FRANCESCA ha compiuto ottant'anni il 21 febbraio, e ha voluto festeggiare il compleanno con uno dei figli, che abita a Torino. Ci � andata in aereo, accompagnata. Perch� Francesca non parla e non cammina. Otto anni fa un ictus l'ha privata della parola, ma non della capacit� di comunicare, e le ha paralizzato la parte destra del corpo senza riuscire a portarle via la voglia di vivere, che le � rimasta gioiosa, infantile, intatta. Molte coincidenze le hanno permesso di restare in famiglia, e questo � il principale segreto della serenit� della sua vecchiaia, pur gravemente menomata dalla malattia. Molti vecchi come lei, provati dagli anni ma autonomi, hanno meno fortuna, costretti a barcamenarsi tra indifferenza sociale, disinformazione sui servizi, difficolt� economiche.
"La terza et� come chance, e non come declino" � lo slogan coniato dalla Comunit� di Sant'Egidio che rilancia ora la campagna "Viva gli anziani" dopo aver recentemente curato con il Comune di Napoli, assessorato di Raffaele Tecce, una guida ai servizi destinati agli over sessantacinquenni, una specie di manuale di sopravvivenza (che si pu� richiedere nelle circoscrizioni) .nei meandri della burocrazia cittadina. Ma quanto del giovanilismo imperante nelle pubblicit�, dove la vecchiaia sembra dover fare i conti solo con dentiere a lunga tenuta, entra davvero a far parte del vissuto comune? �Qualcosa si fa. Molto potrebbe forse essere fatto con le stesse risorse. Ma bisogna acquisire la consapevolezza che gli anziani sono un valore, non un peso - dice Antonio Mattone, responsabile della Comunit� che a Napoli ne segue ben 800 -. Servirebbe anche rivedere le politiche che spesso privilegiano ancora il ricovero�.
Napoli, una citt� "giovane" (l'indice di invecchiamento sfiora il 16 per cento, contro il 19 della media italiana e il 25, per esempio, di Genova) che tuttavia segue, sia pure lentamente, il trend del Paese, dove la popolazione degli anziani cresce di anno in anno incidendo in modo consistente sulla richiesta di servizi proprio nel momento in cui sulle spese sociali si abbatte la scure dei tagli. Erano 162.871 (su 1.097.985 abitanti) nel '97 a Napoli, il 14,83 per cento della popolazione. Erano 166.157 (su 1.072.985) nel 2000, il 15,49 per cento. Sono 166.846 a fine 2002 (su 1.064.176, il I5,68 del totale. �E l'invecchiamento progressivo malauguratamente coincide con un l'impoverimento derivato dalla diminuita capacit� d'acquisto delle pensioni e la disgregazione di un tessuto familiare che in citt� come la nostra ha garantito centralit� al vecchio pi� a lungo che altrove�, osserva Mattone.
L'impoverimento � un dato oggettivo, ben noto a parrocchie e a religiosi che gestiscono mense ove sono sempre pi� numerosi gli anziani che chiedono qualche spicciolo o un pasto caldo. �E a noi, che portiamo ogni sera i panini ai barboni, capita ormai spesso di distribuirli anche a vecchi che hanno una casa ma stentano ad arrivare a fine mese�, racconta Mattone, che calcola, a mo' di esempio, il magro bilancio personale di Luisa, novant'anni, 530 euro di entrate al mese. Spende 180 euro per l'affitto, 21 per il condominio, 15 per le medicine, 35 per la luce, 12 per il gas, 13 per l'acqua, 40 per il telefono, 240 per il cibo, 10 per i detersivi, 8 per i pannoloni, 10 di parrucchiere, 10 di pedicure, 12 di spazzatura, 8 per la tv, 10 per l'abbigliamento, 200 per la colf che l' aiuta nelle faccende pi� pesanti. Sono 824euro, il che significa erodere il piccolo gruzzolo risparmiato (Lei sorride amaro: �Fra un po' non mi resteranno neppure i soldi per il funerale�) o ricorrere alla carit�.
Un caso isolato? In Italia, met� dei 14 milioni erogati ogni mese dall'Inps sono inferiori ai 500 euro (la soglia di povert� fissata dall'Istat si aggira attorno agli 800). A Napoli le pensioni sociali erogate nel marzo del 2002 dalle sedi Inps di Vomero, Arzano, Soccavo e Napoli centro erano 22.294, quelle integrate al minimo 46.670. Significa che ci sono in citt� migliaia di anziani che vivono nell'indigenza, spesso non sono in grado di affrontare la spesa per le medicine e per le bollette.
Quanto alla disgregazione che ha privato l'anziano della sua centralit� familiare, � un fenomeno sociologico che Napoli comincia ad avvertire, sia pure con forte ritardo rispetto ad altre realt� ove il lavoro femminile � pi� diffuso e l'abitudine (o la necessit�) della convivenza delle giovani coppie in casa dei genitori � superata da tempo. L'unica spia che documenta statisticamente la situazione � il numero degli ultrasessantacinquenni che vivono soli: 44.722, in larga prevalenza (33.366) femmine.
(1- continua)
I CENTENARI
Oltre il secolo 147 donne
ARRIVARE a cent'anni non � pi� un'eccezione, neppure a Napoli. Sono ben 197 i centenari in citt�, 147 donne e 50 maschi. Il quartiere pi� longevo � Arenella (17 centenari), seguito da San Carlo, dal Vomero e da San Lorenzo, pari merito con 15. Seguono a brevissima distanza Fuorigrotta e Stella (entrambi con 12) , Avvocata(11), Chiaia, Poggioreale e San Giovanni a Teduccio (8).
Sette sono infine i centenari di Montecalvario, di Posillipo e di Secondigliano, 6 quelli di San Ferdinando, 5 di San Pietro a Patierno e di Miano. A Vicaria e ScampIa si arriva soltanto a tre, tutte donne, che hanno aggirato la boa dei cento. Tre anche a Soccavo e a Piscinola Marianella. Due sono i centenari di Bagnoli, di Barra, di Pianura e di San Giuseppe. Il fanalino di coda tocca a Mercato dove la cittadina centenaria � una sola e, manco a dirlo, femmina. In larga parte i centenari napoletani vivono in famiglia, con figli a loro volta gi� anziani.
IL QUARTIERE
All' Arenella record di vecchi
IL QUARTIERE pi� vecchio di Napoli � Arenella (15.255 ultrasessantacinquenni), seguito da Fuorigrotta (14.769), San Carlo (12.774) e Vomero (10.095), dove risultano concentrati per circa un terzo gli anziani di Napoli. Il quartiere pi� giovane � Porto (936 ultresessantacinquenni), ma � giovanissima soprattutto Pianura dove gli anziani sono meno di 7 ogni cento abitanti. La popolazione compresa tra gli ottantasei e i cento anni � numerosa: 16.276 persone in tutto, 11. 787 donne e 4.489 uomini. Si calcola che il progressivo invecchiamento porter� a 1.150.963 la quota degli over 65 in Campania nel 2025 (erano 797.646 nel 2000), quando gli anziani rappresenteranno circa il 20 per cento della popolazione totale (gi� oggi, specie nelle fasce montane, ci sono paesi abitati solo da vecchi). Il trend, che � comune a tutto il Paese, richiede nuove politiche destinate alla terza et� proprio nel momento in cui i tagli alla spesa sociale dalle varie Finanziarie impongono drastici ridimensionamenti.
Eleonora Bertolotto
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