Comunità di S.Egidio


 

Il Venerd� di Repubblica

04/02/2005


Come i bambini di Scampia danno una lezione ai boss
Nel quartiere dove l'arresto di un camorrista provoca la rivolta, la Comunit� di Sant'Egidio punta sui pi� piccoli. Spingendoli a occuparsi degli altri Come nella Scuola della pace, dove i ragazzini fanno da maestri ai coetanei rom

 

I killer di camorra che l� � oggi sparano sono i muschilli, gli spacciatori bambini di dieci anni fa: la citt� paga la sua indifferenza�. Sono parole dure quelle che pronunzia Giuseppe Brancaccio, della Comunit� di Sant'Egidio. Le scandisce senza enfasi in mezzo ai bambini, agli anziani, ai barboni ed ai rom che al piano terra della Torre T2 in via Bak�, nel deserto metropolitano di Scampia, mangiano tacchino e lasagne, durante un pranzo di solidariet�. A poca distanza due giovani vendono eroina. Tutto intorno il vuoto degli stradoni, campo di battaglia della faida tra il clan di Paolo Di Lauro - Ciruzzo �o milionario� - e gli affiliati che gli hanno voltato le spalle - gli scissionisti - cinquanta morti in pochi mesi. Qui l'arresto di Cosimo Di Lauro, il rampollo del boss ha provocato un paio di settimane fa una rivolta popolare contro la polizia: donne in strada contro gli agenti e cassonetti rovesciati. Mondi lontani dal sogno della solidariet� che la Comunit� di Sant'Egidio realizza a Secondigliano dal 1978.

�Qui abbiamo iniziato promuovendo la scuola popolare� racconta Brancaccio. �Adesso si chiama Scuola della pace, lo spirito non � cambiato. Nasce dalla consapevolezza che la miscela tra sradicamento sociale e culturale, modello di benessere consumistico e deficienze del sistema educativo producono nei bambini problemi seri. Insegniamo ai piccoli a stare insieme, a relazionarsi, a prendersi cura degli altri�. Bambini e adolescenti di Scampia diventano perci� i maestri dei coetanei rom del vicino campo nomadi, disegnano, giocano, visitano gli anziani ai quali non bada nessuno.

�Attraverso il rapporto con gli altri si liberano dall'identit� negativa e dallo stigma della devianza affibbiati loro dagli adulti�, prosegue Brancaccio. �Proviamo a trasmettere ai bambini del quartiere valori: per noi significa criticare il modello consumistico, quello di chi uccide per un giubbotto firmato, ma anche di chi vive per accumulare soldi, come se esistesse solo lui a questo mondo�.

Accanto al momenti di studio, di impegno, nella Comunit� ci sono per� quelli di svago, di festa. Come questo pranzo solidale: uno dei volontari suona la chitarra e Valentina, 12 anni, racconta: �Vengo qui da quando ero piccola. Le ragazze e i ragazzi della comunit� mi aiutavano per i compiti, mi facevano giocare, mi insegnavano a disegnare. Ogni mercoled�, ora, sono io che faccio scuola di italiano a uno zingarello�. Stefania, una bambina con i capelli biondi e lunghi, parla con orgoglio di Antonietta, un'anziana signora che vive in una casa di riposo a Villaricca, nell'hinterland, e chiede sempre di lei. Luigi, 16 anni, organizza una tombolata e ricorda: �La prima volta che ho messo piede alla scuola popolare ero un bambino, frequentavo le elementari�.

La festa prosegue: i ragazzi �difficili� di dieci anni fa, quelli che hanno avuto un' opportunit� ad altri negata, servono il dolce ai tavoli: Vincenzo Farinaro, 32 anni, che � operaio in una fabbrica di suole e ha due bambine, e Antonio Zovasco, che fa cornici.

Non tutte le storie per� sono a lieto fine. �Ricordo come fosse oggi Gigi, un bambino di Poggioreale che seguivamo da vicino�, racconta Antonio Mattone, uno dei volontari. �Veniva quasi ogni giorno, bussava alla porta, si informava sulle attivit�. � stato ucciso durante una sparatoria�.