Comunità di S.Egidio


 

07/09/2004


Il vescovo Warduni: il mondo prenda a cuore la causa irachena

 

MILANO Bisognava esserci per toccare con mano il sentimento di insofferenza verso la politica americana a Bagdad che si respira nella capitale irachena. �Iraq tra presente e futuro� era il tema dell'incontro, nell'ambito del 18� meeting religioso promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio e dall'Arcidiocesi milanese. Piena la sala dell'Universit� Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Al tavolo dei relatori, moderati dal cardinale Ignace Moussa Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, Jawad Al-Khalisi, del Congresso iracheno per rifondazione, il fratello Mahdi Mahdi Al-Khalisi, rettore dell'Universit� �Citt� della scienza� di Bagdad, Muhammad Bashar Sharif, portavoce del Consiglio iracheno degli ulema, e il vescovo ausiliare caldeo di Bagdad, monsignor Shlemon Warduni.

L'azione delle forze americane non esce bene dal racconto: le torture sui detenuti di Abu Ghraib e di altre carceri, i bombardamenti sui quartieri abitati da civili, i raid notturni nelle case, le manifestazioni di protesta represse con le armi. �Ci sono decine di avvenimenti documentabili e migliaia di casi non censiti: l'informazione che avete sull'Iraq non � corretta� dice Jawad Al-Khalisi.

Il terrorismo a detta dei rappresentanti islamici � soltanto d'importazione. Secondo il vescovo Warduni ci sono invece anche appoggi locali. Il rappresentante caldeo ricorda con commozione la strage dei bambini in Ossezia e l'uccisione del giornalista italiano Enzo Baldoni. Ma denuncia anche le centinaia di rapimenti a scopo di estorsione che avvengono in Iraq e che restano senza risposta: �� venuto il momento che i leader del mondo prendano a cuore la causa irachena, lasciando fuori gli interessi di parte�. Il vescovo segnala anche il fondamentalismo islamico in crescita e chiede che nell'Iraq del futuro non sia soltanto garantita la libert� di culto ma anche quella religiosa, compresa la possibilit� di convertirsi.

C'� una proposta che mette d'accordo tutti i relatori. La formula il portavoce del Consiglio iracheno degli ulema: una lettera ai grandi della terra perch� rispettino le religioni e non le pieghino a fini politici.