Dalla "terribile scossa" dell�11 settembre 2001 emerge "una nuova dimensione del grande problema della costruzione della pace del mondo": quella di una "questione sociale" di dimensione planetaria, in un mondo in cui "nuovi assetti si stanno rapidamente configurando" e sembra "avviata a finire l�epoca del chiaro predominio dei popoli dell�Europa e dell�America del Nord", con il rischio di "un declino, o comunque una diminuzione, del ruolo storico del cristianesimo". Lo ha detto il card. Camillo Ruini, intervenendo al meeting internazionale "Uomini e Religioni", promosso a Milano dalla Comunit� di Sant�Egidio sul tema "Religioni e culture. Il coraggio di un nuovo umanesimo"(fino al 7 settembre). "Sconfiggere il terrorismo internazionale, contrastando le sue tragiche manifestazioni con coraggio ed energia", ma anche "affrontare le cause che lo generano, sia culturali e morali sia economiche e politiche": questo, secondo il presidente della Cei, l�imperativo pi� urgente dopo l�11 settembre, in un momento in cui "resta pienamente attuale la grande sfida della �questione sociale� a livello mondiale", gi� individuata da Paolo VI nella "Populorum progressio".
"L�emergere di grandi nazioni e civilt� dalle condizioni di sottosviluppo e la loro volont� e capacit� di essere sulla scena mondiale attori non pi� subalterni � � la tesi di fondo del relatore - pongono in termini nuovi l�esigenza che il valore e la necessit� della pace siano percepiti e condivisi a livello mondiale, al di l� delle differenza di religioni e di culture". Oggi, "cresce l�urgenza di passare dall�etica alla politica, ossia di tradurre in termini politicamente efficaci l�istanza etica della pace, in particolare rinnovando e rafforzando, rendendo pi� autorevoli e praticamente efficaci le strutture e le istituzioni che possono assicurare un giusto ordine mondiale, come le Nazioni Unite".
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