Comunità di S.Egidio


 

01/04/2005

Nei colloqui promossi da Sant�Egidio messe le basi per la fine del conflitto nell�area dei Grandi Laghi
Ruanda, la pace di Roma
Gli hutu condannano la violenza e il genocidio dei tutsi

 

ROMA � C�� uno spiraglio per il tragico conflitto dei Grandi Laghi. E si apre a Roma, dove la principale fazione hutu, la Fdlr (Forze democratiche del Ruanda) annuncia il disarmo delle proprie milizie. E pronuncia una storica dichiarazione: �Condanniamo il genocidio commesso in Ruanda e ci impegniamo a combattere l�odio etnico�. Sono parole nuove quelle del presidente dei ribelli, Ignace Murwanashyaka, la prima presa di distanza dalla strage di tutsi perpetrata dagli hutu che, nel �94 in soli tre mesi sterminarono 800 mila persone a colpi di machete.

La svolta arriva dopo i colloqui promossi dalla Comunit� di Sant�Egidio tra i ribelli, i rappresentanti del presidente ruandese, il tutsi Paul Kaganhe, e quello di Kinshasa. L�Onu di Trastevere ha lavorato per facilitare la riconciliazione tra le etnie e per trovare una soluzione a una situazione di conflitto permanente nei confini orientali del Congo e in quelli del Ruanda. L�hanno chiamata la �prima guerra mondiale d�Africa�, ed � figlia dell�odio etnico che insanguin� il Ruanda. Il genocidio, infatti, � stato un disastro altrettanto grave per il Congo. Dopo il �94, in seguito al ritorno al potere dei tutsi, un milione di profughi hutu scapp� nell�ex Zaire, provocando la destabiizzazione dell�area dei Grandi Laghi. Ne scatur� una guerra civile con 3 milioni di morti che, tra il �98 e il 2002, coinvolse il Congo, e che riguard� ben sette Stati (Zimbabwe, Angola e Namibia con il presidente del Congo Kabila, Ruanda, Burundi e Ruanda contro). L�accordo di pace del 2002 non ha normalizzato la situazione.

La presenza nell�est del Congo di 10 mila ribelli hutu avvelena da anni i rapporti con il Ruanda. Kinshasa accusa Kigali di utilizzare i miliziani hutu come pretesto per invadere il Paese, mentre il presidente Kagame pulita il dito contro il vicino, �colpevole di non disarmare gli autori del genocidio�. Ma la svolta di Roma potrebbe cambiare molte cose. �Abbandoniamo la violenza, vogliamo diventare un movimento politico - spiega il presidente Murwanashyaka - chiediamo il ritorno in patria dei rifugiati, ci impegniamo a denunciare i responsabili dei massacri�. �� un passo avanti importante verso la pace�, dice il portavoce di Sant�Egidio Mario Marazziti. L�annuncio del Fdlr viene giudicato positivamente dal Ruanda , anche se il ministro degli Esteri, Charles Murigande, avverte: �Dovranno rendere conto del genocidio�. Mentre il Congo, in preda a una terribile crisi umanitaria, ostenta ottimismo. I colloqui di Roma suscitano speranze, ma non sar� sen1plice sciogliere l�odio atavico tra le etnie. Seguiranno nuovi incontri, anche con Ue e Stati Uniti. Quello di ieri � un primo passo, adesso bisogna entrare nel cuore della trattativa.

LE TAPPE

IL GENOCIDIO

Il 6 aprile �94 a Kigali due missili abbattono l�aereo con il presidente del Burundi Ntaryamira e quello ruandese Habyarimana.

Iniziano i massacri, in 3 mesi vengono uccisi 800 mila tra tutsi e hutu moderati

LA GUERRA

Nel �98 e fino al 2002 esplode un sanguinoso conflitto civile in Congo, preda delle incursioni di gruppi etnici e di vane milizie dei signori della guerra. Coinvolge 7 Stati e provoca tre milioni di morti

LA RIVINCITA

A luglio il Fpr tutsi conquista Kigali, nasce un governo di unit� nazionale. L�Onu insedia un tribunale sul genocidio, un milione di hutu scappa in Congo. L�area si destabilizza a causa del conflitto etnico

IL CONFLITTO

Nel 2002 sotto l�egida dell�Onu le parti siglano un accordo ma la situazione nei Grandi Laghi resta tesa:

Congo e Ruanda si accusano di fomentare la guerra e di destabilizzare i governi

Alberto Mattone