Comunità di S.Egidio


 

19/12/2004


Pakistan, la legge per i cristiani rimane �diversa�
Nonostante timidi segnali di apertura da parte del governo le minoranze religiose continuano a vivere grandi difficolt� nel Paese musulmano Si temono nuovi attentati alle chiese e i luoghi di culto vengono presidiati dai militari

 

Nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Faisalabad ci si prepara al Natale. Arrivano i fedeli per la liturgia della domenica di Avvento e riempiono la chiesa. Molti, sia uomini che donne, si tolgono le scarpe prima di entrare. E anche il prete celebra scalzo. � un segno di grande rispetto per il luogo sacro. Lo stesso fanno tutti i fedeli delle altre religioni in Pakistan e in India. Quanti sono i cristiani in questo Paese musulmano, il sesto nel mondo come popolazione, con i suoi 160 milioni di abitanti? Le statistiche sono imprecise per le difficolt� a censire, ma tutti concordano su una presenza attorno al 2,5 per cento tra cattolici e altre denominazioni cristiane.

� una minoranza che vive in grandi difficolt�. L'emersione del fondamentalismo islamico nella societ�, anche a causa della guerra in Afghanistan e in Iraq, non ha certo migliorato una condizione gi� difficile. Negli ultimi anni si sono registrati attentati alle chiese che hanno provocato anche dei morti. Il segno tangibile dell'atmosfera che si respira sta nella presenza dei militari a controllo dei luoghi di culto cristiani. Ma la difficolt� non nasce solo da alcuni settori della societ� influenzati dal fondamentalismo. Esistono infatti ancora leggi che l'arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, monsignor Lawrence Saldanha, non ha esitato a definire �ingiuste e discriminatorie�. Lo ha fatto, poche settimane fa, in una lettera aperta rivolta al presidente e al primo ministro del Pakistan. Ed � significativo che quest'appello provenga dalla citt� con la maggior presenza cristiana.

Si chiede l'abolizione della legge sulla blasfemia che punisce quanti pronunciano in modo offensivo il nome del profeta Mohammed o profanano il Corano. Una norma che spesso viene utilizzata per colpire avversari e nemici, a prescindere dalle motivazioni religiose, e in numerosi casi i cristiani ne hanno fatto le spese. Un altro tema su cui il vescovo chiede cambiamenti � il cosiddetto delitto d'onore che vige ancora nella legislazione pachistana: una pratica che legittima l'uccisione di una donna ritenuta adultera. Denuncia l'arcivescovo: �� una norma che riduce la donna a un'entit� legale�. Senza contare le enormi difficolt� che crea tra le minoranze religiose.

Ma ci sono alcune novit� e segnali di cambiamento da parte del governo di Islamabad. Dopo la recente visita al Papa, il presidente Musharraf ha mostrato segni di apertura che fanno pensare a un'attenuazione della legge sulla blasfemia. Del resto l'Islam pachistano non � univoco: si va da formazioni fondamentaliste, a confraternite sufi, dal culto dei pir (maestri spirituali) a settori islamici influenzati dalla modernit�. Senza dimenticare la consistente presenza sciita.

Inoltre il governo ha recentemente abolito il sistema elettorale basato sull'appartenenza religiosa. Fino alle ultime elezioni del 2002, infatti, ogni gruppo religioso eleggeva i proprio rappresentanti in Parlamento danneggiando di fatto le minoranze anzich� proteggerle e promuoverle. Ora si auspica che tale modifica avvenga anche per gli organi di rappresentanza locali. Un altro segno di apertura da parte del governo verso la Chiesa lo spiega il nunzio apostolico, monsignor Alessandro D'Errico: �Recentemente nella citt� di Karachi sono stati restituiti alla Chiesa alcuni grandi collegi a suo tempo nazionalizzati. � un fatto positivo che denota il miglioramento delle relazioni tra lo Stato e la Chiesa cattolica�. La Chiesa in Pakistan ha sempre considerato una priorit� l'educazione e l'insegnamento come occasione di emancipazione e di progresso per il Paese e per la minoranza cristiana, segnata da una grande povert�.

Nella moderna Islamabad, attraversata da larghe strade alberate e sede di moderni edifici governativi, i cristiani vivono in una zona marginale. Il quartiere detto delle "Cento Case" � un agglomerato di piccolissime baracche prive di acqua corrente e di elettricit�. Costruito dal governo per cento famiglie ne ospita in realt� pi� di mille, quasi tutte cristiane. Addentrandosi nelle strade sterrate si incontrano molti bambini, ma pochi frequentano la scuola. In questi quartieri il 90 per cento non frequenta la scuola anche se la retta � di appena un euro al mese. Un sostegno a questi bambini � dato dai giovani della Comunit� di Sant'Egidio che hanno creato per loro le "scuole della pace", luoghi di alfabetizzazione ma anche di educazione alla pace.

Ma grandi sono le difficolt� anche a trovare lavoro per l'assenza di una formazione. Qui appare evidente che i problemi non nascono solo dal difficile rapporto con i musulmani fondamentalisti, ma anche dalla condizione di esclusione sociale in cui versa gran parte dei cristiani e che affonda le radici nella storia. I cristiani, soprattutto delle campagne del Punjab e del Sind, provengono da ambienti molto poveri, quella che fino al periodo coloniale venivano identificate con le caste pi� basse. La Chiesa investe da sempre sull'educazione perch� � la via principale per elevare la condizione dei cristiani. Ma � difficile per un cristiano emergere anche a causa di leggi non scritte eredit�, appunto, del sistema delle caste.

Il Pakistan, che vuol dire "Paese dei puri", appare oggi una nazione in ricerca di identit�: cerniera tra il mondo arabo-islamico e l'Asia centrale, stretto tra modernizzazione e tradizioni, tra identit� islamica e tensioni etniche, scosso dalla lotta al terrorismo, fatica a trovare la strada per la democrazia. Ma � in grande evoluzione, anche per il sostegno degli Usa e della comunit� internazionale. La Chiesa, pur cosciente di essere minoranza, � impegnata a far s� che il Paese si avvii sempre pi� verso una democrazia basata su principi di giustizia sociale e coesistenza pacifica.

Marco Impagliazzo