MILANO �Se sulla guerra all'Iraq avessero dato ascolto al Papa, non avremmo pianto tante vittime�. Il cardinale Renato Raffaele Martino non si compiace di questa constatazione. Le polemiche sull'attacco anglo-americano a Bagdad sono storia passata: fu un errore, oggi inemendabile. Il conflitto aleggia sul 18� incontro interreligioso organizzato dalla Comunit� Sant'Egidio e dall'Arcidiocesi milanese, insieme ad altri temi. Il terrorismo ovviamente, con il barbaro attacco in Ossezia. Il presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, per 16 anni �osservatore permanente� della Santa Sede alle Nazioni Unite, non si sottrae alle domande.
La strage dei bambini di Beslan ci ha lasciato sbigottiti. Il terrore sembra non avere pi� argini.
�C'� un'evidenza della storia che non ha insegnato niente all'umanit�. Con la violenza non si ottiene niente. Lo vediamo in tutto lo scenario internazionale. La violenza non paga. Assistiamo ad una spirale che non si ferma. E' questo il punto. Il Papa lo ha detto pi� volte. Le religioni, come dimostra questo incontro a Milano, possono giocare un ruolo importante nel promuovere la pace, l'intesa tra i popoli, ed evitare proprio queste tragedie. E invece ogni giorno ci tocca di assistere a eventi che superano per crudelt�, se possibile, quelli precedenti�.
Nel caso ceceno la via della mediazione sembra ormai preclusa. Come se ne esce?
�L'opinione pubblica mondiale e i governi dei Paesi esaminano con vari atteggiamenti ogni situazione. Questo esame, questi atteggiamenti rispondono a interessi personali, di un Paese rispetto a un altro. Nel mondo non c'� obiettivit�. In una situazione si esige fino all'ultimo la giustizia, in un'altra, magari in presenza di ingiustizie ben peggiori, questa esigenza non viene nemmeno presa in considerazione. Perch�? Questa � la grande ingiustizia che vige nel mondo e che i popoli percepiscono come tale�.
Vuole dire che nel dirimere le crisi prevale il relativismo? Il ricorso ai principi varia a seconda dei casi?
�Certo. Dopo 16 anni alle Nazioni Unite posso ben dire questo�.
La guerra in Iraq sembra - almeno fino ad ora - non aver risolto i problemi del terrorismo internazionale. � cos�?
�Se avessero dato ascolto al Papa, non avremmo pianto tante vittime. E non sembra che la sequela, il conto dei morti sia ancora terminato. Io spero e prego che finisca questa tragedia. Ma ci vorrebbe un'azione determinata. Le Nazioni Unite tardano ad entrare in gioco e questa indecisione � riprovevole�.
La Chiesa cattolica, che pure � stata contraria all'attacco anglo-americano, � per� favorevole alla permanenza delle truppe alleate nel Paese: perch�?
�Fino a quando non esiste uno Stato che pu� governarsi da s� - e questo � il caso dell'Iraq oggi - serve un supporto. Io stesso al momento del ritiro degli spagnoli espressi il giudizio che non era opportuno andarsene in quel momento. Cos� come non lo � adesso�.
La Chiesa viene accusata di essere debole rispetto all'avanzata del neofondamentalismo islamico, di essere conciliante con un mondo che esprime odio verso l'Occidente. Cosa replica a queste critiche?
�Di fondamentalisti ce ne sono in tutte le religioni. Il terrorismo non va accettato assolutamente, � un'azione irrazionale, violenta, che non serve a niente. La Chiesa � sempre stata chiara. Allo stesso tempo - e questo � il punto dirimente, altrimenti non ne usciremo mai - bisogna ricercarne le cause per sconfiggerlo. Si possono eliminare un terrorista, due, tre, diecimila, ma se non si eliminano e prima non si studiano le cause del fenomeno, avremo terroristi lungo tutta la storia che verr�.
Condivide il giudizio secondo il quale nel mondo si sente l'esigenza di un ritorno del multilateralismo, della cooperazione? Quindi, in ultima analisi, della politica?
�Certo. Questo � un punto molto importante. Le nazioni si accordino, adottino dei piani di azione comuni per affrontare problemi come il terrorismo che riguardano non un singolo Stato ma tutta la comunit� internazionale�.
Andrea Valesini
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