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Corriere Mercantile |
16/12/2004 |
In prossimit� delle feste emerge la pesante realt� dei pensionati che non arrivano a fine mese. |
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E per cena solo pane e latte. Difficile poter mettere altro in tavola quando si ha una pensione di soli 420 euro. E' la storia di Luigina, 64 anni, parzialmente invalida e con la sola pensione di reversibilit� del padre. �Qualsiasi spesa extra ma fa tremare � racconta. Perch�, sorprendentemente, quei 420 euro, quasi quasi, basterebbero. �Settanta euro se ne vanno per l'affitto � conteggia, pensando alla casa popolare nel centro storico. Altri 40 prendono il volo per le bollette (17.75 per il telefono, 15 per la luce e 12 per il gas). Altri 30 euro escono alla voce medicinali, 10 per la lavanderia (Luigina non possiede la lavatrice), dieci ancora, per detersivi e saponi e 300 ovvero 10 euro al giorno, per mangiare. Pur non acquistando mai un paio di calze, un giornale e considerando il parrucchiere un lusso insormontabile, la donna sfora di 40 euro mensili. Epper� Luigina non rientra nei "nuovi poveri". Non almeno per i calcoli del Comune, che attesta a 232,41 euro la soglia della povert�. Il che significa che un anziano che, tolto dalla pensione l'affitto e le bollette, resta con 200 euro, ricever� come integrazione 32,41 euro. Se invece, come succede a Luigina, tolto lo stretto necessario (il mangiare, evidentemente non � considerato tale) si rimane con 233 euro, non si ha diritto a nulla. Luigina deve cavarsela da sola, o rivolgersi alla Comunit� di Sant'Egidio, �dove trovo pasta, tonno, olio, passata qualche abito�.dice. A parlarle della Comunit� � stata una vicina di casa, ma � stata dura accettare e vincere quell'immotivato senso di vergogna che ancora un po' sente. �Per questo la mia cena, tutte le sere, � fatta di pane e latte. Ma tanto non ho molta fame �, a pranzo, invece, quando riesce a farsi un piatto di spaghetti col tonno � festa grande. �Mi trovo a vivere di nuovo come in tempo di guerra�: Teresa ha 81 anni e una pensione sociale (�Ho lavorato sessant'anni come domestica, ma nessuna delle signore mi ha mai messo in regola, Non avevo ancora dodici anni quando ho preso il mio primo servizio�): 517 euro , insufficienti ad andare avanti perch� l'affitto non � alto, ma le bollette si. Spende molto anche per medicine e cibo (non � in grado di prepararsi i pasti e compra alimenti confezionati). Il piccolo sussidio che riceveva dal Comune era una boccata d'ossigeno, ma poi a Tursi hanno fatto una revisione ed hanno scoperto che anche Teresa non � tra i poveri: ha il minimo vitale, se lo faccia bastare. �E allora - racconta Elisa, che per Sant'Egidio segue gli anziani - scattano le scelte: via carne, nessun acquisto extra alimentare, fino alla scelta estrema di non curarsi pi�, eliminando farmaci, medici e analisi�. Sono sempre di pi� gli anziani che, improvvisamente, si accorgono che i loro soldi non bastano pi�, non garantiscono una vita dignitosa, quella che dovrebbe essere il normale epilogo dopo una vita di lavoro. �Anche pensioni apparentemente buone possono rivelarsi insufficienti - avverte ancora Elisa - . Una malattia improvvisa, una spesa condominiale, qualsiasi extra insomma rischia di trascinare un pensionato oltre il confine della "nuova povert�", quella vera, non l'indigenza secondo le istituzioni. Un esempio ? Michele, ex muratore con quasi 800 euro al mese e un affitto popolare. Un signore, a prima vista, � e lo sarei davvero se non avessi avuto tre infarti nel giro di pochi anni. Cos� - prosegue - per far quadrare meglio i conti, quando posso vado a mangiare alla mensa del Padre Santo�. Non � il solo: sono sempre di pi� i suoi coetanei che hanno fatto questa scelta e cos� almeno una volta al giorno si mangia in modo regolare. In molti casi entra dunque in funzione quella rete informale fatta di amici, volontari, negozianti che, con piccoli aiuti, permettono a queste persone di andare avanti: con qualche sconto extra al negozio, qualche pacco alimentare, vestiti, medicine e via dicendo. Una rete di protezione che si prende cura dell'anziano , solo (e spesso anche non autosufficiente) supplendo alle sempre maggiori lacune del servizio pubblico (che, peraltro, sta tagliando sempre pi� le risorse) e che ha nella Comunit� di Sant'Egidio, in altre associazioni, nelle parrocchie e nei centri di ascolto, lo strumento pi� efficace, �perch� la realt� � che cresce la fetta di anziani genovesi a rischio - conclude Andrea Chiappori, responsabile genovese della Comunit� - : lo tocchiamo con mano ogni giorno, nel nostro centro dove ormai pi� di un italiano su tre che chiede aiuto ha sopra i 70 anni, una casa ed una pensione che , sulla carta, dovrebbe metterlo a riparo da spiacevoli sorprese�.
Miriana Rebaudo
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