Comunità di S.Egidio


 

15/12/2004

FRATELLI D�ITALIA Compiuti i 18 anni, si � considerati stranieri come chi � appena arrivato nel nostro Paese e il rischio � l�espulsione verso la terra d�origine che, per chi � cresciuto in Italia, � sconosciuta
�Cittadini italiani se nati qui�
La proposta di Sant�Egidio: oggi la norma emargina 250mila figli di immigrati

 

Figli d'Italia, nuovi cittadini. I minori nati da genitori stranieri per chiedere la cittadinanza italiana oggi devono aspettare i 18 anni. Per cambiare una situazione che emargina dal pieno inserimento quasi 250 mila minori (ma sono 440 mila in tutto i figli minorenni degli immigrati) la Comunit� di Sant'Egidio chiede la modifica della legge sulla cittadinanza per i figli degli immigrati. I 18 anni infatti non bastano se il ragazzo non � stato regolarmente residente fin dalla nascita, senza interruzioni. Senza cittadinanza il maggiorenne straniero � un'immigrato come gli altri: permesso di soggiorno solo se ha un regolare contratto di lavoro. Il rischio, al limite, � l'espulsione verso il Paese d'origine che, per chi � cresciuto e ha studiato in Italia , � un Paese straniero. Il Parlamento risponde: il centrosinistra compatto, poi l'Udc, diversi parlamentari di Forza Italia, qualcuno di An.

Due le proposte della Comunit� di Sant'Egidio sulla cittadinanza italiana ai minori, pi� una per gli adulti. La prima introduce lo ius soli: il diritto legato al territorio come negli Usa, al posto dello ius sanguinis vigente (il diritto di discendenza), prevede l'acquisizione automatica alla nascita della cittadinanza per il minore nato nel territorio della Repubblica, se il genitore � regolarmente presente in Italia da almeno due anni, con permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di famiglia.

La seconda riguarda i minori che non nascono in Italia ma vi arrivano successivamente, spesso grazie al ricongiungimento con i genitori. Sant'Egidio propone l'introduzione dello ius domicilii: cittadinanza al minore presente in Italia da almeno sei anni, inserito in un ciclo scolastico di formazione professionale o in un'attivit� lavorativa, oltre alla conoscenza della lingua e della cultura italiana.

La terza proposta riguarda invece gli adulti e punta a rendere pi� abbordabile l'acquisizione della cittadinanza. Oggi servono 10 anni di reg olare presenza - il periodo pi� lungo tra i paesi europei - pi� due di tempi burocratici, la proposta � di abbassare il periodo a 6 anni, che di fatto sarebbero 8.

La realt� della normativa per l'acquisizione della cittadinanza infatti � farraginosa e irta di ostacoli. Tant'� che l'Italia ha una delle medie pi� basse di stranieri che diventano italiani: 0,5 ogni mille immigrati, contro i 2/4 per mille di Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, i 4 ogni mille di Svezia e Danimarca. Nel 2000 la Francia ha infatti accolto 94.000 richieste, il Regno Unito 82.200, l'Italia un decimo, solo 9.500. Il 40% delle domande nel biennio 2002/2003 sono state respinte, probabilmente in gran parte sulla base del reddito, criterio secondo la Comunit� Sant'Egidio oggi assolutamente discrezionale e quindi da equiparare all'importo dell'assegno sociale. Deludenti anche i risultati della carta di soggiorno, pi� stabile del permesso, �una sorta di "mezza cittadinanza"�: riguarda solo 150 mila immigrati su almeno 650 mila potenziali destinatari.

La Comunit� di Sant'Egidio stima su dati Istat in 440 mila i minori stranieri in Italia, 246 mila dei quali nati nel nostro Paese da genitori stranieri. Gli altri 198 mila hanno raggiunto l'Italia con i genitori per risiedervi stabilmente. I nati in Italia sono lo 0,5% della popolazione italiana, i minori complessivamente meno dell'1%. Una presenza che per� ha un peso ad esempio nelle scuole. A Brescia o Milano su 100 nuovi nati 23 e 19 sono figli di immigrati. Nell'ultimo anno scolastico sono stati oltre 282 mila gli iscritti stranieri, il 3,5% della popolazione scolastica, ma in alcune province come Prato o Mantova sono il 10%.

� noto che la seconda generazione degli immigrati � pi� a rischio di emarginazione e disadattamento di quella dei genitori, partiti con un preciso progetto migratorio, fortemente motivati. I figli invece sono senza radici ma non ancora italiani. �Sono una generazione-ponte naturale - spiega don Matteo Zuppi della Comu nit� di Sant'Egidio - fortemente attratta da valori, cultura, stili di vita del nostro Paese. La loro permanenza nello statuto di "straniero" favorisce nel tempo la discriminazione. � una spinta a rinchiudersi nel "comunitarismo", riduce di molto l'efficacia dell'integrazione, aumenta la precariet� e la divisione sociale, � fonte di diffidenza. Tutto contro gli interessi nazionali�.

Al convegno di presentazione della proposta sono arrivate le risposte dei politici. Le modifiche di Sant'Egidio sono state accolte nei disegni di legge di Giampiero D'Alia dell'Udc, di Ermete Realacci della Margherita e di Piero Ruzante dei Ds. Il ddl di D'Alia � stato sottoscritto da 177 deputati: il grosso del centrosinistra, pi� una ventina dell'Udc, una ventina di Fi e due di An. Piena disponibilit� all'incontro � arrivata da parte di Pierluigi Castagnetti (Dl), Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), Sandro De Franciscis (Udeur).

Luca Liverani