Comunità di S.Egidio


 

22/01/2005


Morta nel cassonetto, ultimo addio a Saban
Ieri i funerali della giovane romena. Aveva perso la vita mentre tentava di recuperare abiti usati per difendersi dal freddo. Don Davanzo: dare ascolto ai rom che ci chiedono aiuto

 

Destino degli irregolari, vivere nascosti a costo di dover nascondere anche il dolore. I romeni Emilia e Petre, coi quali condivideva la baracca, il fidanzato Vasile e l�amica del cuore Mariana � quattro persone, il suo mondo � hanno avuto paura e non sono andati al funerale di Saban, la 25enne morta nella notte tra il 12 e il 13 dicembre in un cassonetto dei vestiti usati.

Avevano paura Emilia e Petre, Vasile e Mariana. - La paura di chi non ha il permesso di soggiorno -ha detto il direttore della Caritas don Roberto Davanzo, che ha partecipato alla messa nella cappella del cimitero Monumentale.

La cerimonia, organizzata dalla Comunit� di Sant�Egidio e presieduta da padre Traian, responsabile della comunit� rom, � avvenuta a pi� d�un mese di distanza dalla morte della giovane. Un ritardo dovuto all�iter dell�autopsia e all�inchiesta della magistratura. Un ritardo che ieri � stato prolungato di un�altra mezz�ora: il funerale era previsto per le 14, ma non si trovava l�addetto del cimitero con le chiavi per aprire la cappella. Quando � stato rintracciato la cerimonia � iniziata. Una quindicina di ragazzi di Sant�Egidio hanno preso posto sulle panchine. La bara di Saban, di color marrone e senza fiori, � stata portata all�interno da tre addetti. Padre Traian ha cominciato la celebrazione officiata secondo il rito ortodosso. Una portavoce di Sant�Egidio ha letto alcune preghiere in cui si � ricordato il dramma dei tanti zingari in citt�.

Dopo la lettura del Vangelo ha preso la parola don Davanzo. - Quella di Saban � stata una vita breve e difficile � ha detto il direttore della Caritas � che deve farci riflettere sulle condizioni della comunit� rom -. Una vita breve e difficile, quella di Saban. Nata a Mangalia, al confine con la Bulgaria, seconda di 12 figli, ha vissuto con la famiglia in una baracca, all�interno di un villaggio sorto nelle vicinanze di una discarica. L� Saban trascorreva le giornate alla ricerca di rame e ferro da rivendere. Lo scorso marzo Saban aveva seguito il fidanzato Vasile in Italia. Sognavano di trovare lavoro e casa e metter su famiglia, avere un nuovo figlio dopo la primogenita morta a due anni in un incendio. A Milano, Saban e Vasile avevano iniziato a vivere in un parco. Poi, sollecitati da Emilia, erano andati in una baracca in zona viale Suzzani. Saban mendicava agli incroci e la notte, con la sua bici, si avvicinava ai cassonetti e vi entrava per recuperare qualche vestito. Cos� aveva fatto quell�ultima volta a dicembre: ma era rimasta imprigionata e soffocata.

Dopo il funerale, la salma � stata rimpatriata a spese della Caritas. - Saban � morta lontana da casa e dalla famiglia � ha detto don Davanzo. - Ma la dobbiamo ringraziare perch� ci ha permesso di vivere un momento di preghiera con la Chiesa ortodossa di Romania -. Un momento simbolo dell�unione necessaria per soccorrere chi ci chiede aiuto.

Andrea Galli