta di un �patto di civilt� tra le nazioni. Idea ripresa sotto altre forme da Ibrahim Ezzeddine, consigliere presidenziale degli Emirati Arabi Uniti, dopo la dura condanna dei sequestri in Iraq e della strage di Beslan (�costringere al terrore donne e bambini � un fatto totalmente contrario all'insegnamento dell'Islam�).

Non meno, ma pi� dialogo quindi. Il rabbino capo di Israele, Yona Metzger, propone di creare un'assemblea permanente dei leader religiosi, una sorta di Onu delle fedi. La sede a Gerusalemme.

Andrea Valesini