MILANO - Hanno molto in comune il premio Nobel Mairead Maguire e Rita Borsellino, la sorella del giudice ucciso dalla mafia nel 1992. Anche se non si conoscono e solo ieri si sono ritrovate al meeting delle religioni di Milano. Tutte e due hanno visto morire per colpa della violenza le persone pi� care e tutte e due - invece di odiare chi ha ucciso loro sorella, nipoti e fratello - hanno deciso di perdonare e ora lottano perch� la cultura del perdono e della non violenza prenda il posto di quella della guerra.
Mairead, dopo la morte assurda della sorella e di tre nipoti, uccisi dall'auto impazzita di un terrorista diciannovenne dell'Ira a sua volta colpito da un soldato britannico - nel 1976 ha fondato i �Peace people�, organizzazione che si impegna per riportare la pace nell'Irlanda del Nord.
Rita, dopo l'uccisione del fratello da parte della mafia, nel 1992, ha cambiato la sua vita. Va nelle scuole, incontra i carcerati mafiosi e parla con loro �perch� non bisogna giustificare, ma capire. Persino i terroristi dell'Ossezia. Da dove sono partiti per fare una strage che solo Erode avrebbe potuto concepire? E perch� noi abbiamo lasciato che percorressero quella strada fino in fondo?�.
E' una domanda a cui e' difficile rispondere, ma anche una domanda difficile da formulare e Rita non nasconde �lo strazio di madre, di nonna, di donna�, vedendo cosa e' accaduto a Beslan, una tragedia che le ha fatto �rivivere il dolore, il senso di impotenza davanti allo strazio di via D'Amelio�.
Tutte e due, per�, in prima persona, hanno gi� scelto una volta di perdonare chi ha fatto loro un male indicibile e lo hanno fatto per '�spezzare la catena dell'odio - spiega Mairead -. Dopo la morte dei bambini di mia sorella ho avuto il coraggio di alzarmi e dire basta a ogni forma di violenza�.
�Perdonare - spiega Rita - non significa far finta che non sia successo nulla. Significa volere fortemente giustizia, non vendetta. Mettere insieme la testa e il cuore, essere capaci di vedere in chi ti ha fatto del male l'uomo, con le sue colpe, i suoi errori, ma da conoscere, da capire e alla fine da amare�.
|