Comunità di S.Egidio


 

07/09/2004

Testimonianze
Perdono, l'arte difficile di fare spazio al dolore dell'altro

 

Gente che ha provato a riannodare fili che a prima vista sembrerebbero impossibili da rimettere insieme. E molte volte � un cantiere ancora aperto. Perch� il perdono vero, quello che riavvicina, ha bisogno di �passare per intero le tenebre che avvolsero il cielo del Calvario da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio�. L'immagine proposta da Rita Borsellino riassume bene i contenuti della tavola rotonda che, nell'ambito di �Uomini e religioni�, ieri mattina nell'Aula Magna dell'Universit� Cattolica ha visto voci dai quattro angoli della Terra confrontarsi sul tema �Memoria del male, coraggio del perdono�. A portare la propria testimonianza, insieme alla sorella del magistrato ucciso dalla mafia, c'era anche la burundese Marguerite Barankitse, che ha visto le sue zie sterminate dagli hutu. Ma ha avuto lo stesso il coraggio di denunciare �la menzogna di un Paese dove si insegna ai bambini che sono tutti burundesi, ma poi si compiono discriminazioni gravissime tra chi appartiene all'etnia tutsi o a quella hutu�. E poi padre Emile Shoufani, il parroco greco-melkita di Nazareth. Dopo vent'anni di educazione alla convivenza, l'anno scorso, nel cuore della seconda Intifada, ha osato proporre l'improponibile: un pellegrinaggio congiunto di ebrei e arabi a Auschwitz per abbattere il muro pi� insidioso, quello che impedisce di capire i dolori dell'altro. In cinquecento, di entrambe le comunit�, hanno aderito. �La pace ha bisogno di luoghi nuovi - ha spiegato -. Dobbiamo imparare ad ascoltare l'altro fino in fondo�. Antje Vollmer, teologa protestante e vice-presidente del Parlamento tedesco, si � infine spinta sulla frontiera pi� scivolosa. A partire dalla propria esperienza di mediatrice negli anni Settanta e Ottanta coi terroristi degli �anni di piombo� ha ragionato su quali canali si pu� provare ad aprire con chi oggi usa gli stessi metodi di morte. �Dobbiamo aiutare gli individui - ha affermato - a liberarsi dall'identit� collettiva che permette loro di compiere azioni cos� scellerate. E l'unico modo per farlo � comprendere (senza per questo giustificare) le ragioni che li spingono�.

Giorgio Bernardelli