Comunità di S.Egidio


 

06/04/2005


Un'eredit� che la morte non pu� soffocare

 

�Ges�, confido in te! - amava ripetere la Santa Faustina Kowalska, Donna della Speranza e Madre di misericordia�. Cos� diceva Giovanni Paolo II dopo la Pasqua dello scorso anno. Credo che siano state simili le parole del Papa anche negli ultimi momenti della sua esistenza terrena in questi giorni di Pasqua del 2005. La fiducia in Dio di questo Papa era totale, e questa fiducia incrollabile ci ha comunicato in pi� di ventisei anni di pontificato. Aggiungeva il Papa la scorsa Pasqua: �[Dio] ci ottenga di incontrare personalmente il suo Figlio morto e risorto. Ci renda operatori instancabili della sua misericordia e della sua pace�. Cos� ha vissuto e cos� si � spento Giovanni Paolo II.

Una parola, pi� di tante altre, in questo momento di lutto e di tristezza sale dal profondo del cuore: �Grazie, Beatissimo Padre �. E� forse questa la parola, semplice e profonda, che pi� si addice all�esperienza di fede vissuta da chi scrive, insieme a un immenso popolo di ogni et� e di ogni latitudine, con Giovanni Paolo II, per oltre ventisei anni. Quello del ringraziamento � il sentimento pi� vero che sorge dal cuore di chi ha conosciuto il Papa da giovane e che con lui � diventato adulto. Non � la fine di un discorso, ma � piuttosto un inizio, un nuovo inizio. E� un �grazie� che schiude a nuovi orizzonti di fede. E� la scoperta di una dimensione spirituale profonda per tanti doni ricevuti nei discorsi, nei gesti, nelle parole spontanee, negli sguardi e soprattutto nella fede di questo grande Papa che � stato Giovanni Paolo II.

E� il �grazie� per il dono degli incontri, ma soprattutto per quella costante predicazione del Vangelo della misericordia che � stata la vita del Papa. Alla Divina Misericordia Giovanni Paolo II si � sempre riferito, seguendo la scia di suor Faustina Kowalska, da poco canonizzata. Attraverso il Papa e la figura di suor Faustina, che egli ha ricordato anche recentemente nel libro Memoria e identit�, ci � giunta la buona notizia che �Il male non riporta la vittoria definitiva�. Il mistero pasquale, nel quale avviene il distacco terreno da Giovanni Paolo II, conferma una volta di pi� che �il bene, in definitiva, � vittorioso; che la vita sconfigge la morte e sull�odio trionfa l�amore�. In queste parole � racchiuso, a mio avviso, il grande messaggio di questo Papa che ci ha fatto varcare in tante situazioni, in tanti luoghi, in tanti momenti, le soglie della speranza. Con lui milioni di uomini e di donne hanno ritrovato la speranza, la forza del bene, la gioia di vivere cristianamente, con lui hanno sperimentato che la vita sconfigge la morte e che l�amore trionfa sull�odio.

Questo � accaduto nell�Europa un tempo comunista, � accaduto per i milioni di giovani cui ha parlato con cuore di padre, � accaduto per i �feriti della vita� che ha visitato, incontrato e sostenuto nei suoi innumerevoli viaggi in ogni parte del pianeta, � accaduto per i laici che hanno trovato in lui un incoraggiamento e una spinta decisiva a vivere la fede con impegno e forza, � accaduto a tanti uomini e donne di religioni diverse che hanno pregato con lui per la pace, � accaduto a coloro che governano e che sono stati richiamati alle loro responsabilit� e soprattutto a quella di garantire all�uomo le libert� fondamentali.

Veramente con Giovanni Paolo II si � realizzata quella parola che lui stesso ha pronunciato con forza qualche anno fa per la Pasqua: �Tutto pu� cambiare�. La voce del Papa si � fatta eco a quella del Vangelo: con grande semplicit� ci ha chiesto di cambiare e ci ha detto che tutto pu� cambiare nella vita di un uomo e di una donna, ma anche nella vita dei popoli.

Sono tanti i motivi che arricchiscono il nostro �grazie� alla fine di questo cammino terreno di Giovanni Paolo II. Tra questi la costante invocazione di pace, ripetuta in ogni angolo della terra. Il grido �Mai pi� la guerra� non si � perso nei faticosi sentieri degli uomini e non ha perso vigore di fronte ad un mondo che, in troppe sue parti, non conosce ancora la pace. Resta, al contrario, il ricordo di quel gesto profetico che rappresent� la prima Preghiera per la pace, la storica giornata del 27 ottobre 1986 ad Assisi. Oggi sappiamo con pi� chiarezza che quella profezia che non � rimasta isolata. Anzi si pu� affermare che da allora si � inaugurata una nuova fase nella storia di tutti i credenti. La si pu� leggere nei tanti incontri che si sono ripetuti da allora, , ma soprattutto nel fatto che lo �spirito di Assisi� ha aperto una strada: � la via della pace che guarda al futuro. I cristiani hanno ormai, come compagni di viaggio nella costruzione della pace, un gruppo sempre pi� fedele e impegnato di credenti che condivide lo stesso grido �Mai pi� la guerra� e che � sempre pi� convinto �che violenza e religione non possono mai camminare insieme�. E� con loro che siamo chiamati a costruire un futuro di pace.

Ma il �grazie� al Papa � anche per il dono straordinario del Grande Giubileo del 2000. Giovanni Paolo II, primo pellegrino ad aver varcato la Porta Santa nel Natale del 1999, non solo ha guidato ogni tappa del Giubileo, ma ha avuto parole per tutti facendosi vicino a tutti. Una presenza alta e umile al tempo stesso, rispettosa ma anche esigente, che ha chiesto di vivere e comunicare il Vangelo con forza all�inizio del Terzo Millennio. Il suo messaggio � stato un richiamo all�audacia del Vangelo in un anno costellato da innumerevoli segni e celebrazioni. Le sue parole sono risuonate come un forte messaggio alla Chiesa che ha aperto la strada al futuro del cristianesimo.

La figura di Giovanni Paolo II si � stagliata per pi� di ventisei anni a Roma e nell�orizzonte del mondo. Oggi che non possiamo pi� guardare a lui, possiamo per� vedere l�orizzonte che questo Papa carismatico ci ha aperto davanti. E� un orizzonte che riguarda il cammino della Chiesa, ma anche quello della storia, perch� la Chiesa non � mai distaccata dalla storia del mondo. C�� un�eredit� grande che si svela di fronte a noi, un�eredit� che la morte non pu� soffocare e che una tomba non pu� contenere. La capiamo solo in parte ancora, ma siamo certi che da questa eredit� scaturir� un grande avvenire per la Chiesa e per il mondo. Duc in altum.

Grazie, Beatissimo Padre!

Marco Impagliazzo