Comunità di S.Egidio


 

08/12/2004

LA MISERIA CRESCE E QUEST�ANNO SARANNO 1200 I COMMENSALI AL PRANZO DEI POVERI A NATALE
�A Novara c�� chi soffre la fame�
L�allarme lanciato dalla Comunit� di S.Egidio

 

Si allunga la tavola dei poveri: saranno 1200 al pranzo di Natale organizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio, trecento in pi� del 2003. E per accogliere tutti l'associazione ha chiesto al Comune le scuole e le sedi di quartiere e alle parrocchie i saloni degli oratori. Un aumento di commensali che fa emergere un disagio reale: �In pochi mesi la povert� � aumentata - denuncia la presidente Daniela Sironi -. C'� fame�.

Il pranzo natalizio dei poveri � nato tanti anni fa per riunire le persone che la Comunit� seguiva durante l'anno e che il giorno di Natale si ritrovavano sole. Erano soprattutto clochard, stranieri, anziani soli. Ma nel tempo la festa � cresciuta, i commensali sono diventati centinaia e l'elenco dei bisognosi ha aggiunto tanti nomi e volti nuovi. Con un'impennata proprio quest'anno: trecento persone in pi�.

�Sono famiglie in cui � venuto a mancare l'unico reddito oppure che faticano ad arrivare alla fine del mese, giovani che non riescono a inserirsi in modo continuativo nel mondo del lavoro, persone travolte dalla crisi della famiglia e finite in una spirale inarrestabile di problemi a catena - commenta Sironi -. E poi anziani: fanno molti conti, appartengono a una generazione che sa rinunciare e affrontare le privazioni ma adesso le pensioni proprio non bastano pi��.

La Comunit� di Sant'Egidio prepara la �borsa della spesa� per oltre 400 persone ogni mese grazie a raccolte nei supermercati della citt�: �Nei sacchetti mettiamo riso, pasta, olio, zucchero, passata di pomodoro - continua la presidente dell' associazione con uno dei volontari, Stefano Taverna -. Servono proprio i cosiddetti generi di prima necessit�.

Le tavolate che accoglieranno i 1200 commensali di Natale sono in nove localit�: la scuola Bollini di via Cacciapiatti, la palestra delle medie e l�asilo di Sant�Agabio, i consigli di quartiere di San Martino e di via Falcone, le parrocchie di San Giuseppe e Sant�Antonio, la casa protetta di viale Piazza d'Armi a Novara e l'Opera Pia Curti di Borgomanero.

L'organizzazione � una macchina gigantesca gi� in movimento ma serve aiuto. Cos� la Comunit� lancia l'appello ai novaresi: chi vuole dare una mano a preparare il pranzo o a servire a tavola pu� rivolgersi allo 0321-36253. Ogni ospite del pranzo trover� un dono ma anche per questo viene chiesta la collaborazione della citt� con l'iniziativa �Regala un regalo�. Ecco qualche idea: saponette, bagnoschiuma, ombrelli, cappelli, calze, pantofole, sciarpe e guanti, cornici per foto, dolci, caff�, maglie, pile, plaid, camicie, pigiami, cinture, profumi e dopobarba. I doni acquistati si possono portare in via Azario 4 ogni sabato dalle 15 alle 17,30 e in via Magnani Ricotti l dal 18 al 24 dicembre dalle 16 alle 19,30.

�Quest'anno, per la prima volta, molte persone sono gi� venute a chiederci se possono pranzare con noi - conclude Sironi -: non era mai successo. Noi accogliamo chi vuole dare un senso al Natale, vogliamo regalare un sogno spesso sepolto tra tanti problemi: una famiglia umana che accoglie tutti, anziani, stranieri di ogni religione, poveri, malati. Dove chi aiuta e chi viene aiutato alla fine si confondono. Una delle nostre soddisfazi6ni pi� belle, infatti, � vedere tra i volontari di quest' anno persone soccorse in passato: esistere per gli altri � una grande forma di fiducia e dignit�.

RENZA GlORIA impiegata, da vent'anni � una dei volontari della Comunit� di Sant'Egidio e ha partecipato ai tanti pranzi di Natale che si sono susseguiti sino ad oggi. Quasi un �osservatorio� speciale sulla realt� sociale di Novara: �Le povert� sono diventate tante. E' aumentata in modo pesante la solitudine che durante le feste diventa un peso ancora pi� grande da sopportare. Poi adesso sono pi� esposte alla miseria categorie che un tempo avevano pi� risorse come le famiglie cosiddette normali, gli anziani con la pensione e i giovani, oggi costretti a lavori precari. La conseguenza pi� pesante per tutti loro � la perdita della speranza�.

DON CARLO BONASIO � parroco a S. Agabio, uno dei quartieri pi� popolosi e multietnici della citt�: �A maggio abbiamo inaugurato un centro d'ascolto supportato dal banco alimentare e dal servizio guardaroba. In pochi mesi ci hanno gi� chiesto aiuto 166 famiglie: il 60 per cento sono italiane, le altre straniere. Manca il lavoro e quando c'�, a volte, lo stipendio non basta comunque. Gli anziani con la pensione minima arrivano alla terza settimana del mese e poi non ce la fanno pi�. Non riescono a pagare l'affitto, le bollette e poi il mangiare. Adesso tentiamo di tamponare l'emergenza ma � fondamentale capire come andare oltre al bisogno immediato�.

FRANCESCA (il nome � di fantasia) ha 75 anni e vive sola in una casa popolare. Ha due figli, una abita vicino a Novara, l'altro in Veneto. E' invalida per problemi al cuore e ha difficolt� a camminare. Ha lavorato sino a due anni fa stirando e facendo le pulizie. La sua pensione � di 530 euro al mese: �Se ne vanno 70 per l'affitto, poi ci sono da pagare le bollette. Si rinuncia a tutto: vacanze e anche abiti nuovi. Del resto o si mangia o ci si veste. Con le lire andava meglio, adesso � aumentato tutto. Vorrei dare 500 euro al mese ai politici che decidono le pensioni e poi vedere come vivono. Quello che mi pesa di pi�? Quest'anno non posso fare i regalini che vorrei ai miei due nipoti�.

FRA' ALDO � al convento di San Nazzaro alla Costa, da sempre punto di riferimento in citt� per chi ha bisogno. Qui vengono preparate �borse della spesa� con generi alimentari e serviti pasti gratuiti per 50-60 persone nei giorni feriali e un'ottantina alla domenica e nei festivi. Sono soprattutto stranieri: �Sono scomparsi gli albanesi, mentre aumentano africani, marocchini e ucraini che sono soprattutto donne, di solito badanti che vengono alla domenica. Gli italiani sono per lo pi� persone che vivono per strada, qualcuno ha la casa ma ha bisogno di tutto il resto. Per tutti c'� la sensazione di un incremento di povert�.

Barbara Cottavoz