Comunità di S.Egidio


 

07/09/2004

�Il guaio in casa islamica � l'ignoranza�
Intervista a Mohammed Amin Smaili
Intervista a Mohammed Amin Smaili, teologo islamico all'universit� di Rabat in Marocco �I fondamentalisti non sono uomini di religione Questi incontri ecumenici aiutano il confronto tra identit� diverse e il superamento dei pregiudizi�

 

Non resta che parlarsi. La maniera pi� efficace per abbattere gli steccati del pregiudizio. Ne � convinto Mohammed Amin Smaili, teologo islamico all'Universit� di Rabat in Marocco.

Tutti sono ormai d'accordo nel sostenere che non sia pi� rinviabile un dialogo con l'islam moderato. Pi� difficile individuare i referenti giusti: qualcuno li cerca tra gli intellettuali arabi laici, fuori da un ambito strettamente religioso.

Pu� non esserci contraddizione: la religione, infatti, � incomprensibile se viene separata dalla laicit�. Per questo i fondamentalisti musulmani non sono uomini di religione. L'islam insegna a non essere aggressivi, a cercare il dialogo.

La �libert� di interpretazione dei versetti del Corano � una delle cause delle incomprensioni con il mondo occidentale: a che punto � il dibattito teologico all'interno dell'islam?

Quello che manca al mondo arabo � una buona educazione religiosa. Ci sono alcune persone ignoranti che pensano di interpretare e manipolare a loro piacimento il Corano. Si sono avvicinate alla religione perch� � un bisogno fondamentale di ogni uomo. Ma non possiedono gli strumenti culturali per "usarla". Ciascuna di queste persone pensa di essere l'unica in grado di capire le cose. � questo che ha portato all'integralismo. Ovviamente il Corano non pu� ordinare ai fedeli di essere fondamentalisti.

Le religioni hanno qualcosa da rimproverarsi per la crisi che sta attraversando il pianeta?

Un conto � la religione, un altro l'uso strumentale che ne viene fatto.

Da parte di chi?

Da alcuni uomini politici che in nome della religione fanno passare scelte che si ripercuotono negativamente sui popoli che governano.

Nell'islam non esiste una gerarchia come nelle Chiese cristiane: � un ostacolo per il dialogo?

Un tempo l'assenza di una gerarchia era un vantaggio. Permetteva al fedele di vivere i suoi precetti con pi� libert�. Adesso, per�, credo sia arrivato il momento di cambiare, di riunire i musulmani sotto un'unica autorit� che possa fare da referente anche nel dialogo con le altre religioni.

La tolleranza, la volont� di dialogo viene scambiata per debolezza.

Al contrario, la tolleranza � un segno di forza. Dietro c'� un uomo che ha fatto un cammino di civilt�, che capisce le ragioni degli altri senza rinunciare alle proprie. Una persona che rifiuta il dialogo � un uomo �malato�.

Qual � il suo parere riguardo la legge francese che proibisce i simboli religiosi a scuola?

Uno Stato laico dovrebbe essere libero. Ogni voce al suo interno deve avere diritto di esprimersi. Col dialogo si pu� arrivare a soluzioni condivise da tutti. L'importante, mi riferisco allo Stato, � non imporre la propria volont� senza ascoltare il punto di vista degli altri.

Un ostacolo al dialogo tra cristianesimo e islam � la mancanza di reciprocit�. I musulmani sono liberi di professare la loro fede in Occidente, lo stesso non si pu� dire per i cristiani nei Paesi islamici.

Ho vissuto molti anni in Arabia Saudita. Ho studiato alla Mecca. Ho viaggiato nelle citt� petrolifere del regno. E ho visto che la gente, anche i cristiani, vivono la loro fede liberamente.

Ma in Arabia, e altrove, � proibito costruire chiese...

Io ho visto fedeli che pregavano senza nessuna restrizione.

Appuntamenti come questo di Milano sono senz'altro utili alla comprensione tra le diverse religioni. Ma non teme il rischio che una contaminazione eccessiva possa sconfinare in una perdita della propria identit� religiosa?

Assolutamente no. Lo spirito di questo incontri va nella direzione giusta. Possiamo parlare di contaminazione positiva tra chi professa diverse fedi ma non vedo il rischio di confusione. Proprio il Vangelo ci insegna il rispetto per le altre religioni. Qui a Milano, come nei precedenti appuntamenti, credo che questo aspetto emerga in maniera chiara. Ognuno si presenta per quello che �, la sua identit� � chiara. Io sono musulmano e come tale vengo accettato dai cristiani e dagli ebrei e da tutti gli altri capi religiosi. C'� un momento che sintetizza meglio di tutti i discorsi questo aspetto: la preghiera per la pace che ognuno recita nel proprio luogo di culto ma che � comune a tutti.

Huntington paventa per il futuro uno scontro di civilt�: e se fosse gi� cominciato?

C'� chi parla di scontro di civilt� e chi pensa sia in corso uno scontro tra religioni. Altri sono convinti che sia in atto un regolamento di conti tra mondo ricco e mondo povero. Io penso, invece, ci sia solo incomprensione, incapacit� di vedere al di l� dei pregiudizi storici che qualcun ha creato per noi.

Che mondo attende i nostri figli?

In questo momento ci sono pi� di trenta guerre. Le persone sagge pensano che tutto questo debba cambiare e si creino le premesse per una pace vera.

Altrimenti?

Sar� la catastrofe.

Carlo Baroni