Comunità di S.Egidio


 

08/09/2004

UOMINI E RELIGIONI
Il Papa: �Terrorismo sempre pi� distruttivo Dobbiamo sradicarlo�
il fatto. Nella giornata conclusiva dell�incontro, segnata dalle notizie irachene, il fermo richiamo di Giovanni Paolo II e l�impegno contro ogni estremismo

 

�La guerra spalanca le porte all'abisso del male. Con la guerra tutto diventa possibile, anche quello che non ha logica alcuna�. Un nuovo grido di pace in un giorno ancora segnato dalla violenza. Proprio mentre ieri pomeriggio tutti facevamo i conti, sgomenti, con il rapimento di due volontarie italiane in Iraq,in piazza del Duomo a Milano risuonavano queste parole del Papa. Un messaggio doppiamente significativo, perch� letto dal cardinale Kasper davanti ai leader religiosi di tutto il mondo riuniti per l'incontro promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio e dall'arcidiocesi di Milano. Rabbini, imam, presuli, maestri di antiche confessioni che, riallacciandosi allo spirito dello storico incontro convocato proprio da Giovanni Paolo II ad Assisi nell'ottobre 1986, hanno sottoscritto insieme un appello. Un testo in cui si dice che �il nome di Dio � pace� e �chi usa la violenza per la propria causa non vede le montagne di odio che contribuisce a creare�. Ma � un messaggio che non pu� non fare i conti con la durezza del tempo che stiamo vivendo. � il Papa lo ricorda senza falsi pudori. �Ogni giorno - scrive - giungono notizie di violenze, di attentati terroristici, di operazioni militari. Il mondo sta forse abbandonando la speranza di pace? Si ha a volte l'impressione di una progressiva assuefazione all'uso della violenza e allo spargimento di sangue innocente�. Traccia il bilancio dei tre anni seguiti al terribile 11 settembre 2001 (� il passaggio che riportiamo integralmente). Nel combattere questi operatori di morte, spiega, servono �fermezza e decisione�. Ma occorre anche adoperarsi, aggiunge, �per sradicare quanto pu� favorire l'affermarsi di questa deriva del terrore: la miseria, la disperazione, il vuoto dei cuori�. La condanna di ogni guerra �, ancora una volta, chiarissima. �La violenza genera sempre violenza - scrive Giovanni Paolo II -. Per questo la guerra � da considerarsi sempre una sconfitta: una sconfitta della ragione e dell'umanit�. Sono parole in cui il Papa gioca dentro tutto se stesso. Ascoltando le notizie preoccupanti di questi giorni - racconta - �mi chino pensoso sulle Scritture e vi trovo le parole confortanti di Ges�: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace"�. � in Dio l'appiglio che d� la forza di ripetere ancora una volta il grido �Mai pi� la guerra!�. �Mentre si riducono le forze del corpo - aggiunge in maniera disarmante il Pontefice -, sento ancor pi� viva la forza della preghiera�. Ma guardare verso l'Alto � anche entrare nel pieno del dibattito sullo scontro di civilt�. Col sorgere di nuove guerre - spiega il Papa - �si � diffusa una mentalit� per cui il conflitto tra mondi religiosi e civilt� � considerato quasi un inevitabile lascito della storia. Non � cos�! - risponde con decisione Giovanni Paolo II -. Sempre la pace � possibile! Sempre si deve cooperare per sradicare dalla cultura e dalla vita i semi di amarezza e di incomprensione in esse presenti, come anche la volont� di prevalere sull'altro, l'arroganza del proprio interesse e il disprezzo dell'altrui identit�. In tali sentimenti infatti stanno i presupposti di un futuro di violenza e di guerra�. Per questo, nelle difficolt� nuove che si aggiungono ormai di ora in ora, il mondo ha ancora pi� bisogno dello spirito di Assisi. �Ha bisogno - continua il Papa - che da esso sgorghino convinzioni e comportamenti che rendano solida la pace, rafforzando le istituzioni internazionali e promuovendo la riconciliazione�. Incontrarsi per fa s� che non sia la paura a vincere. �Occorre spezzare la catena mortale che imprigiona e insanguina troppe parti del pianeta - � l'invito -. I credenti di tutte le religioni possono molto a questo fine. L'immagine di pace che parte dall'incontro di Milano incoraggia tanti sulla via della pace�. Leader religiosi che camminano insieme: in un mondo ferito come quello di oggi non pu� pi� essere solo una bella fotografia

Giorgio Bernardelli