Comunità di S.Egidio


 

07/09/2004


Smaili: �Basta violenze in nome di Dio�
Intervista al teologo musulmano. E Milano si appresta a celebrare una giornata di preghiera per la pace

 

Milano - Una giornata mondiale di preghiera per la pace, il prossimo 21 settembre, che sia partecipata da tutte le religioni del mondo. E ancora, un'organizzazione istituzionale che a livello mondiale raccolga gli esponenti di tutte le religioni. Un "tavolo" permanente, riconosciuto dai governi di tutto il mondo, capace di assumere un'autorevolezza condivisa e in grado di cominciare un lavoro, che sar� lento e lungo, ma assolutamente necessario, per salvare proprio le religioni e gli uomini di fede dal rischio del fondamentalismo, che in qualche diventa copertura ideologica e culturale del terrorismo. A Milano la Comunit� di Sant'Egidio in questi giorni lancia la sfida del coraggio di un nuovo umanesimo e compie un autentico miracolo: riunire intorno allo stesso tavolo ebrei, cattolici, musulmani, ortodossi e rappresentanti delle altre religioni del pianeta. Lui, Mohammed Amine Smaili, uno dei massimi teologi musulmani, studioso del Corano e voce significativa del mondo islamico, accetta questa sfida coraggiosa e rilancia.

�Occorre stringere un patto tra le religioni, che escluda la violenza compiuta in nome di Dio, di qualsiasi Dio in cui crediamo. Non ci pu� essere spazio n� religioso, n� culturale, n� civile per chi crede che il terrore e l'orrore siano armi utili a sostegno di una causa giusta. Dobbiamo avere il coraggio di condannare chi si comporta in modo disumano, contro la dignit� della vita�.

Eccellenza, cresce la paura del terrorismo islamico. Ed � ormai diffusa anche tra persone che fino a ieri erano tolleranti. Crede che ci sia ancora spazio per un dialogo tra Occidente e Islam?

�Il primo a perdere in questa situazione di paura sottile che si � diffusa anche in Italia, anche in Europa, � proprio l'Islam. Se c'� paura c'� diffidenza. Se non ci si fida, non apriamo all'altro il nostro cuore e la nostra intelligenza. Se non usiamo il cuore e l'intelligenza rinunciamo a comprendere le ragioni, la cultura, il metodo di vita di chi � diverso da noi. Rinunciamo a conoscerci. Credo che sia necessario il dialogo, ma finalizzato a costruire occasioni concrete di conoscenza. Un rapporto che cominci a portare frutto: giustizia, sostegno economico, riconoscimento del diritto alla dignit�.

Questo � il cammino verso la pace?

�La pace non � soltanto "non essere in guerra". La pace � cercare di realizzare uno stato di "non violenza" in cui siano riconosciuti innanzi tutto i diritti. Perch� se si riconoscono i diritti allora siamo liberi e non abbiamo paura dei poteri forti, dell'ideologia che si fa scudo dell'ingiustizia per esercitare violenza. Allah � la pace, la fonte della pace. Cos� come lo � Dio per i cristiani. Il vero musulmano � colui che prega Allah ogni giorno dicendo: concedimi la pace in questa vita e ammettimi nella dimora della pace eterna quando morir�. Il vero musulmano non pu� essere una persona che ama la guerra e la morte perch�, invece, prega invocando la pace�.

Ma i terroristi islamici non pregano cos�. Loro pregano la morte contro la vita. E allora?

�Loro non credono che sia possibile giungere a uno stato di "non violenza" attraverso la giustizia. Per vincere il terrorismo islamico l'Occidente deve imparare a conoscere l'Islam, deve imparare a rispettare il mondo musulmano, deve vincere la paura e tendere una mano a chi � pi� povero. Un momento di dialogo tra le religioni cristiana e musulmana pu� diventare la porta per vincere il terrorismo. Ma ci vuole rispetto, grande desiderio di apprezzare gli uni gli altri e viceversa�.

Non crede che ci voglia anche una condanna totale del mondo musulmano nei confronti del terrorismo?

�Azioni disumane come quelle di Beslan sono contrarie all'Islam. La violenza contro ogni essere umano � contraria alla Shari'a islamica. Ma occorre credere tutti insieme che � arrivato il momento di porre il mondo intero davanti al problema della giustizia, dei diritti. Le religioni possono cominciare questo cammino e chiedere alla politica, all'economia, al mercato globale di fare un passo indietro per il rispetto del valore dell'uomo�.

Paolo Cavallo