Comunità di S.Egidio


 

07/09/2004


�Bioetica, adesso apriamo il dialogo�

 

MILANO � Bioetica, un tema che divide. Ma per il cardinale Dionigi Tettamanzi � necessario riaprire il dialogo sul comportamento dell�uomo nei confronti della vita, propria e altrui, sotto il profilo del bene e del male, del giusto e dell�ingiusto, del lecito e dell�illecito. �La prima condizione per operare il dialogo - afferma il porporato al forum su: "Bioetica e nuovo umanesimo" - � quella di superare decisamente facili e diffusi pregiudizi, come quelli di chi ritiene inutile o addirittura impossibile il dialogo, e quelli di chi pensa di possedere in esclusiva la verit� e, conseguentemente, di non aver bisogno dell�aiuto degli altri�. Fatto questo, il confronto pu� e deve svilupparsi alla luce e con la forza della ragione umana senza dimenticare il ruolo delle religioni. �Alla riflessione bioetica - continua il porporato, che per anni ha insegnato teologia morale - non basta sapere quando inizia una nuova vita individuale e quando finisce, come una malattia esordisce e se � possibile o meno che la guarigione sopravvenga, quali siano i benefici e quali i rischi di un intervento chirurgico. C'� un elemento ancora pi� necessario: occorre chiederci quanto siamo disposti a riconoscere e a servire la vita in ogni sua espressione�. Ancora: �Non si deve affatto avere paura della ricerca scientifica in se stessa. Non siamo contro la scienza, ma per una scienza non fine a se stessa o per interessi che non siano il vero servizio dell�uomo�. Secondo Tettamanzi sta crescendo il �nuovo potere� sulla vita, derivato dall'inedito sviluppo delle biotecnologie. �Un potere - spiega - ulteriormente rafforzato da diversi interessi, tra i quali quello economico�.

Gian Carlo Botti