Comunità di S.Egidio


 

07/09/2004

Oggi in piazza Duomo cerimonia conclusiva dell�incontro interreligioso. I Ds: partecipino anche tutte le forze politiche
�Dialogo contro il terrorismo. Milano ha dimostrato di avere pi� virt� che vizi�.
Oggi in piazza Duomo cerimonia conclusiva

Il cardinale: serve un supplemento di coraggio per una vera integrazione. Fiaccolata in Centrale per i bimbi di Beslan

 

�La violenza, la guerra, il terrorismo ci pongono di fronte a un bivio: o ci si lascia crollare sotto il loro peso e si rimane passivi, o li si affronta con lucida razionalit� e ci si d� un supplemento di coraggio che passa attraverso il dialogo e il confronto�. Dialogo faticoso e difficile quello che invoca il cardinale Dionigi Tettamanzi alla conclusione della seconda giornata del Meeting delle religioni. Un pi� di coraggio che passa attraverso la porta stretta del dialogo. Forse, l�unica strada percorribile. E in questi giorni Milano, secondo il Cardinale, ha fatto capire che � possibile mettere un piede davanti all�altro e cominciare a camminare: �Milano ha risposto con apertura, generosit� e coinvolgimento. Fatemelo dire da milanese. Non � che la citt� sia priva di difetti, ma in questo caso le virt� sono pi� dei difetti�. Basta guardare le sale dell�hotel Marriot: venti forum, migliaia di partecipanti, una presenza intensa. E ieri sera, in piazza Duca d�Aosta, la fiaccolata di tutte le comunit� religiose milanesi. Oggi, la giornata finale. Prima la preghiera per la pace, poi la grande processione e la cerimonia conclusiva in piazza Duomo. Anche le forze politiche si mobilitano. I Ds lanciano la proposta di ritrovarsi tutti in piazza �al di l� degli schieramenti per far diventare Milano la citt� del confronto�.

Ci vuole un �supplemento di coraggio�. Che passi attraverso la porta stretta e faticosa del dialogo. Altrimenti il rischio � la �passivit�, �il crollare sotto il peso di situazioni inaccettabili come le violenze, le guerre e il terrorismo�. Milano, in parte, questo �coraggio� se l�� dato. Basta guardarsi intorno per capire che le parole del Cardinale Dionigi Tettamanzi pronunciate al termine della seconda giornata del Meeting delle religioni risplendono di un�evidenza abbagliante: venti forum, migliaia di partecipanti, un interesse diffuso che viene dal profondo del cuore. �Milano ha risposto con apertura, generosit� e coinvolgimento - dice l�Arcivescovo che subito aggiunge con un pizzico d�orgoglio -. Fatemelo dire da milanese. Non � che Milano non abbia difetti, ma in questo caso le virt� sono pi� dei difetti�. La citt� ha vinto la sfida. Almeno quella dell�accoglienza. E si prepara all�atto conclusivo di questa sera. Prima la preghiera per la pace, poi la grande processione e infine la cerimonia conclusiva, alle 18.30, in piazza Duomo con l�appello per la pace dei rappresentanti delle comunit� religiose. Giornate intense. Che mobilitano anche le forze politiche. Dal segretario dei Ds, Pierfrancesco Majorino arriva la proposta �di ritrovarsi nella piazza dove rappresentanti di culti e religioni differenti si daranno appuntamento�. Tutti. Senza distinzione di sorta, senza bandiere e senza appartenenze: �Perch�, pur in un momento cos� difficile e drammatico, Milano ha la grandissima opportunit� di diventare citt� dello scambio, del confronto, dell�incontro con l�altro�.

�Questo � un segnale di speranza - riprende il Cardinale - ma che chiede di entrare nella vita di ciascuno�. Un primo passo. A cui ne devono seguire tanti altri. Perch� la pianura della paura e della violenza � sconfinata. E il dialogo � faticoso. Richiede quel �supplemento di coraggio� invocato da Tettamanzi: �L� dove ci sono tensioni, contrasti religiosi, di razza, di scienza, proprio da l� deve sprigionare questo dialogo�. Non � un compito facile. Perch� le paure sono tante e mettono in gioco fin alla radice la nostra identit�. Quella di milanesi, di italiani, ma aggiunge il cardinale, anche quella di cristiani: �La fatica del dialogo ha tanti motivi: perch� si � pi� attenti al proprio io che agli altri, perch� si pensa di possedere la verit�, perch� misurarsi con il diverso esige la fiducia verso l�altro. E forse noi non siamo cos� convinti della nostra identit�. Come milanesi, come italiani, come cristiani. Il confronto ci mette sempre in apprensione�.

Rieccolo quel supplemento di coraggio, che fa capolino come un supplemento di anima che Tettamanzi incornicia con un aforisma dell�ebreo Martin Buber: �Se vuoi cambiare il mondo, comincia da te stesso�.

Maurizio Giannatasio