Comunità di S.Egidio


 

31/12/2004


Napoli capitale della solidariet�

 

Malina ha trent'anni, tre figli e una vita di stenti. Entra esitante con i suoi bambini nella basilica dei SS. Severino e Sossio (nella foto), addobbata a festa per il pranzo di Natale e affollata di tantissime persone di diverse etnie, et� e condizioni sociali. Malina si guarda intorno con aria stupefatta, il naso per aria, gli occhi pi� eloquenti delle sue parole, sussurrate in fretta: �Com�� bello qui�� , e sembra incarnare l�icona di un salmo biblico, quella che canta proprio il suo stesso sentimento: �Com�� bello, come d� gioia che i fratelli stiano insieme�. Per Enzo Somma, uno dei molti volontari della Comunit� di Sant�Egidio che stanno vivendo come di consueto le festivit� natalizie di fine anno con i pi� poveri ed emarginati, Malina, zingara Rom, � �l�immagine di quello che la citt� di Napoli pu� essere e diventare, se si parte dai pi� deboli: una realt� di riconciliazione dove tutti sono accolti e per tutti c'� un posto�. Ed erano in 600, a Natale, tra la basilica e la Scuola per stranieri di San Nicola a Nilo, nel cuore del centro antico: anziani, barboni, immigrati stranieri, famiglie zingare, ammalati di Aids, serviti in allegria a tavola (con tanto di doni finali personalizzati per ciascuno) da una schiera di insegnanti, infermieri, operai, professionisti, gruppi parrocchiali e amici della Comunit� di Sant�Egidio �desiderosi - spiega Enzo Somma - di vivere un Natale autentico, oltre le divisioni e i conflitti anche locali�. Un�atmosfera tanto familiare quanto magica e commovente, sprigionata sin dalla vigilia di Natale, con una festa assieme ai senza dimora della Stazione Centrale, e poi proseguita negli ospedali psichiatrici e negli istituti per anziani (come quello di Villaricca, dove una arzilla 96enne sferruzza e fornisce ogni anno calde sciarpe di lana per i clochard), e persino, per la prima volta, nel carcere di Poggioreale con l'attiva collaborazione della polizia penitenziaria: dove l�altro giorno una quarantina di detenuti ha pranzato nella Cappella del penitenziario in compagnia di una diecina di volontari di Sant�Egidio, delle suore che abitualmente lavorano a Poggioreale (come suor Lidia Schettino) e del direttore, che ha rinviato apposta un impegno per non perdere questo momento particolare di condivisione: �immagine di un mondo possibile�, racconta Geppy Brancaccio, uno degli animatori dell�iniziativa che ha coinvolto detenuti napoletani, latinoamericani, africani, asiatici e dell�Europa dell�Est selezionati tra quelli che non ricevono mai visite e quasi increduli di ricevere tanta cordiale attenzione umana, capace di sciogliere anche i cuori pi� induriti. I prossimi appuntamenti sono domani e il 6 gennaio: �per iniziare l'anno testimoniando la volont� di non arrenderci alla violenza, di nessun segno, continuando a costruire insieme la cultura della vita a partire dalla solidariet� verso i pi� deboli", dicono i giovani di Sant'Egidio.

La marcia della pace

Capodanno di pace, con una marcia-fiaccolata da piazza Dante a San Lorenzo Maggiore (ore 18.30) ed Epifania di solidariet�, con il pranzo con le famiglie Rom a Scampia il 6 gennaio (presso la Scuola della Pace): sono questi gli appuntamenti della Comunit� di Sant'Egidio a Napoli.

Donatella Trotta