Comunità di S.Egidio


 

25/03/2005

I programmi del Comune: servizi domiciliari e mini alloggi come alternativa alla solitudine e alla casa di riposo
ANZIANI, UNA VILLA IN OGNI QUARTIERE
Le esperienze a Marianella, Bagnoli, San Giovanni e Colli Aminei

 

Centosettantamila anziani al di sopra dei sessantacinque anni, molte migliaia con redditi al limite della soglia di povert� ed altrettanti condannati a una vita di solitudine per assenza di famiglia o perch� ai margini di una famiglia distratta. Solitudine e ristrettezze economiche incidono ovviamente sulla richiesta di servizi, bench� anche da questo punto di vista non ci sia categoria sociale pi� indifesa dei vecchi, al cui isolamento contribuisce in modo determinante anche la scarsa informazione (e a superare il problema � indirizzato il vademecum curato dall�assessorato di Raffaele Tecce con la Comunit� di Sant�Egidio, che si pu� richiedere nelle Circoscrizioni e offre una "mappa" delle opportunit� esistenti, con centinaia di numeri di telefono e di indirizzi utili). La fetta di bilancio comunale destinata all�assistenza degli over-65 si aggira attorno ai 20 milioni di euro, in larga parte assorbita dal pagamento delle rette per gli ospizi (quasi 8 milioni per 517 ricoverati), seguito dagli assegni di sostegno alle famiglie perch� mantengano nel loro ambito i vecchi (oltre 5 milioni per 1900) e poi, largamente distanziata, dall�assistenza domiciliare affidata a cooperative sociali (1.230.000 a cui per�, in prospettiva 2005, vanno aggiunti i 5 milioni destinati all�assistenza domiciliare integrata). Altre iniziative, a minor costo: oltre 600 anziani fruiscono del telesoccorso (400 mila euro), circa duemila dei soggiorni estivi (800 mila euro), 2400 frequentano i centri polifunzionali.

�Sono assolutamente d�accordo con Antonio Mattone, che con la Comunit� di Sant�Egidio perora la causa di questa fascia "debole" della cittadinanza - esordisce Raffaele Tecce, che a San Giacomo ha delega ai servizi sociali -. Il Comune, a mio giudizio, fa abbastanza, anche se molto di pi� potrebbe fare. Va premesso che il settore ha avuto una progressiva crescita della spesa dal �97 al 2001. Poi, con i tagli delle Finanziarie, gli investimenti restano sostanzialmente costanti, anche se tuttora Napoli destina alle spese sociali qualcosa come 150 milioni, che rappresentano circa un terzo del bilancio. Detto questo, penso che la vera riflessione da affrontare sia non solo sull�anziano che soffre ma su quello attivo, in buona salute, in condizioni economiche accettabili, che tuttavia rischia di sentirsi "espulso" e inutile�.

� a questa massa silenziosa ma affatto inerte che andrebbe indirizzato il corpo centrale degli interventi, dice l�assessore. E come si spiega allora che la voce di bilancio pi� consistente � al momento assorbita dai ricoveri? �Concordo con chi dice che la casa di riposo deve rappresentare l�ultima spiaggia, ma non esiste un caso "ricoveropoli" a Napoli: 500, quanti sono oggi gli assistiti, rappresentano davvero una esigua percentuale sugli oltre centomila ultrasettantenni. � anche probabile che molti, non tutti, i ricoverati potrebbero restare a casa propria. Ed ecco dunque la necessit� di potenziare i servizi come il telesoccorso o i pony della solidariet� che, con un costo relativamente modesto, permettono di raggiungere un numero alto di anziani nel loro ambiente, offrendo soccorso quando sia necessario�. Per Tecce, l�obiettivo del Comune per la terza et� dovrebbe puntare da un lato a un potenziamento delle strutture d�incontro e dall�altro a un allargamento a macchia d�olio della residenzialit�. �Esistono quattro Ville aperte, a Marianella, ai Colli Aminei, a San Giovanni a Teduccio, a Bagnoli. Ma ce ne dovrebbe essere una per quartiere, perch� � dimostrato che possono diventare punti, oltre che di socializzazione, anche di informazione insostituibili. Quanto alla residenzialit�, abbiamo oggi 55 mini alloggi per anziani. Ce ne dovrebbero essere un migliaio, riuniti in gruppi appartamento, vale a dire in strutture abitative che possano essere inserite in una rete del quartiere�.

In attesa del futuro remoto, fortuna che ci sono gli extracomunitari. Un paradosso vivente, in base al quale un rimedio al problema viene dall�incontro di due povert�: da un lato il vecchio, che pu� condividere una casa e le sue modeste risorse, dall�altro il popolo di extracomunitari, che offre lavoro a basso costo e, spesso, riesce anche a colmare il vuoto affettivo che circonda l�anziano. Le storie raccolte dalla Comunit� di Sant�Egidio sono molte. Racconteremo per tutte quella di Antonietta, 78 anni, vedova, di Secondigliano, semi cieca. Ha quattro figlie che la vanno a trovare saltuariamente, ma non accetta di vivere in un ospizio. Poich� gode di una piccola pensione, si � presa in casa una badante italiana, �ma � andata male, chiedeva troppi soldi, non era puntuale, mi mancava di rispetto�. Dopo molte ricerche, la fortuna le ha portato in casa Aska, ucraina, 35 anni. Dice Antonietta: �Con lei mi trovo bene: mi ascolta, mi accompagna dappertutto, ha tanta pazienza�. L�anno scorso, Antonietta � caduta in casa. Aska l�ha aiutata ad alzarsi, ha chiamato l�ambulanza, l�ha assistita anche in ospedale giorno e notte, l�ha seguita nella riabilitazione. Dice Antonietta: �Se non fosse stato per lei, a quest�ora sarei gi� morta�.

(2 - fine)

Eleonora Bertolotto