Comunità di S.Egidio


 

18/04/2005


� il tempo dell'attesa

 

La malattia e la morte di Giovanni Paolo II sono state accompagnate, anzi quasi vegliate, dal popolo cristiano. In quei giorni i cristiani hanno vissuto la dolorosa pazienza di chi � accanto al transito di una persona cara. Al momento della morte hanno sentito il trauma del distacco. Nella Chiesa, dopo la morte del Papa, non � esploso il grido che caratterizza la continuit� del potere nelle monarchie: "� morto il re! Viva il re!". � uno slogan espressivo del fatto che poco conta la vita degli uomini, ma molto conta la trasmissione del potere. Non � stato cos� nella Chiesa. Anzi si � aperto un tempo di dolore, in cui si � percepito il vuoto causato dalla morte di questo grande uomo che sembra unico per fede e per virt� umane. Tutti sanno che il servizio del Papa continuer�, ma la successione non � stato il primo problema che ci si � posti al momento della sua morte.

Si apriva il tempo del dolore. Qo�let insegna: "Per ogni cosa c'� il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (3, 1). Ed aggiunge: "Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare" (3, 4). Il tempo per piangere ci ha fatto capire tanto sulla Chiesa e su Giovanni Paolo II. La partecipazione di tanta gente ai funerali del Papa scomparso (dai grandi della terra ai semplici fedeli, dai cattolici di tutti i tipi ai cristiani di ogni confessione e anche ai non cristiani) � stato un evento rivelatore della seminagione profonda operata da Giovanni Paolo II in pi� di un quarto di secolo di pontificato. L'agonia, la morte e i funerali di Papa Wojtyla sono stati, in un certo senso, l'epifania del suo ministero. Infatti la conoscenza della Chiesa non � un fatto puramente intellettuale o un'analisi sociologica o politica; bens� � un'esperienza di comunione con la sua vita e con il popolo di Dio. Per chi � passato attraverso l'esperienza della morte e dei funerali di Papa Wojtyla, la conoscenza della Chiesa e di questo pontificato ha sub�to un innegabile arricchimento.

La gente, nelle lunghe file per salutare il Papa, ha mostrato una grande pazienza. Centinaia di migliaia di persone, raccolte a Roma per le esequie, hanno avuto un comportamento esemplare, come mai avviene in eventi di massa. Per tante ore uomini e donne di ogni categoria hanno saputo aspettare il rapido momento in cui passare vicino al corpo di Giovanni Paolo II. I cristiani, molto concretamente, hanno saputo attendere anche a prezzo della fatica. Infatti, dagli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II, si � aperto un tempo di attesa.

Intanto, com'� normale, i media si sono scatenati: ogni giorno c'era bisogno di una notizia dopo la morte del Papa. Il nome di un candidato, un'ipotesi, un'indiscrezione, una fantasia... hanno occupato le pagine dei giornali. Nei media si � manifestata la fretta a identificare la decisione dei Cardinali, insomma a indovinare chi sar� l'eletto. Ma i tempi della Chiesa cattolica non sono quelli dei media. Infatti il tempo dell'attesa non vuol dire un periodo di pronostici o, peggio ancora, di intrighi. Dopo il tempo del dolore, mentre resta l'amarezza del distacco da un cos� grande Papa, viene il tempo della maturazione.

Prima dell'apertura del Conclave, viene garantito ai Cardinali un tempo di riflessione e di discussione sullo stato della Chiesa, quindi di conoscenza e di meditazione. � un tempo di attesa in cui discernere i segni dei tempi. � anche un periodo di decantazione dei sentimenti cos� intensi accumulatisi nei giorni trascorsi, in cui indirizzare specificatamente lo sguardo verso i bisogni della Chiesa o riprendere il filo di idee e preoccupazioni maturate negli anni. In questo modo sono poste le premesse di quella maturazione che porta, alla fine, alla scelta del Vescovo di Roma. E la riflessione parte dallo stato della Chiesa, perch� � il bene della Chiesa quello che conta.

Non c'� fretta nel percorso che la Chiesa compie. Non c'� la paura del vuoto. Non si manifesta il panico per la rottura della continuit�, anche se il momento � grave e il senso di responsabilit� diffuso. La Chiesa, proprio in questi momenti, � pi� unita che mai. � come quella comunit� di Gerusalemme che era riunita in preghiera nella casa di Maria, madre di Giovanni, dopo che Pietro era stato arrestato, quando aspettava che l'apostolo le fosse restituito. Si tratta dell'esperienza di avere "un cuor solo e un'anima sola", come si trova scritto negli Atti degli Apostoli (4, 31). Da questa esperienza di unit� interiore scaturisce quella "grande forza" con cui gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore (4, 32). Anzi gli Atti aggiungono pure che, allora, godevano di "grande simpatia" da parte del popolo.

� il tempo della maturazione, che coinvolge i Cardinali con la loro responsabilit�, ma riguarda anche tutta la Chiesa. Con pazienza, si lascia spazio alla preghiera per il Papa scomparso e per illuminare la Chiesa nelle sue scelte. Si lascia spazio anche al dolore del distacco da una figura che ha rappresentato tanto per i credenti. Cos� le emozioni si maturano nella riflessione e nella preghiera. Il Conclave non � l'agor� delle passioni, ma il luogo del discernimento e delle scelte. Bisogna saper attendere.

Il Conclave � un'istituzione secolare, levigata dalle difficolt� della lunga storia dalla Chiesa di Roma che ha conosciuto tempi bui. La sapienza storica della Chiesa ha voluto, con una serie di provvedimenti che si sono succeduti, proteggere la libert� di scelta dei Cardinali dalle ingerenze delle potenze di questo mondo. La clausura, nata come misura protettiva, diventa anche uno spazio di ritiro dai dibattiti e dalle passioni. � uno spazio che sottolinea chiaramente le motivazioni religiose, prima tra tutte invocare l'assistenza dello Spirito Santo. La clausura assume cos� un valore spirituale, creando un ambiente in cui i Cardinali si ritrovano tra di loro, pregano, scelgono. � una separazione che non � divisione, ma comunione nella fede e nei sentimenti con tutta la Chiesa ovunque diffusa.

Il popolo di Dio sa vivere anche quest'ultimo tempo dell'attesa. Non c'� fretta o impazienza. Ogni giorno � buono per accogliere l'annuncio dell'elezione avvenuta del nuovo Papa. Intanto si prega e si attende. C'� un'intensa comunione con coloro che sono chiamati a compiere la scelta del nuovo Papa. C'� fiducia negli uomini, che la Chiesa conosce come pastori saggi e ora circonda di simpatia. C'� fiducia nello Spirito del Signore che non abbandona la Chiesa specie nei momenti di passaggio. Questo � il tempo dell'attesa. Ed � un'esperienza utile a tutti i credenti. � un'esperienza che mostra il vero cuore della Chiesa, rivelatrice della sua diversit� - sia detto senza disprezzo - dalle istituzioni politiche. Questo tempo di attesa, passato attraverso la mestizia, si scioglier� nell'abbraccio e nel sorriso all'eletto. Il suo volto non sar� pi� quello di Giovanni Paolo II, ma � sempre il Papa, colui che guider� la Chiesa nel cuore del Terzo Millennio.

Andrea Riccardi